SPECULAZIONE di borsa
Dal punto di vista economico razionale si fanno rientrare nella speculazione di borsa le operazioni a termine compiute dai professionisti della borsa, i quali operano di continuo sulle piccole e frequenti variazioni delle quotazioni dei beni economici di borsa (merci o titoli), mentre si esclude il giuoco cieco dei profani, che accentua la sua azione nei periodi di forti e persistenti movimenti delle quotazioni, specialmente in rialzo.
Nella speculazione sui titoli, o speculazione finanziaria, gli speculatori intervengono nelle operazioni di compravendita dei titoli, intermedie fra la produzione dei beni risparmiati (formazione del risparmio) e la loro trasformazione in beni capitali (produzione dei capitali o capitalizzazione), assumendo i titoli rappresentativi emessi da coloro i quali abbisognano di capitali e distribuendoli, sopratutto nel tempo, fra coloro i quali hanno disponibilità di beni risparmiati. Essi prendono così, di fronte ai capitalizzatori da una parte e ai risparmiatori dall'altra, una posizione che si può considerare di assicuratori contro i rischi dipendenti dalle variazioni dei corsi dei titoli in ordine di tempo e di riassicuratori fra loro, e contribuiscono, con l'indovinare nelle loro operazioni, ad attenuare gli squilibrî fra la produzione dei beni risparmiati e la loro tritsformazione in beni capitali di diverse specie o ad aceentuare gli squilibrî stessi con lo sbagliare. Analogamente, nella speculazione sulle merci, o speculazione commerciale, gli speculatori intervengono nelle operazioni di compravendita, intermedie fra la produzione e il consumo delle merci di borsa, assumendo i beni prodotti e distribuendoli, soprattutto nel tempo, fra i consumatori; prendono di fronte ai produttori da una parte e ai consumatori dall'altra una posizione, che si può considerare di assicuratori contro i rischi dipendenti dalle variazioni dei prezzi delle merci in ordine di tempo e di riassicuratori fra loro; contribuiscono, con l'indovinare nelle loro operazioni, ad attenuare gli squilibrî fra la produzione e il consumo e, con lo sbagliare, ad aggravarli.
La teoria della speculazione commerciale e finanziaria sarebbe manifestamente da svolgere tenendo conto nell'impostazione del problema dell'equilibrio economico, nelle diverse ipotesi, dei dati e delle incognite, e le equazioni della produzione degli speciali servizî assicurativi, che si ritengono prestati dagli speculatori commerciali e finanziarî, dovrebbero scriversi avendo presente che le quantità economiche, comprese quelle della speculazione, considerate tutte interdipendenti, sono da determinare non soltanto dal punto di vista statico, per un dato intervallo di tempo, ma dal punto di vista dinamico, nel loro variare in funzione del tempo. Ma si deve osservare che sinora si è tentato soltanto di stabilire certe relazioni grafiche (di sequenza, ecc.) fra certe curve, compresa quella detta della speculazione, curve rappresentative del movimento di taluni pochi supposti indici globali concreti (Servizio economico Harvard). Sempre dal punto di vista empirico-statistico, si sono considerati certi indici globali derivati in rapporto al tempo e si sono rappresentate (L. Amoroso) con equazioni (compresa quella della borsa) le correlazioni fra i sistemi considerati (compreso fra essi quello della borsa, cioè dei prezzi delle merci e dei titoli). Dal punto di vista puramente analitico si è tenuto poi conto, nell'equazione della domanda di un bene, altresì della parte di domanda dovuta alla speculazione, e si è fatta dipendere la domanda dai prezzi passati del bene, dal prezzo presente del bene e dalla ragione di variazione di tale prezzo (G. C. Evans), dai prezzi dei beni concorrenti e dai valori presenti di fattori futuri sperati, assumendo che le stime delle quantità future siano basate sulle testimonianze del presente (C. F. Roos), mentre si tratterebbe di svolgere altre considerazioni simili, per tener conto esplicitamente di altre circostanze trascurate e per giungere a determinare, con le altre incognite della speculazione, cioè della produzione dei servizî speculativi, le quantità scambiate a contanti e a termine, i prezzi a contanti e a termine dei beni oggetto della speculazione di borsa, sempre in funzione del tempo, cercando in ogni caso la corrispondenza con la realtà delle relazioni trovate, e tenendo conto di queste, come si è detto, nei sistemi generali delle equazioni dell'equilibrio economico dinamico.
Dal punto di vista empirico-statistico si tratta di saggiare la possibilità e il valore delle previsioni in borsa; ed è manifesto che altro sono l'inclinazione a fare pronostici sull'avvenire e il bisogno pratico di congetturare sul futuro, altro la facoltà d'indovinare l'avvenire, altro la possibilità di prevederlo razionalmente. Si può tentare di prevedere i fatti di natura e gli atti degli uomini o le circostanze che si legano agli uni o agli altri o agli uni e agli altri, come è il caso dei prezzi futuri, in diversi modi. E noi possiamo distinguere un modo A del tutto infondato, come quando si tenta di prevedere i numeri del lotto, da un modo B fondato, basandosi cioè sulla conoscenza delle circostanze che legano l'avvenire al passato. In tale caso B, le circostanze da considerare possono essere: a, una o poche; ovvero b, molte, ovvero, infine, c, innumeri; nel qual caso si può fare ricorso al calcolo di probabilità. È fuori di dubbio che i pronostici dei prezzi rientrano talora, senz'altro, nel caso A delle pseudoprevisioni. A rigore essi non potrebbero rientrare nel caso B, a, anche se da specialisti e da uffici specializzati si fanno previsioni, basandosi sul supposto che i prezzi futuri possano legarsi a una o a poche circostanze presenti, o, più esattamente, passate. Effettivamente le previsioni dei prezzi dovrebbero rientrare nel caso B, b, ed è di molte circostanze passate e presenti che dovrebbero tener conto coloro i quali vogliano arrischiare congetture non del tutto infondate sugli andamenti futuri dei prezzi. Ma tali circostanze non sono mai considerate in numero sufficiente, né possono essere conosciute nella loro azione futura sui prezzi. E se non si può concedere, come si è quasi giunti a pretendere di documentare statisticamente, che si indovini meglio operando a caso (A. Cowles), che non considerando circostanze numerose e pertinenti, rifiutandosi ad ammettere ciò il semplice buonsenso, non si può neppure convenire che la considerazione di un certo numero di circostanze basti per dare fondamento sicuro ai pronostici. D'altra parte le previsioni dei prezzi in borsa non possono neppure rientrare nel caso B, c. Certo i prezzi di borsa si riconnettono a un numero così grande di circostanze, che, in generale, parrebbe di potere ammettere che l'azione di ciascuna sia infinitamente piccola, per modo che la distribuzione dei prezzi possa finire, in un campo molto vasto, per l'oggetto, per lo spazio e per il tempo, con assumere la forma d'una distribuzione come a caso; ciò che sembra del resto confermato da nostre indagini statistiche. Ma la speculazione di borsa opera su un campo ben più ristretto, per l'oggetto, per lo spazio e per il tempo soprattutto. E in un campo così ristretto prevale l'azione di talune circostanze su quella delle innumeri altre. Così lo speculatore, nel compiere le singole operazioni. non ha da risolvere problemi di probabilità, sebbene con l'insieme delle sue operazioni egli pervenga a costituire una massa di rischi. Le applicazioni teoriche del calcolo delle probabilità alle operazioni di borsa si fondano sull'ipotesi (statica), che le circostanze di un dato istante non varino e i corsi futuri varino come quelli passati, e portano a determinare la legge di probabilità, che ammette il mercato in un dato istante (M.-L. Bachelier).
Le ricerche statistiche sull'errore della previsione dei prezzi in borsa (scarto dei prezzi a termine, considerati come tentativi di prevedere le condizioni future del mercato, su quelli a contanti corrispondenti), compiute mediante un indice medio relativo dell'inesattezza della previsione appositamente costruito, per rendere possibili i confronti, per lo stesso oggetto, in tempi e per mercati diversi e, per diversi oggetti, negli stessi e in diversi tempi e luoghi, hanno mostrato costantemente, come era da attendersi, ma come doveva essere riprovato, che l'errore è funzione diretta dell'instabilità dei prezzi ed è pure funzione diretta o crescente (ma non uniformemente) della durata del termine. La speculazione può rendere pertanto meno erronea la previsione, col contribuire a fare meno instabile il mercato, sia attraverso l'organizzazione meglio adeguata di questo, sia con l'esplicare quella forza d'inerzia, che appare ben manifesta dal senso contrario dell'errore della speculazione, nei casi di forti movimenti al rialzo, ovvero al ribasso, con tutto ciò rendendo più agevole, anzi, si potrebbe dire, meno necessario il ricorso all'arte incerta e difficile della congettura, come accade quando l'avvenire si prospetti in massima parte quale la ripetizione del passato e del presente.
Dal punto di vista sociologico, la teoria della speculazione di borsa avrebbe da considerare l'equilibrio delle cerchie economiche speculative nel complesso dell'equilibrio economico sociale dinamico del groviglio delle cerchie sociali. Ma le teorie sociologiche della speculazione di borsa, come del resto quelle economico-razionali, sono appena abbozzate e tuttora in via di lenta formazione.
Bibl.: V. Pareto, Cours d'économie politique, Losanna 1897, II, par. 892 a 902; id., Manuale di economia politica, Milano 1906, cap. 3°, par. 171; id., Manuel d'économie politique, Parigi 1909, cap. 3°, par. 171; id., Trattato di sociologia generale, 2ª ed., Firenze 1923, II e III, cap. 9°, 12°, 13°, par. 1498, 2187, 2254, 2262, 2313; M. L. Bachelier, Théorie de la spéculation de bourse, Parigi 1900; H. L. Moore, Forecasting the yield and the price of cotton, New York 1917; H. C. Taylor, Forecasting agricultural conditions, in The problem of business forecasting, Massachusetts 1925; H. A. Wallace, Forecasting corn and hog prices, in The problem of business forecasting, ivi 1925; A. de Pietri-Tonelli, La spéculation de bourset, 3ª ed., Parigi 1928; id., La borsa, 2ª ed., Milano 1928; id., Traité d'économie rationnelle, Parigi 1927, p. 417 seg.; id., Prospetto dell'economia matematica, Padova 1930; id., Corso di politica economica, I, Introduzione, ivi 1931; id., Indagini intorno alla previsione dei corsi in borsa, in Barometro economico italiano, Roma, 10 giugno 1932; id., Una rappresentazione grafica temporale delle operazioni a termine di borsa, in Rivista italiana di ragioneria, ivi, 30 settembre 1934; C. F. Roos, Some problems of business forecasting. Proceedings of the National Academy of sciences, marzo 1929; id., Dynamic economics, Bloomington, Indiana, 1934, cap. 5°, sez. 4ª; G. C. Evans, Mathematical introduction to economics, Londra 1930; A. Barrio, Théorie et pratique des opérations financières, 4ª ed., Parigi 1931; L. Amoroso, Contributo alla teoria matematica della dinamica economica, Torino 1932, p. 428 seg.; id., La dynamique de la circulation. Rapport présenté à la VIe réunion de la Société économétrique, Stresa 1934; A. Cowles, Can stock market forecasters forecast?, in Econometrica, luglio 1933; L. Bertrand, La prévision boursière, in Barometro economico italiano, 10 maggio 1934.