southern gas corridor
<sḁ'dħën ġäs kòridoo> locuz. sost. ingl., usata in it. al masch. – Corridoio meridionale del gas, locuzione con cui s'intende la via di accesso al mercato dell'Europa Occidentale, attraverso gasdotti, dei ricchi giacimenti di gas caucasici (Mar Caspio); anche la disputa internazionale geopolitica sui tracciati delle infrastrutture di trasporto. L'Unione Europea, considerando il southern gas corridor un asse prioritario di interconnessione nell'ambito della pianificazione delle reti transeuropee dell'energia (TEN-E, Trans european energy networks) per la sicurezza e la diversificazione degli approvvigionamenti energetici, ha individuato inizialmente nel progetto Nabucco la chiave del rafforzamento dei collegamenti tra la zona del Caspio (in partic. il giacimento azero di Shah Deniz) e l’Europa. Il progetto del gasdotto Nabucco, che si prevede possa unire il confine turco-bulgaro all'Austria attraversando Bulgaria, Romania e Ungheria, vede impegnate varie compagnie europee, capeggiate dalla Rwe tedesca, e ha il sostegno dell’Unione Europea (e degli Stati Uniti), perché rappresenta un’alternativa alla dipendenza dal gas russo con gas proveniente dall’Azerbaigian o dall’Iran e in futuro, forse, dal Turkmenistan o persino dal Golfo Persico. Tuttavia i contratti per la fornitura di gas mancano ancora, i rapporti tra Azerbaigian e Turchia sono critici, mentre l’import dall’Iran è oggi fortemente osteggiato dagli americani. I lavori di costruzione del gasdotto Nabucco non sono stati avviati, in attesa di una valutazione finale del consorzio di gestione del giacimento Shah Deniz. Oltre al Nabucco, secondo alcune visioni in alternativa, è in essere il progetto South stream, che vedrebbe la realizzazione di un gasdotto dalla Russia alla Bulgaria, passando sotto il Mar Nero per poi dirigersi verso l’Europa centrale e meridionale. Inizialmente (2006) il South stream vedeva coinvolti soltanto Gazprom ed Eni, ma successivamente ha assunto una connotazione più europea con la partecipazione della francese Edf e da ultimo della Wintershall tedesca. Nel novembre del 2012 è stata presa dalle parti interessate la decisione finale di investimento, e la fine del 2015 è considerata una data possibile per l'inizio delle operazioni commerciali di trasporto del gas. Altri due progetti godono del sostegno della UE per l'apertura del corridoio meridionale del gas: Trans adriatic pipeline (TAP) e Poseidon (Inteconnection Turkey Greece Italy, ITGI). Il primo, sviluppato da un consorzio costituito dalla svizzera Axpo (al 42,5%), dalla norbegese Statoil (42,5%) e dalla tedesca E.ON Ruhrgas (15%), mira a collegare la zona del Caspio via Grecia e Albania, e attraverso il Mare Adriatico, con l'Italia meridionale e conseguentemente l'Europa Occidentale (nel febbraio del 2012 il consorzio Shah Deniz ha selezionato questa infrastruttra quale accesso prioritario per l'Italia). Il progetto Poseidon, sostenuto in quote paritarie dalla italiana Edison e dalla greca Depa, si propone di interconnettere direttamente Italia e Turchia, via Grecia e Mare Adriatico (attualmente in fase di valutazione di impatto ambientale, si prevede pronto per la prima erogazione di gas per il 2015).