Vedi SOPIANAE dell'anno: 1966 - 1997
SOPIANAE (anche Sopianis)
Castellum e grande abitato civile corrispondente all'odierna città di Pécs in Ungheria.
Già prima dell'età romana, era un centro abitato dagli indigeni di origine celtica. Il castellum è da supporre che si trovi nell'area della cattedrale moderna poiché dalle sue vicinanze sono venute alla luce alcune tombe di età romana. Dopo la riforma dioclezianea la città divenne centro della nuova provincia Pannonia Valeria, residenza dunque del praeses. Durante i primi tempi di occupazione romana S. divenne anche un grande centro cristiano.
Tra il mulino Madaràsz e l'albergo Corona è da riconoscere una strada romana sui lati della quale vi sono più abitazioni romane. Accanto al Duomo di oggi è venuta alla luce prima un'abitazione cristiana e poi una cella trichora di m 9 × 4,52 databile nel IV secolo. È un indizio evidente della persistenza della popolazione dell'età preromana, tutta concentrata intorno al castellum e più tardi intorno alla prima chiesa locale.
Bibl.: P. Gerecze, in Arch. Ert., 1896, p. 448; Fluss, in Pauly-Wissowa III A, 1929, c. 1107, s. v. Sopianis; T. Nagy, Relazione al II Congr. Internaz. di Arch. Cristiana, 1932, pp. 295-296.
(D. Adamesteanu)
Museo. - Il museo, che porta il nome del grande umanista ungherese Janus Pannonius, è stato creato nel 1951 mediante la fusione tra due musei preesistenti.
Un piccolo lapidario si trova nel giardino. Fra i monumenti ivi sistemati (qualche stele e un sarcofago) sono da ricordare le due lapidi di Iulius Rufus che illuminano l'indirizzo classicheggiante seguito dall'artigianato locale negli anni sessanta del II secolo. La raffigurazione sull'ara consacrata a Silvano è una delle più belle immagini di questa divinità nel territorio della Pannonia.
L'esposizione presenta, attraverso il materiale archeologico, il passato della città di Pécs e della regione di Baranya, dalla preistoria alla fine del X sec. d. C. Il complesso di ritrovamenti presentato nelle sale preistoriche appartiene allo stanziamento e alla necropoli neo-eneolitica di Zengövarkony, che dimostra un forte influsso meridionale. È importante anche il materiale dello stanziamento di Pécel, di Palotabozsok e quello appartenente all'età cuprolitica di Zók, la cui ceramica non presenta particolarità locali. Si può tuttavia ricordare il focolare di argilla portatile, di cui ritroviamo i corrispondenti anche nell'epoca del dominio celtico, che ebbe luogo più tardi, nell'Oltredanubio. I ritrovamenti di depositi dell'Età del Ferro, venuti alla luce nei dintorni della città e nel territorio della regione, indicano che gli spostamenti etnici avvenuti agli inizî del I millennio, avevano raggiunto anche l'angolo Danubio-Drava. Nel territorio del castelliere (Földvár) del monte Jakab, oltre ai ritrovamenti di carattere pre-scita esistono anche materiali collegabili agli Illiri. Fra i migliori pezzi di oreficeria celtico-dacica del I sec. a. C. sono da annoverare gli orecchini d'argento di Okörág.
Mancano ancora nel territorio di Pécs materiali del periodo iniziale dell'occupazione romana. S. acquistò reale importanza solo nella tarda epoca romana. Precedentemente, era prevalsa verso N, fino alla montagna Mecsek, l'influenza della colonia Mursa sulla riva della Drava, mentre nella linea di confine di Baranya segnata dalla fine del I sec. alla fine del III sec. d. C., cambia fortemente la composizione etnica della popolazione dell'angolo formato dal Danubio e dalla Drava. Le ville fortificate di Hoszuhetény e altre ville della tarda epoca romana segnano i centri padronali dei villaggi-colonie.
Nel territorio di S., elevata a sede regionale all'inizio del IV sec., il gruppo di cimeli più ricco è rappresentato da quelli paleocristiani. Le camere funerarie dipinte, del IV sec., che si estendono intorno alla cattedrale odierna, sono uniche nella zona del centro Danubio.
I ritrovamenti di tombe principesche degli Unni a Pécsüszög segnano la fine del dominio romano, e contemporaneamente richiamano l'attenzione sul fatto che uno dei centri regionali dell'impero degli Unni può essere collocato nella immediata vicinanza di Sopianae. Il corredo di gioielli d'argento dorato della tomba di Domolospuszta, getta luce sull'epoca della più tarda occupazione gotico-orientale e sull'alto livello della oreficeria dell'epoca. Il materiale germanico, ritrovato nella necropoli di Pécs, è di pretese molto più modeste, essendo laminato con ornamenti traforati che scendono all'epoca dell'occupazione degli Avari.
Dal territorio di Baranya, circa venti gruppi di tombe segnalano la natura intensiva dell'occupazione àvara verificatasi negli anni settanta del VI secolo. Fra il materiale spicca l'elmo puntuto, composto da quattro lamine di ferro.
(T. Nagy)