SONDRIO (XXXII, p. 140)
Il torrente Mallero sbocca nel piano a nord della città, attraverso una enorme e pittoresca gola chiamata localmente "le Cassandre", formatasi per frattura sul fondo della Val Malenco.
Il settore urbano della strada nazionale dello Stelvio, che separa i vecchi dai nuovi quartieri, è costituito, da ovest verso est, dal Corso Vittorio Emanuele e dalla Via Piazzi.
Prima del sec. XIV l'abitato era formato da due nuclei, separati dalla profonda incassatura del Mallero: il più antico era a occidente, vicino a Mossini, dove si trova ora il convento di S. Lorenzo; l'altro era su un ripiano a NE. del poggio del Masegra, dove ora è la frazione del Piazzo. Questo secondo nucleo, estendendosi sempre più verso il piano, diede poi luogo alla città odierna.
Le mura furono costruite da Tebaldo de' Capitanei, signore di Sondrio, dopo il 1308, a difesa della città. Ma nel 1335 le mura furono in gran parte abbattute dagli stessi cittadini che male tolleravano la signoria dei de' Capitanei.
Un incremento notevolissimo ebbe la città dopo il 1924; venne aperta una nuova via importante tra la stazione e Piazza Roma e l'area fabbricata della città si è accresciuta di un terzo.
Il ponte percorso dalla strada nazionale e che scavalca il torrente Mallero è ora intitolato a Michele Bianchi; la strada nazionale si apre poi sulla Piazza Garibaldi (non Vittorio Emanuele). Tutt'intorno e nella vicina Piazza Roma (già Piazza Campello) sorgono gli edifici più importanti della città eccettuato il nuovo palazzo del governo, su progetto dell'architetto Muzio, che si trova più a sud, verso la stazione. Il palazzo è stato fabbricato completamente con le più pregiate pietre da costruzione valtellinesi.
Le condizioni sanitarie sono ottime e si sono avvantaggiate dalla costruzione della fognatura. L'ospedale civile è stato ingrandito nel 1930 e accanto ad esso è sorto un preventorio per bambini gracili. Sulle rive del Mallero la Federazione fascista organizza in estate una colonia fluviale.
Le migliorate condizioni igieniche hanno contribuito a far sparire completamente, anche nelle classi meno abbienti, certe forme patologiche (per es., il gozzo e la pellagra) che fino a pochi decennî or sono affliggevano le vallate alpine. La città è provvista di ottima acqua potabile (litri 270 giornalieri per abitante); è dotata di liceo-ginnasio, istituto magistrale, istituto tecnico e scuola di avviamento professionale. Su un poggio presso la città sorge il Convitto nazionale.
Sondrio ha in estate e in inverno un intenso movimento turistico diretto alla Val Malenco e all'alta Valtellina.
Notevole l'industria cotoniera (non serica) della città.
Secondo il censimento del 1936 la popolazione legale è di 11.672 abitanti, di cui 8528 nel centro. Il comune ha un'estensione di kmq. 20,43 con densità di 594 abitanti per kmq.
La civica biblioteca Pio Rajna e la raccolta ligariana sono conservate nella villa Quadrio - non nel palazzo Sassi - ora proprietà del comune.
La provincia (p. 141). - Secondo il censimento del 1936 ha una popolazione legale residente di 142.919 abitanti. Gli abitanti erano 131.184 nel 1921, 137.767 nel 1928 e 133.578 nel 1931. Il regresso dal 1928 al 1931 non fu determinato da una diminuzione di natalità, ma dall'esodo di gruppi notevoli di contadini valtellinesi che acquistarono terreni nella pianura lombarda a buone condizioni e vi si stabilirono. La densità della popolazione è di 44 ab. per kmq., tra le più deboli d'Italia.
L'attività fondamentale della provincia è costituita dall'agricoltura. Intenso e redditizio è l'allevamento del bestiame bovino, della pregiata razza bruna alpina, che è stata creata nella provincia con l'incrocio della razza locale e della razza del cantone svizzero di Svitto; circa 12.000 capi di bovini da latte si esportano annualmente nelle altre provincie del regno. I prodotti principali sono il vino, in parte esportato nella Svizzera, le patate, i cereali.
Le industrie hanno avuto in questi ultimi anni un promettente sviluppo; notevoli le industrie metallurgiche, tessili, alimentari e del legno. Secondo il censimento del 1936, lavorano nelle diverse industrie 17.503 abitanti, contro 42.352 agricoltori.
Degni di particolare menzione sono i grandi impianti idroelettrici; i più importanti sono quelli di Cancano e di Grossotto dell'Azienda elettrica municipale di Milano, di Madonna di Tirano, Stazzona, Boffetto, Venina, Ardenno, Tartano, Morbegno, Campo e Montespluga. Grandi laghi artificiali sono stati creati; i maggiori sono quelli di Cancano, Scais, Venina e Montespluga.
In continuo incremento è il movimento turistico in rapporto alle grandi attrattive naturali della provincia e alle sue vaste possibilità alpinistiche e sciatorie. I principali centri turistici sono Bormio. Livigno, S. Caterina, Aprica, Chiesa in Val Malenco, S. Martino del Masino, Campodolcino e Madesimo. Sono stazioni invernali di primaria importanza: Bormio, Livigno, S. Caterina, Aprica e Madesimo.