sorriso
Ha una sola presenza, sottolineata dalla rima, in Pd XVIII 19 Vincendo me col lume d'un sorriso, / ella mi disse: " Volgiti e ascolta; / ché non pur ne' miei occhi è paradiso ".
La nota preminente non tanto si lega a suggestioni allegorico-morali nel senso indicato dal Buti (Beatrice che, invece dî ridere, sorride " come fa lo savio che non apertamente ride; imperò che l'aperto ridere mostra dissoluzione ") quanto ai motivi a cui accenna il Momigliano: " la terzina che chiude questa scena, è scritta con una mano d'incomparabile leggerezza, e conserva alla Beatrice beata, insieme con la luminosità del paradiso, un'ombra, meno di un'ombra, di compiacimento femminile. Beatrice sorride a tanta fissità: il sorriso riscuote Dante, ma aggiunge luce al volto di Beatrice; è luce celeste, ma è anche movimento umano... " (v. anche RISO, che però talvolta vale " sorriso ").