SPAGNOLI, Francesco, detto Rusca.
– In base alla registrazione del decesso, sarebbe nato intorno al 1634, da Matteo. Una possibile provenienza iberica della famiglia è suggerita dal cognome, pur notevolmente diffuso in area lombarda, e dall’attributo «lo Spagnolo» che accompagna il suo nome in alcuni atti notarili (Archivio di Stato di Como, Atti dei notai, bb. 1779, 2739, 2799).
Sugli anni di formazione non si hanno notizie. La presenza di Spagnoli è attestata per la prima volta a Como nel 1655 in qualità di teste a una procura di Antonio Francesco, Giuseppe e Lucrezia Rusca, figli di Carlo e di Maria Caterina Fossati, a favore dello zio Giovanni Antonio Rusca (b. 1779, rogito dell’8 marzo 1665). Presso la nobile famiglia comasca Spagnoli prestava allora servizio come precettore dei tre fanciulli, risiedendo con tutta probabilità nel loro palazzo.
Dal 1658-59 fu attivo come cantore al duomo di Como dove, nel 1661, divenne maestro di cappella succedendo a Pietro Corti, con un salario mensile di 25 lire milanesi (Como, Archivio storico della Diocesi, Opera pia Gallio, b. B, Registri vari, vol. II: 1659-1676, cc. n.n.). Mantenne formalmente l’incarico almeno fino al 1686-87 (Capitolo della cattedrale di Santa Maria Maggiore in Como, b. 3, f. 9), ma è probabile che abbia continuato a svolgere tale attività fino al 1703, quando alla direzione della cappella del duomo subentrò il suo allievo Nicola Mornago (Opera pia Gallio, b. E, Allegati ai conti consuntivi 1661-87, cc. n.n.).
Spagnoli operò anche in altre cappelle cittadine, tra cui quelle delle chiese del Crocefisso e del Gesù, e della basilica di S. Fedele. Inoltre, in adempimento alle disposizioni del sinodo del settembre 1672, che ingiungeva ai maestri di cappella di provvedere all’istruzione musicale dei chierici e dei convittori degli istituti scolastici locali, insegnò canto gregoriano all’Opera pia Gallio dei somaschi, all’Oratorio dei Giovani e in alcuni conventi femminili (Picchi, 1987, pp. 236 s.).
Con i Rusca mantenne un saldo e continuativo rapporto, come attestano le rendite da essi ricevute per via testamentaria e la sua partecipazione nel corso degli anni a diversi atti notarili della famiglia, della quale dal 1678 assunse il cognome (Archivio di Stato di Milano, Arch. gen. del Fondo di Religione, b. 3498, rogiti del 5 luglio 1659, 1° giugno 1667, 9 aprile 1674, b. 3499, rogito del 19 ottobre 1678). Dal 1686 fu beneficiario di una pensione corrispostagli dal Collegio dei gesuiti di Como, erede del patrimonio di Antonio Francesco Rusca (b. 3499, rogito del 10 luglio 1686); ottenne una seconda rendita annuale alla morte di Maria Caterina Fossati, avvenuta nel 1687 (b. 3500, f. 63), e nel 1695, con il testamento di Giuseppe Rusca, conseguì un nuovo vitalizio e il comodato di un’abitazione appartenente alla famiglia (Archivio di Stato di Como, Atti dei notai, b. 2799, all. al rogito del 3 settembre 1695).
Morì a Como il 4 aprile 1704 all’età presunta di 70 o 71 anni, e venne sepolto nella chiesa di S. Donnino (Como, Archivio parrocchiale di S. Donnino, Registri anagrafici sacramentali, Registro dei defunti 1645-1727, cc. n.n.).
La produzione musicale di Spagnoli, tramandata da manoscritti conservati dall’Archivio musicale del duomo di Como, consta di circa 500 composizioni quasi esclusivamente di musica da chiesa, vuoi liturgica vuoi devozionale, ivi compresi dialoghi, cantate e oratori (in latino o in volgare), tutte destinate alle cappelle della città. Tra le composizioni strumentali si annoverano tre sinfonie, tre toccate per violino e spinetta e una per organo e spinetta (cfr. Picchi, 1990). Per disposizione testamentaria gli autografi di Spagnoli furono trasferiti al Collegio dei gesuiti: erede universale dei beni del compositore, l’istituto avrebbe dovuto averne cura assicurandosi che il suddetto Mornago e l’altro suo discepolo Giuseppe Bianchino se ne potessero «servire e valere, ma con obbligo di restituirla e rimetterla nel suo luogo» subito dopo l’uso (il testamento del compositore, redatto nel marzo del 1704, è nell’Archivio di Stato di Como, Atti dei notai, b. 2742, rogito del 23 marzo 1704, cit. in Gianoncelli, 1978-1979, pp. 41-44: 42). In seguito alla soppressione della Compagnia di Gesù (1773), il corpus delle opere di Spagnoli sarebbe dovuto passare al Collegio dei nobili giureconsulti, a sua volta soppresso nel 1795, e infine confluire tra i fondi degli enti e delle istituzioni ecclesiastiche soppresse che costituirono il nucleo originario della Biblioteca comunale di Como (Lucati, 1963): ma in realtà i manoscritti non vi giunsero mai. È probabile, dunque, che prima della cessazione il Collegio dei gesuiti avesse direttamente ceduto il fondo al duomo di Como (cfr. Picchi, 2007, p. 306).
La scrittura musicale di Spagnoli si caratterizza per un frequente ricorso allo stilus antiquus o ecclesiasticus di ascendenza madrigalesca, con l’alternanza di passaggi omofonici e imitativi, e per la pratica dell’aumentazione impiegata «per mettere in risalto una voce rispetto alle altre» (Pedretti, 1992-93, p. 39). Una particolare attenzione è prestata dal compositore ai valori semantici e ‘affettivi’ del testo poetico, di cui la musica ricalca l’articolazione retorica anche mediante l’avvicendamento di tempi binari e ternari (p. 41). Le affinità riscontrate tra il suo stile compositivo e quello di Giacomo Carissimi hanno portato ad avanzare alcune ipotesi su una possibile provenienza romana di Spagnoli, o su eventuali contatti intercorsi con quella cultura musicale durante la sua formazione (Gianoncelli, 1978-1979, p. 33).
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Como, Atti dei notai, bb. 1777-1779, 2735, 2739, 2742, 2799; Como, Archivio parrocchiale di S. Donnino, Registri anagrafici sacramentali, Registro dei defunti 1645-1727; Archivio storico della Diocesi, Opera pia Gallio, b. B, Registri vari, vol. II: 1659-1676, cc. n.n., Notta dei mandati che si fanno alli musici per me Sessa Carlo Pila cancelliere, b. E, Allegati ai conti consuntivi 1661-87; Capitolo della cattedrale di Santa Maria Maggiore in Como, b. 3, f. 9; Archivio di Stato di Milano, Archivio generale del Fondo di Religione, bb. 3498, 3499, 3500; A. Rusconi, Memorie storiche del casato Rusca o Rusconi, Bologna 1874, tav. VII; V. Lucati, La biblioteca comunale di Como, Como 1963, pp. 10-16; M. Longatti, Gli organisti del Duomo comasco, in Quadrante lariano, III (1970), 16, pp. 5-7; M. Gianoncelli, Un musicista da lungo tempo dimenticato: F.S. detto R. (1634-1704), in Periodico della Società storica comense, XLVI (1978-1979), pp. 29-73; M. Longatti - O. Tajetti, R., F., in Repertorio biografico dei musicisti comaschi di cui si ha notizia in epoca anteriore al secolo XIX, in Insieme, XII (1980), pp. 55 s.; M. Longatti, La cappella del duomo di Como nella prima metà del Seicento, in Quadrivium, XXIII (1982), 2, pp. 64-66; A. Picchi, La musica sacra in diocesi, in Archivio storico della Diocesi di Como, I (1987), pp. 229-237; D. Costantini - N. Sansone, Le Toccate per violino e spinetta di F.S. detto R.: un esempio di tastiera concertante nel Seicento italiano, in Tradizione e stile. La musica sacra in area lombardo-padana nella seconda metà del ’600, Atti del II Convegno internazionale di studi... 1987, a cura di A. Colzani - A. Luppi - M. Padoan, Como 1989, pp. 191-208; A. Picchi, Cantate e mottetti sacri nella Como barocca, in Archivio storico della Diocesi di Como, III (1989), pp. 253-272; Id., Storia degli organi e della cappella musicale del duomo di Como, Como 1990, pp. 5-12; Archivio musicale del Duomo di Como. Catalogo delle opere a stampa e manoscritte dei secoli XVI-XVIII, a cura di A. Picchi, Como 1990, pp. 25-109; R. Pedretti, F.S. detto “R.” e la vita musicale del duomo di Como (1658-1704), tesi in paleografia e filologia musicale, Università di Cremona, a.a. 1992-93; A. Picchi, Regesto dei documenti del Fondo Fabbrica del duomo relativi alla musica della cattedrale, in Archivio storico della diocesi di Como, VIII (1997), pp. 231, 234-236, 250, X (1999), p. 124; F. Rainoldi, “In hymnis et canticis”. Fede e culto eucaristico in alcune cantate comasche del secolo XVII, ibid., VIII (1997), pp. 395, 400-403, 422; A. Picchi, Sull’impiego delle composizioni di Cossoni nella vita musicale di Como nel secolo XVII, in Carlo Donato Cossoni nella Milano spagnola, Atti del Convegno internazionale di studi..., Como... 2004, a cura di D. Daolmi, Lucca 2007, pp. 303-310.
detto Rusca
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