Sperent in te
Mentre D. espone a s. Giacomo, nel cielo Stellato, la dottrina sulla speranza, secondo la sentenza di Pietro Lombardo, le anime dei beati (Pd XXV 98) cantano " Sperent in te, qui noverunt nomen tuum " (Ps. 9, 11), canto della speranza, che conferma quanto dice s. Giacomo (cfr. Epist. 1, 12): " Beatus vir qui suffert tentationem quoniam... accipiet coronam vitae ", della vita eterna.
Nel contesto biblico il salmo davidico è un canto di vittoria per la protezione divina prestata a coloro che cercano il Signore. Liturgicamente il salmo veniva cantato - secondo la riforma accolta anche dai francescani al tempo di D. - nel mattutino della domenica, come canto trionfale per la vittoria di Cristo su Satana e sulla morte; si addice pertanto ai beati comprensori, alle soglie dell'Empireo, prima che il poeta venga richiesto da s. Giovanni di definire la terza virtù teologale: la carità, l'amor che move il sole e le altre stelle (Pd XXXIII 145).
Bibl. - Breviarium secundum modum Romanae Curiae [nec non devotionem omnium religiosorum], Colonia 1475, 3; M. Righetti, Storia liturgica, II, Milano 1955, 521 ss.