sospettare (sospecciare)
Dalle edizioni si trarrebbe che in D. sia normale ‛ sospecciare ', come anche appare da ‛ sospeccioso ' (v.), ‛ sospeccione ' (v.); ‛ sospettare ' risulterebbe infatti usato una sola volta, in rima. Si tenga tuttavia conto che i codici alternano frequentemente ‛ sospecciare ', ‛ sospettare ', e anche ‛ suspicare '.
La forma ‛ sospecciare ' rivela la derivazione dal provenzale sospechar. In If X 57, come infinito sostantivato, vale " dubbio ", " speranza dubbiosa ": poi che 'l sospecciar fu tutto spento. Tuttavia, con riferimento ai vv. 55-56 (Dintorno mi guardò, come talento / avesse di veder s'altri era meco), è ammissibile che nel vocabolo sia contenuta l'idea del " guardare " con ansia, col timore di non ‛ vedere ' chi si vorrebbe (del resto, s. è etimologicamente connesso col latino suspectare, " guardare in su "). In Pg XII 129 fec'io come color che vanno / con cosa in capo non da lor saputa, / se non che ' cenni altrui sospecciar fanno, vale " sospettare ", " supporre " l'esistenza di qualcosa.
Vale piuttosto " nutrire sospetto ", e quindi " temere ", in If XXVII 100 Tuo cuor non sospetti; / finor t'assolvo (v. SOSPETTO), ma anche qui non è da scartare una connotazione di dubbio.
V. Anche SOSPICARE.