sovente
L'avverbio compare sempre col significato di " spesso ", " di frequente ", e ricorre sempre in poesia. Nella Vita Nuova, con l'eccezione di XXXIV 10 10 una voce che sovente mena / le lagrime dogliose a li occhi tristi, risulta sempre in rima, accoppiandosi ora con un aggettivo (avvenente, VIII 6 12, come in Rime dubbie XXIV 4; dolente, XXXII 6 9) ora, più spesso, con avverbi dal suffisso in -mente (subitamente e solamente, XVI 7 3; coralmente, XXII 13 1, anticipato al § 8; umilmente, XXIII 20 25; mirabilmente, XXXVI 4 3, dolcemente, XXXVIII 8 2). Tale situazione si prolunga in Cv III Amor che ne la mente 3, parafrasato in III 13 move sovente cose che fanno disviare lo 'ntelletto, e in Rime XLIX 11, Rime dubbie III 9 18, XIX 6.
Opposta invece è la situazione della Commedia dove, se si esclude il caso di Pg XXVII 92 il sonno... sovente, / anzi che 'l fatto sia, sa le novelle, l'avverbio non ricorre mai in rima: cfr. If II 74, XXXII 33, Pg XXI 51, XXVII 54.
La voce presenta inoltre sette occorrenze nel Fiore, anche queste sempre all'interno del verso (XXXIX 11, LI 2, CVI 8, CVIII 2, CXXI 3, CLXIX 6), tranne l'eccezione di CXCII 8 e mi battea la schiena ben sovente. La relativa frequenza del francesismo nel Fiore fa pensare a un'influenza diretta del Roman de la Rose.