sommettere
Più che nel senso oggi vulgato di " sottomettere ", " soggiogare ", il verbo era usato nell'italiano dell'epoca di D. come contrario di " sovrapporre ", " preferire " (in senso traslato); dunque " mettere in secondo piano ", " subordinare ", " considerare di minore importanza " rispetto a qualcosa, cioè con insita l'idea di paragone; è questo il caso di If V 39 i peccator carnali / ...la ragion sommettono al talento.
Cfr. Graziolo: " Homo... carnalis rationem subicit voluntati; qua ratione subiugata homo, qui prius erat rationalis, efficitur totus... bestialis ". Alcuni commentatori (per es. il Torraca) ricordano che la stessa contrapposizione, del resto ovvia, della ragione al desiderio, è in Vn XXXIX 2; " essa definisce, non tanto specificamente la lussuria, quanto ogni peccato di incontinenza; sebbene la formula si applichi poi più spesso... alla natura travolgente... della passione d'amore " (Sapegno). Il Mattalia riporta il passo in questione alla fonte aristotelica (Eth. nic. VII 8-10) in cui è detto che l'incontinente " se habet sicut dormiens aut vinolentus, in quibus est habitus rationis ligatus ". Lo Steiner cita invece Folgore da San Gimignano (il sonetto è però relegato tra i dubbi dal Massera e dal Marti) quando la voglia 10 " chi commette ragion a voluntade "; mentre il Contini (poeti I 337) ricorda il " verso d'uno dei suoi pochi sonetti, e qual sommette a voglia operazione ".
Nell'occorrenza di Cv IV XII 3 (le ricchezze... sono imperfette, che, sommettendo ciò che promettono, apportano lo contrario) il Busnelli si rifà al Galvani (Postille al Convivio, in " Opuscoli religiosi... " tomo IX [Modena 1867] 342): " le ricchezze... promettono l'appagamento dei desideri, poi, appena... raccolte, mettono sotto, ossia sottomettono l'appagamento che prima era in mostra, e vi soprappongono il contrario, cioè... la brama di nuovi tesori ". Il concetto ritorna in III X 2. V. anche SOPRAPPORSI.