SOSSO
. È parola di origine babilonese, passata attraverso il greco, nella quale lingua si diceva σῶσσος. In babilonese (accado) il termine suona shushshu e significa sessanta, vale a dire un sesto di 360. Il numero 60 era la base di numerazione del sistema paleobabilonese sessagesimale. Questo sistema deve essere stato inventato dai Sumeri, gli abitanti storici più antichi, per quanto si sappia ora, della Babilonia. Gli Accadi, ossia gli abitanti semitici della Valle dei Due Fiumi, facevano invece uso del sistema decimale. Però anche gli Accadi qualche volta usavano il sistema sessagesimale, segnatamente in libri di matematica. Finora non si è trovata una spiegazione convincente dell'origine del sistema sessagesimale. Si è affermato che i Sumeri hanno inventato questo sistema aggiungendo il dito di una mano ai cinque dell'altra. Altri hanno sostenuto che essi facevano così considerando l'anno solare composto di 360 giorni e che sapevano dividere l'intera circonferenza in sei parti eguali in base alla proprietà del lato dell'esagono regolare di essere eguale al raggio del circolo circoscritto. Secondo altri studiosi, i Sumeri, per rendersi conto del trascorrere del tempo dall'ombra proiettata sul terreno, si giovavano di uno stilo verticale, dividendo il terreno circostante alla base in un certo numero di angoli tra loro eguali. Si presenterebbe spontaneamente la scelta del numero sei come numero delle parti tanto dell'angolo-giro quanto della giornata. È più verosimile che la creazione del sistema sessagesimale vada ricondotta alla prerogativa di cui godono il sessanta e i suoi multipli di possedere un ingente numero di divisori. I Sumeri facevano pure uso di frazioni aventi per denominatori le potenze successive di sessanta: queste sono le frazioni usate largamente nell'astronomia greca o chiamate frazioni astronomiche. Nella scrittura il sosso era indicato da un cuneo verticale, il quale però nel sistema decimale indica il numero 1. Di regola il sistema sessagesimale era combinato nella scrittura col decimale. Il segno per dieci era costituito da due cunei combinati con le loro teste. Il cuneo verticale poteva indicare oltre al sosso anche le unità successive del sistema sessagesimale, dunque 360, che era chiamato sar, e così avanti, e il segno per dieci poteva indicare anche 10 × 60, ossia un nēru.
Bibl.: F. Thureau-Dangin, Esquisse d'une histoire du système sexagésimal, Parigi 1932; id., La graphie du système sexagésimal, in Revue d'assyriologie, XXVII, pp. 73-78; D. Sidersky, La division de la circonférence en 360 parties, in Revue d'assyr., XXVI, pp. 31-32; P. Meissner, Babylonien und Assyrien, II, Heidelberg 1925, pp. 385-386; G. Loria, Storia delle matematiche, I, Torino 1929, pp. 29-33.