SOSILO (Σωσύλος, Sosylus)
Sosilo lacedemonio è menzionato da Cornelio Nepote fra coloro che rimasero nel campo di Annibale "quamdiu fortuna passa est". Sarebbe stato anzi il suo maestro di greco (Hann., 13, 3). Polibio, che lo cita una sola volta (III, 20), lo accusa di ciance da bottega di barbiere. Diodoro (XXVI, 4) dice che scrisse 7 libri intorno alla storia di Annibale. Questo quanto ci è tramandato dall'antichità intorno a lui.
Un suo notevole frammento scoperto in un papiro egiziano contiene il racconto di una battaglia navale tra Cartaginesi da una parte, Romani e Massalioti dall'altra. La battaglia sembra, nonostante alcune non lievi difficoltà, quella vinta da Cn. Scipione alla foce dell'Ebro nel 217. Il racconto è chiaro, non retorico, e fa buona impressione per la concretezza e l'interesse per le cose militari, sicché non conferma in alcun modo la severità del giudizio di Polibio. Può darsi del resto che, nonostante questo giudizio, Sosilo sia stato tra le fonti di Polibio per la seconda guerra punica, né è improbabile che egli abbia lasciato tracce nella tradizione annalistica.
Bibl.: I frammenti in F. Jacoby, Fragm. der griech. Historiker, II B, Berlino 1929, p. 903 segg.; II D, 1930, p. 603 segg.; F. Bilabel, Die kleineren Historikerfragmente auf Papyrus, Bonn 1923, n. 10; F. Jacoby, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III A, coll. 1204 segg.; U. Wilcken, in Hermes, XLI (1906), p. 136 segg.; G. De Sanctis, in Rivista di Filologia, n. s., I, (1923), p. 487 segg.