SOSIA (Σωσίας)
Fabbricante di vasi dipinti, in Atene verso il 500 a. C. Si conoscono due esemplari con la sua firma, al museo di Berlino: una coppa e un piatto. La prima è un vero capolavoro; all'esterno è dipinta l'accolta dei numi che ricevono Eracle nell'Olimpo, nell'interno Achille che applica una fasciatura al braccio ferito di Patroclo. Notevole l'espressione del dolore fisico, ottenuto con l'atteggiamento delle membra, ché l'arte non era giunta ancora a renderla efficacemente nei visi. L'eccezionale finezza del disegno ha fatto pensare che l'esecutore fosse identificabile con qualcuno dei ceramografi più eccellenti di stile affine, Eufronio o Pitino, ma si tratta d'un artista di cui non sembra ci siano pervenute altre opere. E ben difficilmente gli si può attribuire l'altro pezzo, uscito dalla stessa fabbrica, che reca nel tondo un Sileno accoccolato, visto di fronte: il carattere dei particolari è tutt'altro. S. ebbe alle sue dipendenze più d'un pittore.
Bibl.: Fino al 1919, in J. C. Hoppin, Handbook of Attic redfigured vases, Cambridge 1919, II, p. 421 segg.; E. Pfuhl, Malerei u. Zeichnung d. Griechen, Monaco 1923, I, p. 457 segg.; E. Pfuhl, Malerei u. Zeichnung d. Griechen, Monaco 1923, I, p. 457 seg.; J. D. Beazley, Attische Vasenmaler, Tubinga 1925, p. 59; P. Ducati, Storia della ceramica greca, Firenze 1923. La tazza è ricordata in ogni manuale d'arte antica.