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SONNAMBULISMO

di Vittorio Challiol - Enciclopedia Italiana (1936)
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SONNAMBULISMO (dal lat. somnus "sonno" e ambulo "cammino")

Vittorio Challiol

Consiste nella persistenza, durante il sonno, dell'attività automatica, in misura tale da permettere all'individuo che ne è affetto di compiere azioni ed esplicare funzioni che ripetono quelle appartenenti allo stato di veglia. Si tratta della persistenza e spesso dell'esaltazione di alcune di queste funzioni, a detrimento di altre che sono indebolite e attutite. Ciò avviene soprattutto durante il sogno, quando le rappresentazioni mentali che in esso si verificano raggiungono un grado tale di esaltazione da agire sui centri motori, determinando l'entrata in azione di questi: quando l'eccitazione è ancora maggiore si può osservare il risveglio anche dei sensi specifici. Il soggetto si alza dal letto, cammina, scrive, legge, si avventura in passi pericolosi dimostrando, malgrado l'offuscamento della coscienza, una coordinazione motoria e anche una finezza dei sensi specifici, talvolta superiori alla norma. L'individuo naturalmente, compie tutto ciò con la coscienza, come s'è detto, profondamente obnubilata e non conserva, al risveglio, il più piccolo ricordo di quanto ha fatto durante l'accesso. Per tutta la durata di questo gli occhi sono aperti e fissi, la pupilla fortemente miotica. Il sonnambulismo si osserva nei soggetti epilettici, isterici, neuropatici, soprattutto se essi sono dotati d'immaginazione particolarmente vivace e di memoria rapida e pronta. Si verifica soprattutto nell'infanzia e nell'adolescenza, più nelle femmine che nei maschi. Esiste anche il sonnambulismo non spontaneo: esso si può verificare negli stati ipnotici provocati (v. ipnotismo). La cura deve essere prima di tutto causale, diretta cioè a modificare lo stato morboso abituale (isteria, epilessia, ecc.) da cui l'individuo sonnambulo è affetto. Durante l'attacco, bisogna evitare stimoli forti che risveglino violentemente il soggetto: se il risveglio appare necessario, va provocato dolcemente e in condizioni tali che l'individuo non abbia la coscienza, svegliandosi, di essersi trovato in situazioni pericolose.

Vedi anche
sonno Stato e periodo di riposo fisico-psichico caratterizzato dalla sospensione totale o parziale della coscienza e della volontà. 1. Fisiologia del sonno Il sonno è una condizione temporanea e periodica di sospensione della coscienza, che ha un momento essenziale nell’interruzione dell’attività integratrice ... isteria (o isterismo) Forma di nevrosi, variamente intesa dalla psichiatria classica e dalla psicanalisi. Il termine corrisponde per la prima a poco più di un concetto clinico, per la seconda a una particolare entità nosografica. 1. Cenni storici La prima individuazione dell’isteria risale a Ippocrate, che ... ipnosi Stato fisiologico, in genere indotto artificialmente, apparentemente simile al sonno, che permette una grande varietà di risposte comportamentali alla stimolazione verbale. L’individuo ipnotizzato sembra essere in comunicazione soltanto con l’ipnotista e seguirne in maniera acritica, automatica, le suggestioni, ... insonnia Diminuzione della durata del sonno o perdita della sua profondità e del potere ristoratore. In passato l’insonnia era definita una categoria diagnostica, con le caratteristiche proprie della malattia; successivamente è stata considerata piuttosto un segnale del quale sono da ricercare le cause. In base ...
Vocabolario
sonnambulismo
sonnambulismo (meno com. sonnambolismo) s. m. [dal fr. somnambulisme, der. di somnambule «sonnambulo»]. – Attività automatica motoria che si svolge di regola nella prima parte della notte, durante il sonno non REM, al di fuori di un efficace...
sonnàmbulo
sonnambulo sonnàmbulo (raro sonnàmbolo) agg. e s. m. (f. -a) [dal fr. somnambule, comp. del lat. somnus «sonno» e ambulare «camminare» (sul modello del lat. funambŭlus «funambolo»)]. – Che, o chi, è affetto da sonnambulismo: quel ragazzo...
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