SONZOGNO
– Famiglia di stampatori, librai ed editori, originaria del territorio bergamasco (forse di Zogno), attiva a Milano dal Settecento al Novecento.
Le vicende della famiglia sono legate all’attività che quasi tutti i suoi esponenti maschi esercitarono nei settori della stampa, del commercio e dell’editoria libraria e giornalistica, al più tardi dalla seconda metà del XVIII secolo. Ostacolano la ricostruzione dei primordi lo stato frammentario e lacunoso delle fonti primarie, le informazioni talvolta carenti o inattendibili fornite da quelle secondarie, le omonimie tra membri della famiglia. L’avvio dell’attività è avvolto nell’incertezza. Dai riferimenti tipografici si risale a un Giovanni Battista attivo nel Settecento: il di lui figlio Francesco – che risulta «Stampatore-Librajo in Corsia de’ Servi 596» nell’edizione milanese non datata di un poemetto di Lorenzo Mascheroni, probabile ristampa di un’edizione pavese del 1793 – pubblicò dal 1807 al 1811 il Giornale bibliografico universale.
Giovanni Battista jr, nato a Bergamo nel 1760 da Francesco, ebbe quattro figli: Francesco, Lorenzo, Luigi, Angela (è ignoto, invece, il nome della moglie). È attestata l’attività da lui condotta prima a Bergamo e poi a Milano, inizialmente in società con altri e poi, dal 1818, in proprio. In quell’anno pubblicò in Milano la proposta editoriale di una Collana degli antichi storici greci volgarizzati: è considerata il vero e proprio inizio della casa editrice, alla quale egli associò i figli Francesco e Lorenzo. Del terzo figlio, Luigi, è attestata l’attività di tipografo in Bergamo. Angela andò sposa a Ferdinando Baret, stampatore e libraio in Milano. Giovanni Battista morì a Milano nel 1822.
Francesco, nato nel 1790, assunse la patente di stampa. Fino ad allora si era occupato soprattutto del commercio librario. La sede fu spostata in Stradone a S. Ambrogio 2735.
Lorenzo, nato a Milano il 3 agosto 1803, raggiunta la maggiore età, avviò nel 1826 un’attività autonoma, lasciando Francesco a fronteggiare la situazione di dissesto economico nel quale l’azienda si trovava fin dai tempi del padre. La situazione si aggravò al punto che nel 1830 egli fu costretto a cedere lo stabilimento e la patente al produttore e negoziante di carta Paolo Andrea Molina di Varese, suo creditore. Il fratello Francesco restò dapprima legato alla nuova azienda, denominata Società Francesco Sonzogno e compagno; ma dal 1831 la denominazione fu semplicemente Paolo Andrea Molina. Da allora, Francesco restò nel settore, ma in posizioni subalterne, come attesta una sua lettera del 29 maggio 1840 a Niccolò Tommaseo, suo amico e collaboratore (Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Carteggio Tommaseo, 130/87).
La tradizione imprenditoriale della famiglia restò in capo a Lorenzo, il quale aveva mantenuto alcune collezioni (Biblioteca economica e La raccolta di viaggi) e aperto una bottega in Corsia de’ Servi, già sede della tipografia di Francesco senior. Nel 1844 aderì all’Emporio librario italiano, consorzio tra librai con sede a Livorno promosso dall’editore torinese Giuseppe Pomba. Attivo anche come autore letterario, Lorenzo pubblicò una monografia storica sulle Vicende di Milano (1835), il racconto Donna Giustina Leyzaldi, processo milanese del secolo XVII (1837) e il dramma storico Benvenuto Cellini (1839). Sposò Teresa Crespi, proveniente da una famiglia di facoltosi industriali milanesi, da cui ebbe quattro figli: Giulio Cesare, Raffaele, Alberto, Edoardo. Nel 1861 la conduzione dell’azienda passò al figlio Edoardo. Lorenzo morì a Milano il 29 ottobre 1874.
Giulio Cesare, detto Cesare, nacque a Milano il 17 agosto 1827. Ebbe due figli: Lorenzo e Teresa. Diresse la Biblioteca legale, collezione edita dalla casa editrice. Morì a Milano il 21 luglio 1880.
Raffaele (v. la voce in questo Dizionario), nacque a Milano il 23 giugno 1829. Sposò Emilia Comolli, dalla quale ebbe un figlio, Ottorino. Autore di romanzi e monografie storiche, giornalista, uomo politico, nel 1859 acquistò in società con altri e condiresse fino al 1870 la Gazzetta di Milano. Nel settembre del 1870, a Roma, fondò e poi diresse La Capitale. Morì a Roma il 6 febbraio 1875, ucciso da Pio Frezza. Il 13 febbraio la moglie diede alla luce Guido, probabile frutto d’un adulterio; il bambino morì il successivo 18 marzo, per lo stato civile come figlio di Raffaele Sonzogno.
Di Alberto si conosce con certezza la sola data di morte, avvenuta a Monza il 19 maggio 1882. Ebbe un figlio, Riccardo.
Edoardo nacque a Milano il 21 aprile 1836. A lui si devono l’ampliamento e la diversificazione dell’attività della casa editrice e la notorietà di cui essa ha goduto fino a oggi. Intraprese dapprima la carriera teatrale, come attore e commediografo (Una sorpresa coniugale, 1857; Un farfallino e Un laccio amoroso, 1858). Nel 1861 subentrò al padre Lorenzo alla guida dell’azienda, e diede ulteriore impulso alla sua tradizionale vocazione divulgativa, con numerose pubblicazioni periodiche e le celeberrime collane delle Biblioteche Sonzogno. La casa editrice si arricchì del ramo musicale, divenuto ben presto preponderante. Esordì in questo campo nel 1874 con la riduzione per pianoforte del Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini nella Musica per tutti, la prima fortunata collezione economica, cui altre ne seguirono, tutte sotto la direzione di Amintore Galli (Talamello, 1845-Rimini, 1919), il musicografo, critico, insegnante, compositore che tenne la direzione artistica del ramo musicale fino al 1904. Su questo terreno Sonzogno si trovò a competere con Casa Ricordi, e la concorrenza sfociò talvolta in accesa rivalità. Famosa la contesa che oppose i due editori al fianco dei rispettivi patrocinati, Giacomo Puccini e Ruggero Leoncavallo, nella disputa per la priorità sul soggetto della Bohème, al quale entrambi stavano lavorando (1893): le due opere, con lo stesso titolo, furono poi allestite a Torino nel 1896 (Puccini, editore Ricordi) e a Venezia l’anno dopo (Leoncavallo, editore Sonzogno). La rivalità innescò anche cause legali per la proprietà di opere che Edoardo riteneva di pubblico dominio (di Rossini, Bellini, Donizetti e Meyerbeer in particolare): solo in pochi casi si risolsero a suo favore. Al di là di tali contrasti, la vera competizione consistette nell’assicurarsi la disponibilità dei compositori e degli interpreti più richiesti, nell’indirizzare la programmazione dei teatri e nel condizionare l’esito stesso degli spettacoli.
A lato dell’attività di divulgazione rivolta al crescente pubblico dei dilettanti, Edoardo puntò fin dall’inizio ad assicurarsi i diritti per la traduzione e l’esecuzione di opere, operette e balletti di compositori francesi: Adam, Auber, Berlioz, Bizet, Charpentier, Delibes, Halévy, Hérold, Massenet, Offenbach, Saint-Saëns, Thomas fra gli altri. Da allora, il nome della casa editrice fu legato alla diffusione del repertorio francese nei teatri italiani e latino-americani. In quell’ambito il titolo di maggior successo, che svolse una funzione di traino per le opere degli altri autori transalpini, fu Carmen di Georges Bizet, che Sonzogno fece allestire per la prima volta in Italia nel 1879 al teatro Bellini di Napoli. In occasione di un successivo allestimento al Manzoni di Milano (1884) l’opera ispirò un articolo del Teatro illustrato in cui per la prima volta l’epiteto verista fu associato al melodramma (Galli, 1884).
Edoardo diede particolare impulso anche alle pubblicazioni periodiche. Il 5 maggio 1866 uscì a Milano il quotidiano Il Secolo, cui già a fine anno venne affiancato un supplemento settimanale (La Settimana illustrata, poi Il Secolo illustrato della domenica, poi Il Secolo illustrato) e nel 1887 uno mensile (Le cento città d’Italia). Le dotazioni tecniche aggiornate (rotative in luogo dei vecchi torchi a mano), che consentivano alte tirature a costi limitati, e l’organizzazione fondata sul servizio telegrafico dall’Italia e dall’estero ne fecero in breve il principale quotidiano italiano, portando la tiratura dalle iniziali 6000 copie a più di 100.000 a fine secolo. Nel 1875 il giornale inglobò la vecchia Gazzetta di Milano, che Raffaele Sonzogno aveva acquistato nel 1859 in società con altri. Ebbe tra i direttori due personalità di spicco: Ernesto Teodoro Moneta (ex garibaldino, poi premio Nobel per la pace nel 1907), dal 1869 al 1895, e Carlo Romussi (dal 1904 deputato del Regno) dal 1896 alla cessione, nel novembre del 1909. Il giornale acquisì grande popolarità sia per il taglio divulgativo sia per la posizione vicina alle correnti democratiche più avanzate della società italiana. Il secondo quotidiano della casa editrice, La Capitale, fondato e poi diretto da Raffaele Sonzogno, vide la luce a Roma il 21 settembre 1870, il giorno dopo la presa della città da parte delle truppe italiane. Le pubblicazioni periodiche non si limitavano ai due quotidiani con i loro supplementi: vi si affiancarono vari settimanali e mensili di taglio divulgativo, dall’Emporio pittoresco allo Spirito folletto, dalla Scienza per tutti al Poliglotta moderno (per l’apprendimento delle lingue), dalla Novità al Giornale dei sarti (dedicati alla moda femminile e maschile). Del ramo fecero parte anche due testate musicali-teatrali, il mensile Il Teatro illustrato e il quindicinale (poi mensile) La Musica popolare: l’inserto musicale a uso amatoriale ne rappresentava il fulcro. Dopo un numero di saggio il 16 dicembre 1880, Il Teatro illustrato iniziò le pubblicazioni nel gennaio del 1881; dal 1886 cambiò testata in Il Teatro illustrato e La Musica popolare, in seguito alla fusione con l’altra rivista della casa editrice. Le due testate congiunte cessarono nel 1892. Le pubblicazioni periodiche erano integrate in un sistema che ambiva a soddisfare le aspettative della crescente massa dei lettori, differenziando l’offerta secondo le più varie esigenze e categorie di fruitori. Del sistema era parte essenziale il ramo librario, con le fortunate collane che a prezzi abbordabili o addirittura irrisori (a partire dai 15 centesimi) spaziavano dalla manualistica all’autoapprendimento, dalla divulgazione storica e scientifica alla letteratura classica e moderna, italiana e straniera: Biblioteca legale poi Biblioteca legale economica, Biblioteca romantica illustrata, Biblioteca romantica economica, Biblioteca classica economica, Biblioteca del popolo, Biblioteca universale antica e moderna, L’Igiene popolare, Biblioteca illustrata dei fanciulli tra le altre. Alle collane erano affiancate le opere a dispense, spesso impreziosite da corredi iconografici di pregio (la Divina Commedia e Le favole di La Fontaine illustrate da Gustave Doré, ad esempio). La cospicua presenza di autori stranieri, francesi in primo luogo (Edoardo era membro autorevole della parigina Société des gens de lettres), fu alla base della diffusione in Italia, in analogia con quanto Sonzogno fece in campo musicale, di titoli di autori non italiani: Baudelaire, Dickens, Dumas, Hugo, Ponson du Terrail, Sand, Radcliffe, Sue, Verne, Whitman tra gli altri.
Edoardo si adoperò anche come impresario teatrale. L’attività iniziò nel 1875 al teatro milanese di S. Radegonda, indi si estese ad altre città italiane, da Torino a Roma, da Genova a Napoli. Nel 1888 assunse l’impresa del teatro Costanzi di Roma. Contemporaneamente fu impegnato anche in altri teatri, in Italia e all’estero. Nel 1892 inaugurò la serie delle fortunate tournées europee allestendo una stagione a Vienna durante l’Esposizione universale per presentare i giovani compositori italiani della casa editrice: il già noto Mascagni, e poi Cilèa, Giordano, Leoncavallo, Mugnone. In quella trionfale spedizione, che fruttò anche il convinto sostegno di un critico assai autorevole e influente come Eduard Hanslick, un articolo sul Teatro illustrato (Cortella, 1892) coniò l’etichetta «giovane scuola italiana», che poi avrebbe designato non più solo i compositori di Casa Sonzogno, ma genericamente la nouvelle vague del melodramma italiano. Nel 1894, Edoardo approdò alla Scala. Il prezzo pagato per sottrarre il principale teatro del regno all’influenza di Casa Ricordi fu la rinuncia a una parte delle sovvenzioni municipali e uno sforzo supplementare negli allestimenti. In due anni consecutivi Sonzogno allestì 19 opere e 6 balli, con esiti altalenanti nonostante il grande sforzo produttivo. Il 22 settembre 1894 inaugurò anche un proprio teatro in via Larga a Milano, la vecchia Canobbiana ristrutturata e ribattezzata Teatro lirico internazionale, che rimase poi di proprietà della famiglia sino al 1926, quando venne acquistato dal Comune di Milano. Nel 1905 fu stipulato il primo accordo con una casa discografica, la statunitense Victor Company, per incidere il repertorio della Sonzogno. Due anni dopo, nel 1907, Edoardo cessò l’attività impresariale: in poco più di trent’anni aveva allestito almeno 450 tra opere e balli. Fino al 1894, quando il Teatro lirico internazionale iniziò ad assorbire gran parte dell’impegno produttivo, l’attività principale era stata ripartita tra Milano e Roma, con le stagioni più prestigiose ai teatri Argentina e Costanzi.
L’attenzione prestata da Edoardo ai giovani compositori di scuola italiana si tradusse in quattro concorsi internazionali per esordienti: promossi dal Teatro illustrato sotto la direzione di Galli, furono indetti negli anni 1883, 1888, 1890, 1902. Dopo la prima edizione, che vide l’esclusione di Puccini con Le Willis (poi edita da Ricordi), la cui partitura era stata presentata incompleta, l’edizione destinata ad avere conseguenze determinanti sull’attività di Sonzogno fu la seconda: prevalse Pietro Mascagni con Cavalleria rusticana, melodramma vincente dopo l’esecuzione al Costanzi di Roma il 17 maggio 1890. Il successo internazionale dell’opera fu folgorante; nel giro di pochi mesi altri giovani compositori si accodarono a Mascagni, dando corpo alla sullodata «giovane scuola italiana» e alla stagione dell’opera «verista», da allora identificata con l’immagine stessa di Sonzogno. Effetto secondario dello straordinario successo di Cavalleria rusticana fu la causa intentata nel 1890 da Giovanni Verga, l’autore della novella donde era tratto il libretto, per la compartecipazione agli utili derivanti dalle esecuzioni dell’opera: il tribunale assegnò allo scrittore 150.000 lire a titolo di transazione dei suoi diritti. Vent’anni dopo, Verga tentò d’impugnare l’accordo per ottenerne una revisione a proprio vantaggio, ma la causa fu respinta per prescrizione.
Nel 1909 Edoardo si ritirò dalla direzione attiva, mantenendo ancora per alcuni anni la gestione della società in accomandita. Assegnò i due rami dell’azienda a due nipoti: a Riccardo, figlio di Alberto, il settore dell’editoria letteraria e dei periodici; a Lorenzo, figlio di Giulio Cesare, la procura per l’editoria musicale, che tuttavia gli ritirò dopo un anno, affidandola a Riccardo.
Riccardo, figlio di Alberto, era nato a Milano il 17 settembre 1871. Sposato con Ada D’Arneyro, ebbe due figli: Raffaellino e Alberto. Fu autore di raccolte di novelle e della prima traduzione italiana in prosa delle Fleurs du mal di Charles Baudelaire (1893). Nella nuova gestione dell’azienda, proseguì nel rafforzamento del repertorio di autori italiani e nell’acquisizione della rappresentanza di opere straniere (tra di esse Boris Godunov di Modest Musorgskij). Nel 1912 stipulò contratti con la Società italiana di fonotipia, con le inglesi Gramophone Company Ltd. e Fonotipia Ltd., con l’americana Victor Talking Machine Company. Sotto il profilo gestionale, nel 1913 fu costituita la Società in nome collettivo fra Riccardo e Alberto Matarelli (Firenze, 29 giugno 1875-1958) denominata Casa editrice Sonzogno. Edoardo, rappresentante della Società editrice Sonzogno, vendette alla società del nipote e di Matarelli gli immobili di via Passarella 13 e via Pasquirolo 12/14, dove egli aveva trasferito sede e stabilimento all’inizio della sua gestione, l’azienda editoriale e i periodici. Il ramo musicale fu invece mantenuto dalla Casa editrice Sonzogno, di cui Riccardo rimase procuratore.
Morì a Montecatini il 7 luglio 1915 e fu sepolto a Milano il 9 luglio.
Dopo la morte di Riccardo, Edoardo intentò e perse la causa per l’annullamento della vendita effettuata tre anni prima alla società del nipote e di Matarelli. Il passo successivo fu la messa in liquidazione delle due società. Il settore musicale, ricomposto il dissidio con Lorenzo, confluì di nuovo in una sola società; quello librario fu rilevato da Matarelli: nel 1919 questi costituì la Casa editrice Sonzogno di Alberto Matarelli, poi dal 1923 Società anonima Alberto Matarelli, che confermò l’indirizzo della Casa, con iniziative popolari di grande successo, dalla Biblioteca romantica mondiale alla Storia universale illustrata. Nel 1977 la casa editrice entrò a far parte del Gruppo editoriale Fabbri, nel decennio successivo del gruppo RCS (Rizzoli-Corriere della sera), nel 2010 di Marsilio Editori spa.
Lorenzo, detto Renzo, nacque a Milano il 2 gennaio 1877, figlio di Giulio Cesare. Orfano in giovane età, crebbe sotto la tutela dello zio Edoardo. Sposò Elvira Corbetta, da cui ebbe un figlio: il compositore Giulio Cesare (Milano, 24 dicembre 1906-23 gennaio 1976). Laureato in giurisprudenza, iniziò l’attività editoriale e imprenditoriale a fianco di Edoardo. Dopo l’estromissione dall’azienda di famiglia, fondò nel 1911 la Casa musicale Lorenzo Sonzogno, con sede in via S. Andrea 18 e poi in via S. Margherita 24. In aperta concorrenza con l’azienda diretta dal cugino e dallo zio, Lorenzo si garantì la collaborazione di due fra i compositori più in vista della Casa madre, Leoncavallo e Mascagni (che in polemica con Edoardo concesse a Lorenzo la tragedia lirica Parisina su libretto di Gabriele D’Annunzio), e ottenne i diritti per l’Italia di musiche edite all’estero (in particolare di Dukas, Humperdinck, Lehár, Massenet, Rimskij-Korsakov, Richard Strauss). Dal 1905 al 1914 pubblicò il mensile Il Teatro illustrato, che riprendeva la denominazione della rivista pubblicata da Edoardo dal 1881 al 1892. Lo contraddistinse la passione per il teatro d’operetta: fu proprietario di compagnie, organizzatore, editore in prima persona o in rappresentanza per l’Italia. La breve durata dell’attività indipendente di Lorenzo si chiuse con l’evento più qualificante dal punto di vista culturale: l’edizione e la rappresentazione, alla Scala il 20 marzo 1915, di Fedra, tragedia di D’Annunzio con musica di Ildebrando Pizzetti.
Morto Riccardo nel 1915, Edoardo e Lorenzo tornarono in società, con Lorenzo presidente e direttore generale. Edoardo cedette alla nuova Casa musicale Sonzogno Soc. An. il Teatro lirico internazionale, che fu ribattezzato Teatro lirico Edoardo Sonzogno. Nella sostanza si proseguì nella direzione intrapresa da Lorenzo con la precedente società, in particolare nei settori dell’operetta, delle musiche di intrattenimento e del mercato amatoriale. In campo operistico, accanto ai titoli di autori della Casa, le novità più significative furono l’opera futurista di Francesco Balilla Pratella, L’aviatore Dro (Lugo di Romagna, 1920), e la collaborazione con Puccini, il quale, per i difficili rapporti con Tito Ricordi, cedette a Sonzogno La rondine (Montecarlo, 1917). La produzione si estese anche all’ambito cinematografico, con la costituzione della Musical Film (già nel 1916 Lorenzo aveva stipulato contratti per la riduzione cinematografica di opere di Cilèa, Giordano, Leoncavallo, Mascagni tra gli altri).
Edoardo morì a Milano il 14 marzo 1920, ottantaquattrenne, colpito da emorragia cerebrale.
Lorenzo morì il 2 aprile seguente, sempre a Milano, colpito da «insulto apoplettico» (Schmidl, 1929). Nel 1913 era stato insignito della Commenda dell’Ordine della Corona d’Italia.
La morte di Edoardo e di Lorenzo innescò la crisi che nel 1923 portò alla vendita della Casa e all’acquisto da parte di Piero Ostali (pseudonimo Italos), industriale cotoniero, ma anche violinista e compositore (Desenzano del Garda, 14 settembre 1877-Milano, 20 marzo 1961). Ai di lui eredi – il figlio Enzo (Bellusco, 1° settembre 1913-Milano, 8 dicembre 1984), poi la moglie e il figlio di quest’ultimo: Nandi Bonini (Bologna, 17 marzo 1932) e Piero jr (Milano, 21 giugno 1962) – passò la proprietà e la conduzione della Casa musicale Sonzogno, trasferita in via Bigli 11, dopo la distruzione della sede storica bombardata nel 1943.
Fonti e Bibl.: La bibliografia critica fino al 1999 è compendiata in M. Capra, S., in Dizionario degli editori musicali italiani, 1750-1930, a cura di B.M. Antolini, Pisa 2000, pp. 329-344. Degli scritti anteriori si menzionano quelli di maggiore importanza: A. Galli, Del melodramma attraverso la storia e dell’opera verista di Bizet, in Il Teatro illustrato, V (1884), 39, pp. 34-36; A. Cortella, La giovane scuola italiana, in Il Teatro illustrato, XII (1892), 143, pp. 163-165; E. Hanslick, Fünf Jahre Musik (1891-1895), Berlin 1896, pp. 61-69; I. Cappa, Quarantadue anni di musica, in Catalogo delle Edizioni pubblicate e Repertorio delle Opere, Operette e Balli, Milano 1916, pp. III-XI; Edoardo S., in Musica d’oggi, II (1920), 3, pp. 77 s.; C. Schmidl, S., in Dizionario universale dei musicisti, II, Milano 1929, p. 526; C. Sartori, S., in Enciclopedia dello spettacolo, IX, Roma 1962, coll. 127 s.; M. Berengo, Intellettuali e librai nella Milano della Restaurazione, Torino 1980, ad ind.; L. Barile, Élite e divulgazione nell’editoria italiana dall’Unità al fascismo, Bologna 1991, ad ind.; la copiosa collettanea Casa S., a cura di M. Morini - N. Ostali - P. Ostali jr, Milano 1995; Pietro Mascagni: epistolario, I-II, a cura di M. Morini - R. Iovino - A. Paloscia, Lucca 1996-1997; G. Farinelli et al., Storia del giornalismo italiano. Dalle origini ai giorni nostri, Torino 1997, ad ind.; Storia dell’editoria nell’Italia contemporanea, a cura di G. Turi, Firenze-Milano 1997, ad ind.; V. Bernardoni, Le “tinte” del vero nel melodramma dell’Ottocento, in Il Saggiatore musicale, V (1998), pp. 43-68; Editori italiani dell’Ottocento: repertorio, a cura di A. Gigli Marchetti et al., I-II, Milano 2004; E. Borri, Giulio Cesare S.: cenni biografici ed elenco delle opere, in Affetti musicali. Studi in onore di Sergio Martinotti, a cura di M. Padoan, Milano 2005, pp. 345-359; A. Giger, Verismo: origin, corruption, and redemption of an operatic term, in Journal of the American musicological society, LX (2007), pp. 271-315; S. Valisa, Casa editrice Sonzogno. Mediazione culturale, circuiti del sapere ed innovazione tecnologica nell’Italia unificata (1861-1900), in The printed media in fin-de-siècle Italy. Publishers, writers, and readers, a cura di A.H. Caesar - G. Romani - J. Burns, London 2011, pp. 90-106; Editori a Milano (1900-1945): repertorio, a cura di P. Caccia, Milano 2013, pp. 294 s.; http://www.letteraturadimenticata.it/ Sonzogno. htm (30 giugno 2018).