sovrappopolazione
Popolazione che eccede le normali possibilità di vita in un luogo in relazione ai mezzi di sussistenza o allo spazio fisico disponibile. Provoca in generale un eccessivo sfruttamento dell’ambiente e delle sue risorse e quindi una pressione sulle risorse naturali stesse.
Si può parlare di s. a diversi livelli: urbano, quando è riferita alle singole città, nazionale, se relativa ai differenti Stati, o mondiale, quando si ritiene che l’insieme delle risorse, rinnovabili e non, non permetterebbe di sostenere la popolazione del pianeta.
L’interesse degli studiosi per questo tema è relativamente recente, dal momento che fino all’inizio del 19° sec. la crescita della popolazione è stata lenta, poiché gli alti tassi di fecondità (➔ fecondità, tasso di) si sono accompagnati a una elevata mortalità (➔) a causa delle guerre, delle calamità naturali e sanitarie e dell’elevata mortalità infantile. All’inizio del 19° sec., tuttavia, la popolazione mondiale ha raggiunto il miliardo di abitanti, e ciò ha dato origine a un ampio dibattito circa le conseguenze della sovrappopolazione.
Nel linguaggio economico, con s. ci si riferisce a una eccedenza della popolazione rispetto ai mezzi di sussistenza.
Secondo T.R. Malthus (➔) e i suoi seguaci, la popolazione tenderebbe ad aumentare più rapidamente dei mezzi di sussistenza, quando non vi siano freni che ne ostacolino il libero sviluppo; per Malthus, infatti, la legge di sviluppo della popolazione è quella geometrica e porta al raddoppiarsi di una popolazione in circa 25 anni, in condizione di fecondità naturale, come accadeva nel 19° sec. per alcune popolazioni americane. Per i mezzi di sussistenza, invece, egli sostiene che l’accrescimento avviene in progressione aritmetica, quindi molto meno velocemente rispetto a quello della popolazione. Malthus nota ancora che il divario di crescita fra popolazioni e mezzi di sussistenza introduce di per sé stesso un freno incontrollato, che si concreta in guerre, pestilenze e altre catastrofi; propone, quindi, di sostituire a questi freni ‘naturali’, quelli volontari di carattere morale, ma il solo che è in grado di indicare consiste nella castità accompagnata da matrimoni in età avanzata dei coniugi, condannando severamente ogni altra forma di controllo delle nascite.
Nella teoria economica di K. Marx (➔), invece, s. relativa è una locuzione che indica (in polemica con il malthusianismo) la s. che risulta dalla diminuzione dei mezzi di sussistenza (piuttosto che dall’aumento naturale della popolazione) e che a sua volta determina la formazione dell’esercito industriale di riserva (costituito dai disoccupati), così regolando i movimenti del mercato del lavoro secondo le esigenze di valorizzazione del capitale.