SPERLONGA
. Centro del Lazio, con 2513 ab. (comune di 18 km2 con 2823 ab.) in prov. di Latina (a 75 km), a 10 m. s. m. su uno sprone del monte S. Magno (Aurunci) che scende sul Tirreno fra Terracina e Gaeta, centri con i quali è collegato (dal 1957) da una carrozzabile litoranea di grande interesse turistico, mirabilmente realizzata con ardite innovazioni tecniche da G. Maresca. La lunga spiaggia di S. Anastasia a NE è assai frequentata nella stagione estiva. Staz. ferrov. (S.-Fondi, a 12 km) sulla linea Roma-Formia-Napoli.
Il nome le è derivato dal lat. Spelunca, con riferimento alla grotta ove avvenne l'episodio narrato da Svetonio (Tib., 39) e da Tacito (Ann., IV, 59) del pericolo corso da Tiberio. La grotta era inserita in una villa di cui recentemente furono trovate e scavate ampie tracce. Dopo i restauri ai terrazzamenti con nicchie e alla rampa a scivolo collegante questi e le costruzioni colla spiaggia (1956), l'esplorazione della grotta, già nota, per ritrovamenti di sculture avvenuti nel 1908, fu iniziata nel 1957 da G. Iacopi e rivelò la presenza nella grotta e innanzi ad essa di una vasta distesa di piscine, circolari e rettangolari, spesso loculate, imbrigliate da gettate a mare, destinate alla piscicoltura e al diporto. Le strutture dei muri, degli adattamenti architettonici della grotta e del padiglione rovinato ad essa antistante, risalgono alla fine della repubblica (opus incertum) e proseguono, con accentuata fase in età protoimperiale (opus reticulatum) fino al tardo impero (strutture listate, croce con acclamazione incisa su pareti reticolate in grotticella attigua trasformata in cappella). Dalle piscine si recuperarono oltre 7000 frammenti di sculture marmoree prevalentemente originali appartenenti a scuola rodia, con la firma dei tre autori del "Laocoonte".
Accertata (anche da un testo epigrafico metrico latino) è la presenza di un gruppo coll'avventura di Ulisse e Scilla (Ulisse che nel pericolo abbraccia il Palladio [?], compagni avvinti dal mostro anguiforme con protomi canine, altro che si getta a mare, prora della nave scolpita nella roccia con soprastrutture marmoree, denominata NAVIS ARGO nel rivestimento musivo). Anche certa la presenza di un gruppo (l'originale?) del "Pasquino" (Menelao col cadavere di Patroclo). Ricomposto quasi per intero un gruppo di marmo frigio rappresentante Ganimede rapito dall'aquila (I sec. d. C.). Altri frammenti di un gruppo gigantesco sorgente al centro della piscina circolare nella grotta rappresentano un gigante forse fiancheggiato da figure minori, e un colossale mostro anguiforme (forse replica del Laocoonte ?). Scavati inoltre erme, oscilla, ritratti romani del I e del III sec., un rilievo con Afrodite ed Eros (probabile replica della Venere di Arcesilao), ecc.
Nello scavo si recuperarono anche molti oggetti di bronzo (candelabri), frammenti di vetro filato, di mosaici e intonaci dipinti parietali, di stoviglie fittili.
Un'iscrizione corsiva reca una defixio, probabilmente scritta da un giudeo. Un'altra lastra marmorea commemora in esametri l'opera che Faustino (un contemporaneo di Marziale) fece, sistemando per gli imperatori il gruppo marmoreo di Scilla, a paragone del quale Virgilio stesso si dichiarerebbe sconfitto.
Il recupero della firma epigrafica di Atenodoro, Agesandro e Polidoro, corredati dei finora ignoti patronimici, consente allo Iacopi un riesame della loro cronologia fissandola con tutta probabilità alla fine del II o principio del I sec. a. C.
A due ore da S., lungo la costa in direzione di Gaeta, sono state esplorate dall'Istituto italiano di paleontologia umana, le grotte dei Moscerini e di Sant'Agostino, che hanno presentato un riempimento antropozoico proprio del Mousteriano, con industria litica di tipo pontiniano. È da ricordare che in questa grotta è stata messa in evidenza anche un'industria su conchiglia, dovuta probabilmente alla carenza di selce nella zona.
Bibl.: M. Cagiano de Azevedo, Sperlonga o della critica d'arte in architettura, in Archeologia classica, VIII (1956), pp. 218-22; F. Fasolo, La villa romana di Sperlonga, detta di Tiberio, in Quaderni dell'Istituto di Storia dell'architettura, n. 14, Roma 1956; id., Altre antichità del litorale di Sperlonga, ibidem, n. 20-21, Roma 1957; G. Iacopi, articoli nel Giornale d'Italia, Roma 23 ottobre, 31 ottobre, 17 novembre, 12 dicembre 1957; 6 febbraio, 30 marzo 1958; 3 maggio 1959; id., I ritrovamenti dell'antro cosiddetto "di Tiberio", a Sperlonga, Roma 1958; id., Gli autori del Laocoonte e la loro cronologia alla luce delle scoperte nell'antro "di Tiberio" a Sperlonga, in Archeologia classica, X (1958), pp. 160-163; H. von Heintze, Die neuen Funde von Sperlonga, in Gymnasium, LXV (1958), pp. 481-488.