spaventare
Vale " incutere una forte paura ", in If XXIV 92 correan genti nude e spaventate, dove si esprime propriamente lo stato di terrore che affligge i dannati della settima bolgia. In Pg IX 42 come fa l'uom che, spaventato, agghiaccia, il paragone tende a rappresentare l'emozione, in cui alla paura è congiunta la sorpresa, che il pellegrino prova per il sogno dell'aquila e dell'incendio (vv. 19-33); mentre in XXIV 135 come fan bestie spaventate e poltre, l'impressionabilità delle bestie poltre allude al moto violento di sorpresa che interrompe la quiete meditativa dei tre poeti (v. 132). Il verbo appare anche come variante (spaventa in luogo di sgomenta) in Pg XIV 60, espressa dal Cortonese 88 e dai codici della sezione a; cfr. Petrocchi, ad locum.
In Vn XXXVII 8 10 La vostra vanità mi fa pensare, / e spaventami sì, ch'io temo forte, significa una particolare forma di sgomento amoroso, di chi vorrebbe restar fedele all'antico amore e non è più certo di poterlo fare.
Vale " distogliere ", " dissuadere ", in If XXIX 108 la vostra sconcia e fastidiosa pena / di palesarvi a me non vi spaventi, dove il rapporto con il senso della paura è molto attenuato in quello della vergogna, che si pone come ostacolo al dialogo con chi, ancora vivo, ritornerà nel mondo dei vivi.