sommessa
Unica occorrenza in If XVII 16 Con più color, sommesse e sovraposte / non fer mai drappi Tartari né Turchi. " Poiché i tre sostantivi sono collegati a più (‛ con tanto più ', ‛ con tanto maggior numero di colori, di sommesse e di sovraposte '), è bene non porre la virgola alla fine del v. 16, come nel Del Lungo e nel Torraca ecc. " (Petrocchi, ad l.).
I più antichi commentatori trascurano di spiegarci il termine, che doveva essere di uso non raro, pur appartenendo certo al linguaggio dell'arte della tessitura e della mercatura. Il Daniello lo interpreta come " vesti da portar sotto; che si chiaman sottane ", ma si tratta di una congettura proposta sulla base di una interpretazione fantasiosa dell'etimologia, e che non spiega il rapporto col termine sovraposte. Assai più tardi il Venturi: " soprapposta è quel risalto che in questa sorta di lavori rileva dal fondo, e sommessa, nome sostantivo, è il contrario di soprapposta. Il Daniello spiega alla goffa ". D'accordo con questa interpretazione si trovano gli studiosi successivi, e particolarmente il Toynbee (Tartar cloths, in " Romania " XXIX [1900] 559-564; recens. di E.G. Parodi, in " Bull. " VIII [1900-1901] 131). Il Tommaseo riscontra un efficace simbolismo nell'uso dantesco dei due termini: " ben tornano le sommesse... e le sovrapposte... per indicare la doppiezza del frodolento ". Il Chimenz aggiunge che " le sommesse potrebbero corrispondere ai nodi, e le sopraposte alle rotelle " della pelle di Gerione (cfr. v. 15).
Solo il Porena sembra distaccarsi da questa tradizione esegetica: " le sommesse e le soprapposte sono i fili orizzontali e verticali che nel tessere si intrecciano, e dal loro numero in un certo spazio dipende la finezza e complicazione del disegno "; in realtà il dissenso è apparente, poiché in genere il fondo del tessuto risulta dai fili orizzontali, e il rilievo dai fili verticali. Vedi anche SOVRAPOSTA.