sommo (summo)
Voce di largo uso nelle opere dantesche, soprattutto nella Commedia e nel Convivio (assente invece dal Fiore e dal Detto). Nella sua accezione più generale vale " che è superiore " a ogni altro elemento del suo genere o della sua specie.
Come aggettivo, più specificamente, costituisce il superlativo di ‛ alto '. In questo senso è spesso attributo della divinità, somma Deitade (Cv II III 10); la somma deitade, cioè Dio (IV XXI 11); cotanto ancor ne splende il sommo duce (If X 102, e v. Pd XXV 72); o sommo Giove / che fosti in terra per noi crucifisso (Pg VI 118: com'è evidente qui Giove ha funzione metaforica nei riguardi di Cristo; l'espressione sommo Giove, in If XXXI 92, indica la divinità pagana); sommo rege (Pg XXI 83).
Tuttavia, in parte delle occorrenze citate, più esplicitamente in quelle dov'è attributo di facoltà, proprietà, effetti, ecc., di Dio, s. unisce all'indicazione di ‛ altezza suprema ' il senso di " grandissimo ", " esteso sino alla misura massima ". Questo accade, per esempio, quando Dio è presentato come sommo bene (Cv IV XII 15, Pd VII 80, XIV 47, XXVI 134; sommo ben, in Pg XXVIII 91, Pd III 90, XIX 87; somma beninanza, cioè " bontà ", in Pd VII 143). Ma i casi sono numerosi: Dio è somma essenza (Pd XXI 87), sommo intelligibile (Cv IV XXII 13), somma sapienza e sommo amore e sommo atto (III XII 12; somma sapienza, in If XIX 10). Con riferimento al mistero trinitario è possibile distinguere la potenza somma del Padre... la somma sapienza del Figliuolo... la somma e ferventissima caritade de lo Spirito Santo (Cv II V 8, e v. If III 6 la divina podestate, / la somma sapïenza e 'l primo amore). Dio è ancora somma e spirituale virtude (Cv IV XX 10) e, figuratamente, somma luce (Pd XXXIII 67: con somma luce del cielo, in Cv IV XV 9, viene designata la rivelazione). In rapporto con le aspettative umane Dio si manifesta infine beatitudine somma (IV XXII 17), somma beatitudine (XXII 18; e v. anche XXII 14, dove s. è in posizione predicativa); beatitudine e somma felicitade (XXII 11); sommo piacer (Pg XXXI 52 e Pd XXXIII 33).
Hanno attinenza a una tematica religiosa le seguenti espressioni: sommo pastor (Pd VI 17), cioè il pontefice: v. per analogia il sommo officio (If XXVII 91) e le somme chiavi (XIX 101); il sommo smalto (Pg VIII 114) che è il variopinto giardino edenico posto in cima al Purgatorio; e in certo modo anche O virtù somma (If X 4), appellativo con cui D. qualifica il suo maestro Virgilio, se si tien conto che nel concetto di ‛ virtù ' entrano in questa occasione motivi non solo poetici e morali ma anche sovrannaturali, inscindibili dalla simbologia del grande Latino.
Passando ad altra sfera di valori, non lontani dai precedenti, Cesare viene detto primo principe sommo (Cv IV V 12), così come l'imperatore è sommo officiale (IV 9) e la sua autorità si rivela ragionevolmente somma (IV 8: questa è la conclusione del ragionamento dantesco in cui il luogo citato costituisce lo spunto espresso in termini negativi da un ipotetico obiettore; s. vi ha funzione predicativa).
In campo filosofico somma e altissima autoritade (Cv IV VI 5) compete ad Aristotele, filosofo sommo (VI 17), e somma cosa (II XII 5) appare a D., all'inizio del suo itinerario culturale, la filosofia stessa.
Testimonianze meno rilevanti in Rime LXII 10 (il sommo poder di Amore), Vn XIX 9 29, Cv II V 14 (in una traduzione da Virgilio: Figlio, vertù mia, figlio del sommo padre che li dardi di Tifeo non curi. In verità il testo latino dice: " nate, meae vires, mea magna potentia, solus, / nate, patris summi qui tela Typhoëa temnis " [Aen. I 664-665]. D. fraintese i versi e congiunse patris summi con nate, invece che con tela), XIII 20, IV XII 14, XXIII 9 (il punto sommo di un arco), e 10; If XV 102 (con ‛ più ': li suoi compagni più noti e più sommi, non avvertito come superlativo), Pg IX 24 (il sommo concistoro dei pagani; cioè il concilio degli dei), XXI 53 (il sommo d'i tre gradi, il gradino più alto dei tre), XXIX 137; Pd IX 117, XII 112 (dove, parlandosi di una ruota, la parte somma / di sua circonferenza è il solco tracciato dalla parte più esterna di essa, vale a dire dal cerchio di ferro che la ricinge); XX 36, XXV 72, XXXI 68.
Per il costrutto predicativo ricordiamo ancora Pd XIX 47, e XX 36 e' di tutti lor gradi son li sommi.
Come sostantivo vale " parte superiore più elevata " di qualche cosa: Queste parole di colore oscuro / vid'ïo scritte al sommo d'una porta (If III 11); fanno pullular quest'acqua al summo (VII 119: alla superficie); Lo sommo [del colle] er'alto che vincea la vista (Pg IV 40); Noi eravamo al sommo de la scala (XIII 1); v. anche Pd XXX 107, e la variante di qua dal sommo (in luogo di sonno) in If IV 68 (cfr. Petrocchi, ad l.). In Pd IV 132 si fa figura della " verità suprema ": è natura / ch'al sommo pinge noi di collo in collo. Figurata è anche l'espressione di Pg VI 132 il popol tuo l'ha in sommo de la bocca, che allude alla facilità con cui i Fiorentini parlano della giustizia senza praticarla. Nella costruzione a sommo 'l petto (Pg III 111), s. può essere sostantivo (normale per il volgare antico l'ellissi della preposizione ‛ di '), ma non è escluso che mantenga una funzione attributiva.