SOPHOKLES (Σοϕοκλῆς)
Scultore greco, probabilmente dell'Elide, attivo verso il 300 a. C., il cui nome ci è conservato su tre basi di Olimpia: una per statua incerta perché manomessa in un reimpiego d'età romana e due destinate a reggere statue di cavalieri, i cui cavalli si impennavano.
Il materiale usato e la mancanza dell'etnico suggeriscono l'ipotesi che egli fosse del luogo. I cavalli impennati convengono a ritratti di personaggi dell'età dei diadochi. La scrittura e il tipo delle basi ci riconducono alla fine del IV sec. a. C. Un passo di Plinio (Nat. hist., xxxiv, 51) menziona un artista fiorito negli anni 328-25, il cui nome, oscillante fra le lezioni Eucles, Eukles, fucles, icles offerte dai codici è stato riconnesso (Loewy, seguito dalla Sellers) con quello di Sophokles. Il Ferri, pur conservando Eucles nel testo, non respinge l'identificazione, considerando che uno scultore di tal nome non è diversamente documentato.
Bibl.: E. Loewy, I. G. B., nn. 123-25, e p. 384; K. Purgold-M. Bulle, in Olympia, II, p. 155 ss., tav. XCIV, n. 9; H. Dittenberger-K. Purgold, in Olympia, V, Inschriften, nn. 229-30, 639-40; E. Preuner, Delph. Weihgeschenke, Bonn 1899, p. 103; id., in Hermes, LVII, 1922, p. 103; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, III A, 1927, c. 1098; M. Bieber, in Thieme-Becker, XXXI, 1937, p. 287; S. Ferri, Plinio il Vecchio, Roma 1946, p. 75; G. Lippold, Griechische Plastik, in Handbuch der Archaeologie, III, i, Monaco 1950, p. 299.