spandere (ispandere)
Tutte le occorrenze appartengono alla poesia, con una sola eccezione nel Convivio. Il verbo significa " versare ", " diffondere ", " spargere ", ed è adoperato sia come transitivo che come intransitivo pronominale, spesso con oggetti astratti o in contesti metaforici.
In ben sei delle non molte occorrenze, oggetto (o soggetto) del verbo è un nome indicante un liquido: così nel sintagma ‛ lagrime s. ', che significa senz'altro " piangere " in If XVIII 84 (Giasone per dolor non par lagrime spanda), mentre ha piuttosto valore causativo riferito alle acque del Lete, che non possono essere ‛ gustate ' sanza alcuno scotto / di pentimento che lagrime spanda, " di tal penitenzia e contrizione che faccia spargere le lacrime " (Landino, a Pg XXX 145).
Sempre in senso proprio, come intransitivo pronominale, in Pg XXII 138 cadea de l'alta roccia un liquor chiaro / e si spandeva per le foglie suso, " Si spargeva tutto su per le foglie [dell'albero nella cornice dei golosi], senza che neppure una goccia ne cadesse per terra " (Scartazzini-Vandelli). Nella perifrasi che designa il Mediterraneo, il nesso ‛ spandersi fuori di ' suggerisce anche l'idea del " riversarsi " dell'acqua, oltre a quella del suo " spargersi ", " allargarsi ": Folchetto lo definisce infatti la maggior valle in che l'acqua si spanda / ... fuor di quel mar che la terra inghirlanda (Pd IX 82). " Dall'Oceano che circonda la terra imagina il Poeta diffondersi l'acqua nelle valli e formare i mari ", spiega il Tommaseo; e così intendono molti altri commentatori antichi e moderni. Ma il Lana dà a fuor - staccandolo dal verbo - il valore di " eccetto " (" La maggior valle... çoè 'l mare Mediterraneo... e çò appare quando exclude quel mare che inghirlanda la terra "), proponendo un'interpretazione che il Mattalia si mostra propenso a condividere.
Altri due costrutti transitivi si registrano in contesti metaforici, che alludono all'eccezionale eloquenza di Virgilio (se' tu quel Virgilio e quella fonte / che spandi di parlar sì largo fiume?, If I 80) o alla manifestazione, da parte di D., di un suo intimo convincimento: Beatrice... / sembianze femmi perch'ïo spandessi / l'acqua di fuor del mio interno fonte, " idest, ut exprimerem verbo illud quod conceperam corde " (Benvenuto, a Pd XXIV 56. Per la fonte dell'espressione, Casini-Barbi rimandano a Ioann. 7, 38 " Qui credit in me... flumina de ventre eius fluent aquae vivae ". Si noti di nuovo il costrutto ‛ spandere fuori di ').
In altri casi gli oggetti sono diversi, ma sempre astratti (con l'eccezione del fiorino che Firenze produce e spande, " diffonde ", " mette in circolazione " per il mondo favorendo la corruzione degli ordini religiosi: Pd IX 130): abbiamo così l'immagine di una spirital bellezza... / che per lo cielo spande / luce d'amor (Vn XXXIII 8 23); o quella dell'età matura, in cui conviesi aprire l'uomo quasi com'una rosa che più chiusa stare non puote, e l'odore che dentro generato è spandere (Cv IV XXVII 4); o ancora - un altro esempio di costrutto pronominale - quella del nome di Firenze che per lo 'nferno ... si spande (If XXVI 3), amara e ironica constatazione suggerita al poeta dall'aver visto tra li ladroni... cinque cotali concittadini che lo hanno fatto vergognare della sua patria.
S. ha significato un po' diverso - e certo peggiorativo - nelle parole con cui s. Tommaso deplora la corruzione del proprio ordine, divenuto talmente ghiotto di beni mondani ch'esser non puote / che per diversi salti non si spanda, " si disperda per pascoli remoti, sviandosi dal retto cammino " (Sapegno, a Pd XI 126).
In Fiore XV 7 Venga il valletto e vada, a sua comanda; / ma non ched egli al fior sua mano ispanda, il Petronio spiega: " allarghi, o qui meglio: allunghi " (cfr. VI 9 i' verso del fior tesi la mano).