SOMALIA (XXXII, p. 99; App. II, 11, p. 860)
Il 21 dicembre 1949 l'Assemblea generale delle N. U. affidava all'Italia, in amministrazione "fiduciaria", la sua ex-colonia per un periodo di dieci anni (decorrente dal 2 dicembre 1950) alla condizione che fossero predisposte le strutture politiche ed amministrative e si provvedesse alla necessaria formazione culturale degli abitanti affinché il territorio potesse costituirsi in stato indipendente allo spirare dei dieci anni. Il mandato fu esercitato con l'assistenza di un comitato consultivo delle N. U. I confini della S. con i territorî sotto protettorato britannico restavano quelli dell'epoca in cui essa era ancora colonia, arrestandosi però al punto d'incontro del 48° long. E con l'8° lat. N verso il Somaliland; quelli con l'Etiopia furono invece temporaneamente stabiliti in una comunicazione del 1° marzo 1950 del governo britannico al presidente del Consiglio di tutela delle N. U. (accettati con riserva dall'Italia), in attesa che fossero definiti per mezzo di accordi diretti fra l'Italia e l'Etiopia. Tali confini provvisorî seguivano la linea stabilita con l'accordo italo-etiopico del 1908, con l'accennato arretramento, dalla parte del confine con il Somaliland, all'intersezione dell'8° lat. N con il 48° long. E. Riprese le relazioni diplomatiche, l'Italia trattò la questione dei confini con l'Etiopia, senza però giungere ad alcun risultato (1952-1959).
A norma dell'accordo di tutela, l'"Amministrazione Fiduciaria Italiana della Somalia" (in sigla A.F.I.S.) si attuò attraverso un amministratore, con sede a Mogadiscio, messo a capo del governo del territorio, per l'esercizio del quale si serviva di appositi uffici centrali. Il territorio fu diviso in sei commissariati, denominati poi ) regioni (Migiurtinia, in somalo Maǧērtén, con capoluogo Bosāsò, già Bendèr Qp̀sin; Mudùg, con cap. Gālka‛yò; Hīrp̀n con cap. Bèlet Wỹyne; Benadir, con cap. Mogadiscio, in somalo Ḥamar; Alto Giuba, in somalo Ganānahà Korè, con cap. Bayḍawà opp. Bayḍabò; Basso Giuba, in somalo Ganānahà Hōsè, con cap. Chisimaio, in somalo Kismā(n)yò), con a capo un commissario, poi un capo di regione e quindi (dal 1956) un prefetto; i commissariati-regioni erano suddivisi in residenze ("distretti" dal 1954). Il personale amministrativo e quello militare (per il solo ordine pubblico e la sicurezza) fu talvolta completamente ma più spesso solo in parte italiano per i primi anni di mandato; quindi (soprattutto a partire dal 1954) si ebbe graduale immissione di personale somalo. All'amministratore era stato anche demandato il potere legislativo in attesa della costituzione dell'Assemblea legislativa. Allo svolgimento di questo potere cominciò però (1951) a partecipare (tranne che in materie di difesa e di politica estera), con facoltà consultive, il Consiglio territoriale, composto quasi tutto di Somali, nominati dall'amministratore, dopo essere stati scelti con sistema misto (elezioni e designazioni). Per le forze militari di ordine pubblico fu formato il corpo di polizia somalo, con organici composti di indigeni, sotto il comando di personale della polízia militare italiana (carabinieri), mentre il corpo di sicurezza, con organici a parte, veniva formato con quadri sempre più estesamente somali. Per l'educazione dei primi elementi somali ai compiti di maggiore impegno direttivo, veniva istituita a Mogadiscio la scuola di preparazione politico -amministrativa (1950). Anche al potere giudiziario il personale somalo prese a partecipare sempre più ampiamente, con piene funzioni giurisdizionali o con attribuzioni consultive.
La partecipazione diretta ufficiale dei Somali al nuovo ordine politico si attuò nel 1954 (marzo) con le prime elezioni locali, dirette e con elettori solo maschi, svolte per la nomina dei consigli municipali.
Nel 1956 si svolsero le prime elezioni politiche generali, con sistema diretto e indiretto (questo per le popolazioni nomadi) ma limitate ancora agli elettori di sesso maschile, per la nomina dei membri somali della prima Assemblea legislativa composta di 70 membri (60 somali, 10 in rappresentanza delle altre comunità etniche non somale, designati dall'autorità amministratrice), che sostituì il Consiglio territoriale. L'Assemblea fu l'organo indispensabile preliminare per la creazione, avvenuta subito dopo, di un governo esecutivo formato da Somali, per l'amministrazione interna del territorio. In questo modo una parte delle funzioni dell'amministratore per quanto riguardava il potere legislativo ed esecutivo venivano assunte dai due nuovi organi. L'Assemblea esercitava la sua competenza legislativa nelle materie proposte dal governo e le leggi da essa votate erano sottoposte all'amministratore per la sanzione. Nello stesso anno 1956, il corpo di polizia prendeva il nome di "Forze di polizia della Somalia" e assorbiva anche il personale somalo del "Corpo di sicurezza)", che veniva disciolto, mentre i comandi territoriali erano affidati esclusivamente a Somali; l'organizzazione giudiziaria riceveva un nuovo regolamento, che istituiva la Corte di giustizia come supremo organo giurisdizionale, e veniva definitivamente resa indipendente da quella dell'Italia; le circoscrizioni amministrative territoriali erano interamente affidate alla direzione di Somali.
Il più importante partito politico, la "Lega dei Giovani Somali", avendo avuto la maggioranza nell'Assemblea ed essendo quindi stato chiamato a ricoprire le cariche di governo, passava a collaborare definitivamente con l'Amministrazione italiana.
Alle nuove elezioni politiche generali del marzo 1959 parteciparono anche le donne; esse furono accompagnate da contrasti e manifestazioni contro il governo da parte di alcuni partiti politici, che non accettarono di parteciparvi. L'Assemblea legislativa di nuova elezione avanzava richiesta, appoggiata e presentata dall'Italia e accolta dall'Assemblea generale delle N. U. (5 dicembre 1959), che la data dell'indipendenza della S. fosse anticipata al 1° luglio 1960. Con legge del 6 aprile 1960 veniva creato l'esercito nazionale somalo (a capo del quale era posto un comandante somalo). Con altra legge del 22 marzo 1960 l'Assemblea legislativa veniva investita dei poteri di costituente per l'esame e l'emanazione della costituzione del prossimo stato indipendente. Nella veste di costituente l'assemblea venne ampliata con 20 membri rappresentanti di partiti e organizzazioni. Il progetto di costituzione, elaborato dal ministro per la costituzione e basato su quello già redatto da un comitato tecnico, fu sottoposto all'esame e alla revisione di un apposito comitato politico (costituito nel marzo 1960). Iniziata la discussione del progetto il 23 maggio, l'Assemblea costituente ne dava l'approvazione finale il 21 giugno successivo.
Le disposizioni transitorie della costituzione prevedevano che essa sarebbe entrata in vigore provvisoriamente il 1° luglio 1960 e entro un anno da quella data sarebbe stata sottoposta all'accettazione definitiva dei Somali, divenuti indipendenti, mediante un plebiscito (referendum). La costituzione è redatta secondo i principî costituzionali delle moderne strutture statali democratiche. Alle ore zero del 1° luglio 1960 la S. diventava Repubblica indipendente. Con l'unione all'ex-Somaliland, divenuto indipendente qualche giorno prima, votata per acclamazione, qualche ora più tardi di quello stesso giorno, dall'Assemblea nazionale della neorepubblica della S., si creava la Repubblica Somala e la costituzione della S. ne diventava la carta costituzionale (v. oltre).
Durante i dieci anni di amministrazione fiduciaria, la partecipazione alla libera attività politica di opinione, in senso europeo, da parte dei Somali avveniva per mezzo dei partiti politici, costituiti via via, che programmaticamente si proponevano di far nascere e formare la coscienza di unità nazionale fra le genti del territorio, in sostituzione dei sentimenti tradizionali di solidarietà tribale e gentilizia. Ma le forme "occidentali" di associazione e di struttura politica a stento riuscirono a nascondere, sotto nuove spoglie, quei sentimenti, troppo profondamente radicati e tuttora vigorosi. Il più numeroso e dinamico partito è quello della Lega dei Giovani Somali (Somali Youth League), fondato nel 1943 e diffuso principalmente tra le genti di ceppo Dārṅd e di ceppo Hawìye nel centro e nel nord. Propugnatore della riunione di tutti i Somali in una "grande S." indipendente (di originaria ispirazione britannica), esso si oppose al ritorno dell'Italia in Somalia. Dal 1954 ebbe la completa maggioranza sia nelle amministrazioni locali sia, successivamente, nell'Assemblea legislativa e nel governo; maggioranza mantenuta poi, costantemente. Altro partito politico di apprezzabile consistenza è lo Ḥisb Datū???r Mustaq̄ìl Sōmali. e cioè Partito Costituzionale Indipendente della S., i cui membri in massima parte appartengono ai somali Dìgil e Rahanweyn, vale a dire a quelle genti che tradizionalmente sono considerate d'inferiore condizione etnica dai Somali del nord, Dārṅd e Hawìye, formanti il nerbo della Lega dei Giovani Somali. A questa esso si è opposto costantemente. Partito recente, di tendenze decisamente favorevoli a una politica panislamica e avversario dell'influenza o preponderanza dei paesi europei "occidentali" o democratici, secondo le linee adottate dal governo dell'Egitto negli anni dopo il 1954, è la Great Somalia League, fondata a Mogadiscio nel 1958 da Ḥp̀ǧi Maḥàmet Ḥusỹn; il partito ha avversato e avversa violentemente la Lega dei Giovani Somali e, quindi, tutta l'azione di governo della Somalia. Attivo nella sua propaganda, è il solo che pubblichi proprî giornali (in arabo e in inglese) e scritti di propaganda ciclostilati. Insieme all'Unione Nazionale Somala (già Unione Giovani Benadir), che ne segue l'azione, non partecipò alle elezioni del 1959. Un quinto partito è il partito Liberale dei Giovani Somali, di minore seguito, come i due precedenti.
La formazione delle classi direttive della S., in senso europeo. si ottenne con l'istruzione locale, fino al grado medio, e con l'invio all'estero, soprattutto in Italia, per gli studî di ordine superiore e per l'addestramento tecnico specializzato. Come scuola propedeutica per la laurea universitaria all'estero (in Italia) o come scuola formatrice di una classe destinata a mansioni di responsabilità direttiva nella pubblica amministrazione o nella professione era stato creato, nel 1954, l'Istituto superiore di discipline giuridiche, economiche e sociali (poi, nel 1956, Istituto superiore di diritto e economia, ente di diritto pubblico, con aggregata la già menzionata scuola di preparazione politico-amministrativa; quindi, nel 1959, Istituto universitario della S., di cui la parte impegnata più propriamente nell'insegnamento accademico prese il nome di Istituto universitario di diritto e economia; la scuola ad esso aggregata fu trasformata nel 1958-59 in Istituto tecnico commerciale).
Con l'insegnamento locale era legato il problema della scelta di una lingua ufficiale nazionale. L'opposizione intransigente degli uomini di religione musulmana, appoggiati da correligionarî stranieri (egiziani), rese impossibile l'impiego della lingua somala, per la quale quindi non si poté adottare un alfabeto con cui scriverla. Perciò, come lingue ufficiali scritte e d'insegnamento erano impiegati l'italiano e l'arabo.
L'autonomia finanziaria del territorio comportò fin dal 1950 la creazione di una moneta propria, il somalo, avente la parità aurea di g 0,124414 ed equivalente allo scellino inglese dell'Africa Orientale, che il somalo sostituì come moneta legale all'atto della cessazione dell'occupazione britannica; la sua corrispondenza in lire italiane era di 87,50. L'emissione fu affidata alla Cassa per la circolazione monetaria della Somalia.
Alla solidità, politicamente sorretta, della moneta, la cui copertura era garantita al 100%, faceva però riscontro l'effettiva debolezza dell'economia locale, per la quale la nazione amministratrice cercò di mettere in atto misure utili per promuovere lo sviluppo delle limitate risorse del paese. Le provvidenze realizzate per mezzo d'investimenti di fondi pubblici riguardarono essenzialmente l'agricoltura e la zootecnia, con il miglioramento, in primo luogo, dell'approvvigionamento idrico. A quelli pubblici bisogna aggiungere gli investimenti privati, nel settore agricolo come in quello industriale (questo quasi completamente d'iniziativa italiana); nel 1959 si calcolava che gli investimenti pubblici e privati avessero raggiunto, dal 1950, un totale di 237,8 milioni di somali (pari a circa 21 miliardi di lire italiane; senza calcolare quelli effettuati dalle società per la ricerca del petrolio, i cui lavori sono tuttora, nel 1961, allo stato di sondaggio). Certamente dal 1950 si verificarono sensibili miglioramenti e aumenti nella produzione agricola e nell'allevamento del bestiame, anche da parte dei Somali, con maggiore e più redditizio esito dei prodotti e quindi con un miglioramento nelle condizioni della popolazione; ma l'economia somala, alla fine del mandato italiano, era ancora troppo scarsa, per i noti motivi intrinseci naturali e per complesse ragioni di struttura. In considerazione di questa situazione, furono fatti in anticipo i computi per le esigenze finanziarie della S. dopo l'indipendenza, e fin dal 1958 i governi degli S. U. A., della Gran Bretagna e dell'Italia garantirono assistenza finanziaria alla S. indipendente. Nel 1954 fu creato il "Credito Somalo", istituto di diritto pubblico, con lo scopo di sostenere e incoraggiare le imprese agricole e il piccolo artigianato; nel 1959 si provvide a istituire una sezione autonoma del "Credito" autorizzata a compiere anche operazioni a medio e lungo termine a favore dell'industria, servendosi di un prestito di 2 milioni di dollari concesso dal "Development Loan Fund" degli S. U. A. Nel 1954, inoltre, un accordo di cooperazione economica e di assistenza con gli S. U. A. prevedeva la concessione di alcuni fondi finanziarî per accelerare e promuovere lo sviluppo dell'economia.
Se nei dieci anni di mandato si era cercato di fare assorbire alla società somala la cultura occidentale, almeno nella misura occorrente per affrontare gli impegni più urgenti derivanti dal nuovo ordine di cose, e ciò, innanzi tutto, nel campo politico e sociale, più lentamente in quelli tecnici, quest'azione si concentrò nei pochi aggregati urbani o d'insediamento europeo e naturalmente si trattò di un contatto che non poté se non sfiorare solo la superficie, limitato ancora a un gruppo ristretto di persone, che venivano a costituire la nuova classe direttiva, per lo più giovani soltanto.
Con l'avvicinarsi della data per l'indipendenza della S. si fece più insistente l'azione dei politici locali per promuovere la formazione di una "Grande Somalia". A Mogadiscio fu fondato, il 30 agosto 1959, il "Movimento nazionale pansomalo" con la partecipazione dei rappresentanti dei partiti politici degli altri territorî, abitati da Somali ma sotto diverso governo. Nel manifesto programmatico fu dichiarata la volontà di rafforzare i legami di amicizia con tutti gli stati musulmani. Queste rivendicazioni somale, infatti, trovavano aperto favore presso le correnti politiche dell'Egitto, incoraggiatrici di una intesa o unione musulmana, e, in particolare, islamico-africana.
Contrarî alle aspirazioni pansomale si dichiararono il governo francese e quello etiopico, che più apertamente e direttamente, fin dai primi accenni, espresse la sua opposizione, fino a sostenere il passaggio dei Somali a far parte dello stato etiopico. Il governo britannico ha affermato ripetutamente che esso non appoggia le rivendicazioni della Repubblica somala sul territorio dell'Etiopia e che non incoraggerà i sostenitori della "Grande Somalia".
La Somalia Britannica (Somaliland). - Il territorio del Somaliland rimase sotto amministrazione britannica militare fino al 1948, allorché esso ritornò alle dipendenze del Colonial Office. Nel febbraio 1955 fu restituita all'Etiopia la zona a vegetazione boscosa (haùd in somalo) prossima alla frontiera (circa 25.000 km2) passata sotto il diretto governo dell'autorità britannica dal 1941 in conseguenza della guerra del 1940-45. In quell'occasione, inoltre, veniva ceduta all'Etiopia la zona in corrispondenza del tratto di confine compreso fra l'intersezione dell'8° lat. N con il 47° e il 48° long. E, la quale era stata precedentemente riconosciuta formalmente come parte della Somalia ex-italiana dall'accordo italo-inglese del 1931.
Le decisioni per la preparazione della S. ex-italiana all'indipendenza entro breve tempo indussero il governo britannico ad accelerare le misure per l'emancipazione graduale del territorio sotto suo mandato verso forme di vita politica autonoma.
Nel 1947 fu costituito il Protectorate Advisory Council, per assistere, in questioni di amministrazione locale, il governatore. Nel 1953 furono istituiti i Local Government Councils presso le amministrazioni municipali di Hargesia e Berbera, seguiti poi da altri. In base al nuovo ordinamento amministrativo del 1955 (Somaliland [Constitution] Order-in-Council), furono istituiti, nel 1957, un Legislative Council di 14 membri, e un Executive Council, presieduto dal governatore e composto di funzionarî dell'amministrazione. Decisa la partecipazione più estesa degli abitanti al governo, la parte maggiore (12) dei membri del Legislative Council (ora elevato a 29 seggi, i più tenuti da funzionarî di governo) di appartenenza non governativa furono eletti con votazioni dirette e generali, riservate ai maschi, nelle città e per "acclamazione" fuori. In seguito alle proposte di un comitato per la costituzione (1959), con nuove elezioni, riservate a tutti i maschi del territorio (febbraio 1960), il Legislative Council fu costituito con 33 membri eletti e 3 di diritto; l'Executive Council, inoltre, veniva composto con sette ministri, tre di diritto e 4 somali (due della Somaliland National League e due dell'United Somali Party, v. oltre), nominati dal governatore, che lo presiedeva.
In considerazione dei compiti di maggiore impegno a cui i Somali sarebbero stati messi di fronte con la più ampia e più responsabile partecipazione all'ordinamento politico europeo del loro territorio, si era anche provveduto, da parte britannica, ad accrescere per loro le possibilità d'istruzione scolastica. L'intervento nell'attività politica di opinione, invece, si era andato sviluppando con la formazione di partiti politici, di cui il più vigoroso per numero di aderenti e per prontezza di azione era la Somaliland National League, avente scopi e metodi molto vicini a quelli della Somali Youth League della Somalia. Il partito era stato costituito nel 1951 e la maggioranza dei suoi membri apparteneva al ramo dei somali Isp̀q, ai quali si aggiungevano, in minor numero, Dārṅd e Dir. A questo partito era andata la maggioranza dei voti nelle elezioni del febbraio 1960 e quindi quella dei seggi nel Legislative Council. A distanza venivano gli altri due partiti, United Somali Party e National United Front.
Come stabilito con l'accordo di Londra del maggio 1960 fra governo britannico e rappresentanti del Protettorato del Somaliland, l'indipendenza di questo fu proclamata il 26 giugno 1960. Si calcola che il Somaliland contasse, nel 1960, circa 650.000 abitanti. Le condizioni economiche del territorio non hanno subìto variazioni sostanziali rispetto al passato.
La Repubblica Somala indipendente. - Il territorio della Repubblica, creata il 1° luglio 1960, è amministrativamente diviso in otto regioni, le sei dell'ex-Somalia e due (Regione dell'Ovest e Regione dell'Est) nell'ex-Somaliland.
L'istituzione del nuovo stato è stabilita nell'Atto di Unione (approvato formalmente dall'Assemblea nazionale il 18 gennaio 1961 e promulgato dal presidente provvisorio della Repubblica il 31 dello stesso mese), avente efficacia retroattiva dal 1° luglio 1960. Gli eventi ufficiali che prepararono l'unione dei due territorî in un solo stato sono: la mozione indirizzata alle N. U., votata dall'Assemblea legislativa dell'ex-Somalia in amministrazione "fiduciaria" il 28 marzo 1960; la mozione del 6 aprile successivo del Consiglio legislativo dell'ex-Somaliland, con la quale si chiedeva al governo britannico l'indipendenza del territorio e l'unione con l'ex-Somalia entro il 1° luglio 1960; i lavori a Mogadiscio delle commissioni della ex-S. e dell'ex-Somaliland (16-24 aprile seguente), nei quali furono concordati i modi di formazione del nuovo stato; l'accordo del governo britannico, nel maggio successivo (12), per la concessione dell'indipendenza all'ex-Protettorato, che veniva fissata al 26 giugno; infine, le conversazioni, iniziate il 2 giugno seguente, fra le delegazioni governative dell'ex-S. e dell'ex-Somaliland.
L'Atto di Unione stabilisce che lo stato prende il nome di Repubblica Somala; che la capitale è Mogadiscio; che il potere legislativo è esercitato da un'Assemblea nazionale, che il governo deve essere formato dai partiti di maggioranza (e cioè Lega dei Giovani Somali, Somali National League, United Somali Party); che l'esercito della Repubblica è formato dall'unione dell'esercito nazionale dell'ex-S. e degli "Scouts" dell'ex-Somaliland, e allo stesso modo è composto il corpo di polizia. L'Atto prevede, inoltre, che tutte le leggi e le istituzioni e le norme relative, i diritti e gli obblighi legittimamente costituiti e non in contrasto con la costituzione, già vigenti nei due territorî prima della creazione del nuovo stato, continuano ad avere pieno vigore.
La costituzione della Repubblica, alla quale anche l'Atto fa espresso riferimento, è quella dell'ex-Somalia; sottoposta a referendum il 20 giugno 1961, fu accettata con la grande maggioranza dei voti (contrarî sono stati molti dei voti dell'ex-Somaliland).
La costituzione definisce lo stato somalo una repubblica democratica rappresentativa unitaria. A capo è il presidente, nominato dall'Assemblea nazionale, la quale è elettiva con suffragio univerversale e esercita la funzione legislativa. Il potere esecutivo è affidato a ministri nominati dal presidente su proposta del primo ministro. Religione di stato è l'islam.
Create le strutture istituzionali del nuovo stato, restava da compiere l'unione concreta delle due entità politiche territoriali accomunate nella nuova organizzazione.
Comprensibilmente l'ordinamento statale proprio dell'ex-Somalia venne a costituire di necessità, almeno per il periodo iniziale, la parte predominante dell'organizzazione della più alta amministrazione della Repubblica.
Nell'ottobre del 1960 era istituita dal governo somalo una commissione consultiva permanente con l'incarico di procedere all'unificazione della legislazione e degli istituti della pubblica amministrazione dei due ex-territorî formanti la Repubblica. Il compito fin dal primo momento è parso estremamente complesso e difficile. A una più urgente unificazione, tuttavia, furono sottoposti l'esercito, la polizia, le telecomunicazioni, la direzione della politica monetaria e l'esercizio del credito, a cui fu preposta la Banca Nazionale Somala, creata con decreto dell'amministrazione dell'ex-Somalia del 30 giugno 1960 e entrata in attività il 4 luglio seguente. Nel luglio 1961 fu istituita la nuova moneta, lo "scellino somalo"; dal 1° gennaio 1961 si provvide inoltre a formare un unico bilancio per tutta la Repubblica.
Ragioni soggettive, di ordine morale, contribuiscono a rendere difficile il lento processo di saldamento e unificazione. A parte la disparità di educazione e cultura degli elementi più progrediti dei due ex-territorî somali, le regioni del nord sentono molto lontano, e piuttosto estraneo, il centro di governo, il quale, dislocato grandemente al sud, convoglia e assorbe il maggior movimento della vita politica; fatto questo aggravato dal sussistere di fortissimi sentimenti tribali, che creano dissidî e coalizioni fra i gruppi somali del sud e quelli del nord. Si aggiunge, nel lavoro burocratico, la mancanza di una lingua scritta ufficiale, per cui vengono attualmente impiegate, con eguale libertà e validità, la lingua italiana (nell'ex-Somalia), l'inglese (anzitutto da coloro che appartengono all'ex-Somaliland) e l'araba.
Lo sviluppo produttivo dello stato, d'altro canto. trova un ostacolo pesantissimo nell'assoluta deficienza delle risorse economiche (il bilancio del 1961, su menzionato, prevedeva un disavanzo di 62 milioni di somali). Di qui il bisogno impellente dei contributi finanziarî stranieri. L'Italia stabiliva, già il 1° luglio 1960, con l'allora nata repubblica un accordo commerciale dei pagamenti e di cooperazione economica, regolante gli scambî commerciali e contemplante la partecipazione di capitale italiano allo sviluppo economico della Somalia (assicurando anche la continuità dell'acquisto di una certa quantità della produzione bananiera locale). Con gli impegni economici l'Italia avrebbe fornito alla S. un aiuto per l'assistenza amministrativa e tecnica e per quella finanziaria (per il primo anno lire 1.534 milioni, a cui si aggiungono altri 1.700 milioni per pareggio del bilancio 1960; per gli anni successivi il contributo sarebbe stato gradualmente ridotto, fino al 1970). Per il Somaliland l'Inghilterra si era impegnata, con l'accordo del maggio 1960, a concedere aiuti finanziarî dopo l'indipendenza, decrescenti successivamente con l'andare degli anni (per il primo anno il contributo era stato fissato in lire sterline 1.500.000, di cui metà doveva essere speso per attività locali di sviluppo). Ma tali aiuti sono insufficienti, di fronte alle grandi necessità di mezzi del nuovo stato, che si è affrettato a concludere accordi anche con altri stati esteri (Egitto, S. U. A., URSS, Cecoslovacchia, Germania, ecc.) per ottenere personale tecnico, materie prime, prodotti, prestiti di denaro.
I partiti politici dell'ex-Somaliland hanno trasferito la loro sede a Mogadiscio (Somali National League, United Somali Party, National United Front, cui si è aggiunto il Partito Socialista Somalo). Atteggiamento di aggressiva opposizione al governo in carica e alla maggioranza politica al potere continua ad avere la Great Somalia League.
La Repubblica è stata ammessa a far parte delle N. U. il 20 settembre 1960. Con molte nazioni, e per prima con l'Italia, sono state stabilite relazioni diplomatiche. Piuttosto vivi rimangono i contrasti con l'Etiopia, soprattutto a causa dell'insoluta questione dei confini con l'ex-S. e dei diritti di pascolo nella zona di confine dell'ex-Somaliland e, poi, delle ripetute dichiarazioni (ancora nell'agosto 1961) degli uomini di governo della Repubblica che ribadiscono il programma dell'unificazione di tutti i Somali in un unico stato.
Somalia Francese (fr. Côte Française des Somalis). - Come per il passato la vita di questo territorio, che conta 67.300 ab. (stima 1959), si assomma in pratica nell'unico centro urbano, eminentemente commerciale, di Gibuti (31.300 ab.).
Nel 1945 fu costituito il "Conseil représentatif de la Côte Française des Somalis et dépendances", diviso in due parti equivalenti, una comprendente i rappresentanti degli europei (Francesi) e l'altra dei Somali, Dancali e Arabi, in parte eletti dai gruppi etnici interessati, in parte di nomina governatoriale; in tutto 20 membri, divenuti 25 dal 1950, dodici metropolitani e tredici locali. tutti eletti. Da questo consiglio veniva nominato un rappresentante al Consiglio della Repubblica francese e uno all'Assemblea dell'Unione francese. Metropolitani e indigeni eleggevano, poi, un deputato per l'Assemblea nazionale francese. Nel 1957, in seguito all'emanazione in Francia della "loi-cadre" che concedeva l'autonomi di governo interno, fu creata un'Assemblée Territoriale, eletta oggi con suffragio universale (32 membri), che sostituì il Lonseil représentatif; per le funzioni esecutive fu istituito un Conseil de Gouvernement, composto di ministri (dei quali uno europeo), presieduto dal governatore del territorio. Questo è diviso in quattro circoscrizioni amministrative (dal 1949). Il territorio è rappresentato oggi da un deputato e da un senatore nelle Assemblee metropolitane.
Partito politico notevole è l'Union Républicaine, ora denominata Union démocratique des Somalis, favorevole ai principî di unione di tutti i Somali in un unico stato indipendente. I Somali dell'interno, però, sono indifferenti a quell'irredentismo, reso del resto assai problematico per il territorio a causa della presenza, in numero rilevante dei Dancali. nemici tradizionali dei Somali, e dall'opposizione delle stesse autorità francesi.
Approvata la nuova costituzione francese (28 settembre 1958), la Côte F. des S. decise (11 dicembre 1958) di conservare il suo stato di territorio d'oltremare.
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