ABATI (degli Abati, Abatis), Spagnolo
Figlio di Bencivenne, mercante e cambiatore bolognese, praticò l'attività paterna con i fratelli Iacobo, Antonio e Bolognino. Dottore sul finire del 1263, esercitò anche la professione forense a fianco dei più reputati giuristi postaccursiani, come dimostrano numerosi atti (1263-69) pubblicati nei volumi del Chartularium Studii Bononiensis.Insegnò diritto civile almeno dal 1269. Ghibellino di parte lambertazza - come del resto voleva la tradizione della sua famiglia - fu, però, di grande equanimità nell'esercizio delle pubbliche funzioni: nel 1272, infatti, dovendosi decidere la cassazione di un certo statuto, votò l'opinione dei Geremei anteponendo alla sua parte ciò che gli era sembrato giusto. Amico e familiare di re Enzo - al quale gli Abati avevano prestato notevoli somme - fu da questo ricordato, insieme con i fratelli, con una disposizione testamentaria (1272), che gli legava la somma di mille libbre. Fu bandito con tutta la famiglia nel 1274, al tempo della prima cacciata dei Lambertazzi, unitamente a molti maestri dello Studio; essendo di grande autorità fra gli esiliati della sua parte, ne divenne sindaco e procuratore e come tale andò, nel 1278, presso il pontefice Nicolò III, eletto arbitro delle opposte fazioni, a trattare la pace coi Geremei. Ma poiché la concordia, giurata il 4 ag. 1279 sulla pubblica piazza di Bologna secondo il lodo del pontefice, durò soltanto pochi mesi, i Lambertazzi furono nuovamente cacciati (1280) e con essi patirono il bando e la pubblicazione dei beni anche l'A. e i suoi familiari, meno il fratello Iacobo. Non sappiamo se rientrasse in patria prima della morte (avvenuta non dopo l'8 genn. 1293, data di un atto nel quale la moglie Beatrice èricordata in qualità di sua esecutrice testamentaria).
Fonti e Bibl.: P. Cantinelli Chronicon, in Rer. Italic. Script., 2 ediz., XXVIII, 2, a cura di F. Torraca, pp. 31-34, 39; Chartularium Studii Bononiensis. Documenti per la storia dell' Università di Bologna dalle origini fino al sec. XV, I, Bologna 1909, pp. 141, 146, 152 ss.; III, ibid. 1916, p. 238; V, ibid. 1921, pp. 68, 190, 196, 198, 206, 210, 216 ss.; VII, ibid. 1923, pp. 7, 16, 83, 88, 90, 93 ss., 105 ss., 117, 124, 128, 137, 150, 155, 178, 180, 202, 217, 220, 227, 229 ss., 243, 255,257, 268 ss., 282; VIII, ibid. 1927, pp. 58, 62, 74, 152, 167, 178-180, 208, 218, 226, 234, 274, 286; XI, ibid. 1937, pp. 26, 43, 57 ss., 67, 116; L. V. Savioli, Annali bolognesi, III, 1, Bassano 1795, pp. 423 e 492; S. Mazzetti, Repertorio di tutti i professori della famosa Università e del celebre Istituto delle Scienze di Bologna, Bologna 1848, p. 9; G. Gozzadini, Delle torri gentilizie di Bologna e delle famiglie alle quali appartennero, Bologna 1880, pp. 51-53 e 561; M. Sarti-M. Fattorini, De claris Archigymnasii Bononiensis professoribus a saeculo XI usque ad saeculum XIV, I, Bononiae 1888, pp. 226 ss.; L. Frati, La prigionia del re Enzo a Bologna,Bologna 1902, pp. 125-134, ove si riporta il testamento di re Enzo: l'A. vi è ricordato a p. 133; A. Sorbelli, Storia dell'Università di Bologna, I, Bologna 1940, p. 71; C. Calcaterra, Alma Mater Studiorum. L'Università di Bologna nella storia della cultura e della civiltà, Bologna 1948, p. 78.