SONDRIO (A. T., 24-25-26)
Capoluogo della Valtellina e d'una provincia lombarda. Il nome risale al longobardo Sundrium ("terreno tenuto e lavorato dal padrone") e il centro si sviluppò soprattutto in epoca medievale.
L'abitato (307 metri sul mare) è presso la confluenza nell'Adda del Mallero (Val Malenco), che divide la cittá in due parti dissimmetriche.
Il nucleo più antico è a oriente sulla sinistra del fiume, dominato dal Masegra, che s'alza di una settantina di metri sul piano dell'Adda. Sul Masegra è il castello omonimo.
Di qui il centro abitato s'è andato a poco a poco dilatando verso E. e soprattutto verso S., dov'è la stazione ferroviaria; la linea di separazione fra vecchi e nuovi quartieri è disegnata all'ingrosso dalla rotabile che si snoda parallela al corso dell'Adda, risalendo da Colico verso Tirano e di lì allo Stelvio. In uno stadio anche più antico (anteriormente cioè al 1309), l'abitato si stendeva dal Masegra alla frazione Mossini. Le mura (sec. XIV), furono pressoché interamente distrutte nel sec. XV, ma la città si affermò dopo di questo come il centro più importante della Valtellina, e crebbe soprattutto dopo la costruzione della grande strada militare dello Stelvio (1820-25) e delle ferrovie (elettriche ambedue) che l'uniscono a Milano e a Tirano (e per Tirano all'Engadina).
Nel suo tratto urbano questa strada disegna un largo gomito prima di attraversare il Mallero (Ponte Nuovo; il vecchio è a monte; altri due sono a valle) e s'apre poi nella Piazza Vittorio Emanuele, rettangolare, che rappresenta il centro della città. Tutto intorno, e nella vicina Piazza Campello, sorgono gli edifici più importanti. La città, e specie il suo quartiere occidentale, fu più volte danneggiata dalle piene del Mallero; dopo quella, memoranda, del 1834, il fiume venne solidamente arginato.
Sondrio è centro essenzialmente agricolo e commerciale; l'industria vi è rappresentata tuttavia da numerose fabbriche; le industrie enologica e serica (filatura) sono d'interesse più che regionale. Il comune (20,49 kmq.) contava 5954 ab. nel 1861, 6501 nel 1871, 7324 nel 1881, 7707 nel 1901, 8862 nel 1911, 9572 nel 1921. A questa data il centro urbano raccoglieva 6349 ab. Nel 1931 gli abitanti erano 7440 (su 10.830 dell'intero comune). Sondrio è, dopo Nuoro, il più piccolo capoluogo di provincia d'Italia.
Monumenti. - Nell'antico Pretorio, ora municipio, dal severo portale e dal leggiadro cortile (restaurato da Ant. Giussani), si conservano la lapide nord-etrusca di Montagna, un ossuario romano, un dipinto di Cipriano Valorsa (1536), l'autoritratto di P. Ligari, mobili del Sei e Settecento e altro. Il palazzo Carbonera - spoglio di una sua bellissima stufa intagliata, ora a Milano in palazzo Bagatti Valsecchi - ha la grazia dell'arte paesana del Cinquecento. Nel palazzo Sassi de' Lavizzari, ora del comune, dalle linee sobrie e austere, si conservano una bella stufa intagliata, la civica biblioteca "Pio Raina" (pergamene, manoscritti, incunabuli, medagliere) e la copiosa raccolta Ligariana (tele, abbozzi, disegni, sanguigne, manoscritti, cimelî) donata dagli eredi Gianoli e proveniente dallo studio, tuttora esistente (via Ligari 2), degli artisti valtellinesi Ligari (sec. XVIII). Il palazzo Sertoli, del sec. XVIII ha un grandioso salone e ottime tele di P. Ligari. La Collegiata ha la facciata di Gius. Sertoli (1838) con lunetta di Ant. Caimi da Sondrio; una grandiosa navata di P. Ligari (1727); il presbiterio di A. Taglioretti (1797). Tra altri dipinti di pregio conserva sei vigorose tele di P. Ligari che ideò pure l'incompiuto campanile. Il vicino oratorio è saggio gustoso dell'architettura settecentesca. Il monastero di S. Lorenzo, già castello De Capitani, sul colle a riscontro del castello Masegra, ora caserma, conserva resti di affreschi del Valorsa (1536), buoni lavori in marmo, affreschi del Gavazzeni. Nell'abside del santuario della Madonna della Sassella Andrea de Passeris da Torno apparò con vaghe Storie della Vergine (1511) una degna cornice all'Adorazione dei Pastori attribuita a Gaud. Ferrari (1534). Altre tele di P. Ligari nelle chiese delle frazioni S. Anna e Lighè.
Nel Teatro Sociale (arch. L. Canonica, 1820) dipinse C. Ferrario, scenografo della Scala. Nel civico ospedale, costruito dal Moraglia (1836), è una buona tela del Caimi. La Villa Quadrio, con arredi d'antica arte locale, è passata al comune per sede di enti culturali. Il palazzo del Tribunale è architettura di A. Giussani (1915). Costruzioni dell'era fascista, sono il monumento-ossario dei Caduti; la Casa dei Balilla (arch. Martinola); il palazzo del Governo (arch. Muzio).
Storia. - Dell'antichità di Sondrio fanno fede il nome e la stessa posizione dell'abitato primitivo: tuttavia non se ne ha menzione per tutta l'età romana e l'alto Medioevo. Verso il 1000 vi troviamo una famiglia De Capitani cui si deve l'erezione del castello di Masegra: è, dunque, probabile che ci si trovi di fronte a un centro di organizzazione plebana, risalente ad età più antica. Ecclesiasticamente dipendente da Como, fece parte anche della giurisdizione civile di questa città, ed ebbe a subir danni nelle lotte di fazione tra i Vittani, per i quali Sondrio parteggiava, e i Rusca, onde venne presa e distrutta fra il 1318 e il 1326 da questi ultimi, e ancora assediata da Franchino Rusca nel 1329. Sette anni più tardi Sondrio venne in potere dei Visconti e seguì le sorti del ducato milanese, subendo i contraccolpi delle lotte fra Visconti-Sforza e i Grigioni, i quali ai primi del sec. XVI posero stabilmente piede in Sondrio e in tutta la Valtellina, in forza dell'atto di dedizione stipulato a Teglio nel 1512. Sotto questa dominazione Sondrio divenne il centro della Valtellina, avendo quivi sede il governatore generale col suo vicario, il consiglio e il cancelliere della Valle.
Accanto al governo centrale, per altro, coesisteva il governo propriamente comunale, cioè il consiglio degli anziani eletto dalle sei quadre in cui era divisa la città. La rivoluzione politico-religiosa del 1620, scoppiata nella media valle, ebbe immediate ripercussioni in Sondrio, dove i caporioni (Robustelli, Parravicini, ecc.) formarono una specie di governo provvisorio, ben presto spazzato dall'intervento contrastante degli eserciti spagnolo, francese, veneziano, grigione: col trattato di Monçon (1638) lo statu quo fu ristabilito.
All'avvicinarsi degli eserciti francesi, nel 1797, anche Sondrio si sollevò contro la dominazione grigione, e venendo aggregata la Valtellina alla Repubblica cisalpina, Sondrio divenne il capoluogo del dipartimento dell'Adda. Alla Lombardia rimase pure unito con la restaurazione, e nel 1848 vi fu istituito un governo provvisorio, poi comitato di difesa, dipendente da quello di Milano. Liberata dal giogo austriaco nel 1859, Sondrio divenne il capoluogo della provincia valtellinese.
La Provincia. - La provincia di Sondrio è la più settentrionale delle lombarde. Abbraccia la Valtellina e le valli che vi confluiscono (Masino, Malenco, Fontana, Grosina, Furva, ecc., eccetto però la Poschiavina quasi per intero), la Val Bregaglia (fino al Ponte di Castasegna) con la Valle S. Giacomo, la Val di Lei, tributaria del Reno, e la Valle Livigno, tributaria del Danubio. La provincia è estesa 3199 kmq. e nel 1931 contava 133.578 ab.; è quindi la meno popolata d'Italia, dopo quella di Fiume. La sua densità di popolazione (42 ab. per kmq.) è delle più deboli d'Italia, in rapporto con la parte che nel territorio hanno i terreni di alta montagna, ciò che spiega anche il recente regresso demografico (137.767 ab. nel 1928, ma 131.184 nel 1921). L'agricoltura (vite, cereali, patate) e l'allevamento (bovino) vi rappresentano le principali risorse economiche; l'industria (metallurgia, segheria), che dispone ora di numerosi impianti idroelettrici, vi ha preso un promettente sviluppo. La provincia è anche assai frequentata dai turisti, per le sue grandi attrattive naturali. I centri abitati più notevoli, tutti piuttosto piccoli (nessuno supera i 5 mila ab. ad eccezione del capoluogo) sono: Tirano, Morbegno, Chiavenna, Grosio e Bormio.
Bibl.: A. Giussani, Di un antico affresco nella chiesa di Sassella, in Riv. Arch. Com., Como 1917; id., Il Pal. comun. ed il Pal. di Giustizia di Sondrio, Como 1918; id., Cipriano Valorsa in Sondrio, ivi 1919; E. Bassi, Guida illustrata della Valtellina, Monza 1928, 5ª ed.; v. anche valtellina.