SOPATRO (Σώπατρος, Sopăter) di Apamea
Filosofo greco di scuola neoplatonica, ricordato da Eunapio come massimo tra gli scolari di Giamblico. Visse tra la seconda metà del sec. III e la prima del IV d. C. Recatosi a Costantinopoli, acquistò grande influsso su Costantino: ma più tardi, caduto in disgrazia (o per la sua propaganda politeistica, o perché l'imperatore stesso volesse evitare ogni sospetto di paganesimo), fu da lui condannato a morte.
Sua opera principale, ricordata da Suida, è il Περὶ προνοίας καὶ τῶν παρὰ τὴν ἀξιαν ευπραγούντων ἤ δυσπραγούντων (Sulla provvidenza e su coloro che hanno fortuna o sfortuna oltre quanto è debito: l'argomento risulta già chiaro dal titolo). Per possibili resti di altre sue opere presso Fozio e Stobeo si vedano gli scritti sotto citati del Focke e del Wilhelm.
Bibl.: F. Focke, Quaestiones Plutarcheae, Diss., Münster 1911, p. 57 segg.; Fr. Wilhelm, Der Regentenspiegel des S., in Rheinisches Museum, LXXII (1918), pagine 374-402; Seeck, in Pauly-Wissowa, Real-Encyclopädie, III A, colonne 1006-1607.