SOTADE di Maronea o di Creta
Poeta satirico, vissuto fra la fine del sec. IV e i primi decennî del III a. C., nell'ambiente alessandrino. Probabilmente egli è da identificare con un filosofo cinico del medesimo nome, intorno a cui si narra qualche aneddoto simile a quelli che riguardano Diogene di Sinope. Certo la cultura cinica ci spiega come si mescolino nella produzione di S. elementi morali ed elementi osceni, spregiudicatezza, libertà di parola; e come egli abbia preso specialmente di mira i potenti, lanciando i suoi strali contro Lisimaco di Tracia, contro Tolomeo II Filadelfo, contro Belistiche, famosa cortigiana del Filadelfo. Quando questo principe, seguendo il costume faraonico, si fu unito in matrimonio con la propria sorella Arsinoe, S. non mancò di mettere in ridicolo le auguste nozze e fu imprigionato: uscito di prigione, venne poi nuovamente raggiunto, in Cauno, da Patroclo, ammiraglio del Filadelfo, e buttato a mare. In complesso, S. è il principale rappresentante d'un genere di poesia licenziosa e mordace, che teneva della farsa, del mimo, della parodia, dei fliaci, e che i grammatici antichi designano col nome di "cinedologia" o "ionicologia".
Il dialetto normalmente adoperato era lo ionico; il metro una specie di tetrametro ionico a maiore, che prese appunto l'appellativo di sotadeo. Della produzione di Sotade abbiamo pochi frammenti. Alcuni di essi appartengono a una parodia dell'Iliade in versi sotadei. Si ricordano titoli di varie altre composizioni, come Priapo, Contro Belistiche, L'Amazzone, Adone, la Discesa agli Inferi (argomento di carattere cinico, da avvicinare alle nekyiai di Cratete, di Menippo, di Timone).
Abbiamo anche una raccolta di massime in metro sotadeo, e in lingua non ionica ma koiné, che probabilmente non gli appartiene in modo diretto e assoluto, bensì costituisce una specie di gnomologia desunta dalle sue opere e adattata a uso comune. Qualcosa di simile era anche, secondo ogni verosimiglianza, il Sota (abbreviazione di Sotades) composto da Ennio, che sta a testimoniare la fortuna di S. presso i Romani.
Ediz.: E. Diehl, Anthologia lyrica, II, Lipsia 1924, pp. 286-294; I. U. Powell, Collectanea Alexandrina, Oxford 1925, pp. 238-245.
Bibl.: F. Susemihl, Gesch. der griech. Litt. in der Alexandrinerzeit, I, Lipsia 1891, pp. 245-46; C. Cessi, La poesia ellenistica, Bari 1912, pp. 340-42; G. A. Gerhard, Phoinix von Kolophon, Lipsia 1909, p. 243 segg.