Somma contro i gentili (Summa contra gentiles)
(Summa contra gentiles) Opera di Tommaso d’Aquino la cui redazione fu avviata prima del 1259. I «gentili» evocati nel titolo con cui l’opera è conosciuta sono i pagani, ai quali lo scritto indica la «verità della fede cattolica». È composta di quattro libri: i primi tre espongono verità che attengono alla sola ragione e possono essere accolte anche da giudei e islamici, mentre il quarto è incentrato su dottrine teologiche, ossia su verità divine o di fede. Dopo le precisazioni circa la differenza fra i due ordini di verità (I, 1-9), l’opera presenta le prove dell’esistenza di Dio a posteriori (non essendo l’esistenza di Dio per sé nota, come vuole Anselmo). Dio è immobile e semplice, e la riflessione razionale può determinarne le perfezioni: bontà, unità, infinità, intelligenza, verità, volontà, vita e beatitudine. Nel II libro viene affrontato il tema della derivazione delle creature da Dio, inteso come causa efficiente della creazione. Dio è causa dell’esistere delle creature, che, in base al suo disegno, sono suddivise in: sostanze intellettive, composte di essenza ed esistenza; sostanze intellettive unite ai corpi, come forme sostanziali unite alla materia. Segue la confutazione delle tesi riguardanti l’unicità dell’intelletto dei diversi uomini (73 segg.), condotta mediante l’analisi delle opinioni circa l’intelletto agente di Averroè, Alessandro di Afrodisiade e Avicenna. Le sostanze intellettuali separate sono identificate con gli angeli, suddivise nei diversi ordini e analizzate nelle loro proprietà e nelle loro facoltà conoscitive e operative (91-101). Il libro III tratta dell’ordine delle creature e del fine che Dio ha loro assegnato. Dio è il fine ultimo di tutte le cose; ciò implica che il male abbia una causa per accidens e che sia sempre, in quanto tale, per accidens, ossia che non esista un sommo male, e che tutti gli esseri siano dunque ordinati al bene (4-17). L’intelligenza tende a Dio come suo fine, oltre la vita terrena (45-48). Dio ha il governo di tutte le cose e ordina sia il progetto sia il compiersi delle cose mediante la sua provvidenza generale e particolare. A compimento del fine cui le creature sono chiamate, egli elargisce la sua grazia (147-163). Il libro IV espone i temi teologici centrali quali, la Trinità, l’incarnazione, i sacramenti, la resurrezione dei corpi; importante, nel cap. 11, il discorso sulla presenza del logos in Dio, in cui vengono composte la tradizione biblica e agostiniana, e la noetica sviluppata dal pensiero averroista e avicenniano medievale.