speme (spene)
Alternativo di ‛ speranza ' (v.), è presente solo in poesia, con una netta prevalenza della forma ‛ spene ' (quest'ultima, forse per influenza della sillaba epitetica -ne). Significa, con valore assoluto, la fiduciosa attesa di un bene, come in If IV 42 sanza speme vivemo in disio; il fatto che al desiderio (dell'incontro con Dio) non si accompagni speranza (cfr. anche IX 18) è corrispettivo dell'assenza, a fianco dei meriti, del battesimo o della fede in Dio e in Cristo venturo, in quanto la dissociazione, nel giudizio eterno, della speranza dal desiderio, innaturale e in certo senso disumana, corrisponde all'innaturale o disumana dissociazione dell'uomo giusto dal debito rapporto con Dio. Il medesimo valore è in XI 111 in altro pon la spene (cioè di fare lucro illecito), espressione relativa al disprezzo della natura e dell'arte di cui è colpevole l'usuraio, nella quale espressione si sintetizza l'impegno umano di vivere e progredire; così in Pd XX 108 e 109 e ciò [il fatto che Traiano fosse resuscitato per avere la possibilità di pentirsi] di viva spene fu mercede: / di viva spene, che mise la possa / ne' prieghi, dove l'attributo e la ripetizione mirano a quell'intensità del sentimento che è predicata nell'esordio Regnum coelorum vïolenza pate / da caldo amore e da viva speranza (vv. 94-95), e Rime LVIII 9.
Ha la specificazione del suo oggetto in Pg XXXI 27 del passare innanzi / dovessiti così spogliar la spene (l'efficace immagine dello spogliare la s. è parte, qui, di quel " metaforeggiare dantesco che accresce l'intensità e il significato morale della vita interna facendone quasi un visibile dramma ", Momigliano); e in Rime XL 9 Lo vestimento, aggiate vera spene / che fia, da lei cui desiate, amore (" Quanto alla veste che vi trovaste indosso... abbiate sicura speranza che annunzia amore da colei che amate ", Barbi-Maggini; il sostegno dell'attributo è forse necessario per bilanciare la difficoltà, espressa al v. 5, che amore soddisfi il desio).
È talvolta riferito a un oggetto sottinteso, come in Pg III 66 e tu ferma la spene (di essere consigliati circa la via giusta per salire); VI 32 sarebbe... loro speme vana (di ottenere vantaggio dalla preghiera dei vivi, v. 26); Pd XXIV 74 sopra la qual si fonda l'alta spene, dove l'aggettivo è indicativo dell'oggetto sottinteso, l'attesa della vita eterna e dell'incontro con Dio, fondata sulla fede " substantia rerum sperandarum " (Tomm. Sum. theol. II II 4 1c).
Con valore figurato, s'identifica con l'oggetto dello sperare: Vn XIX 8 25 or sofferite erite in pace / che vostra spene sia quanto me piace / là (la medesima accezione si ripete con ‛ speranza ' pochi versi dopo: io vidi la speranza de' beati, 8 28); Rime L 32 quando / l'ultima speme a cercar mi son mosso, dove l'aiuto della donna amata è l'oggetto dell'ultima speranza dell'innamorato.
Significa propriamente la seconda delle virtù teologali nelle occorrenze di Pd XXV, dove D. è appunto esaminato sulla virtù della speranza: fa risonar la spene in questa altezza, v. 31 (e così al v. 44); Spene... è uno attender certo / de la gloria futura, v. 67.