SPERMIO (o Spermatozoo, Spermatozoide, Nemaspermio; dal gr. πέρμα "seme")
È la cellula germinale (gamete) maschile, mediante la quale gli animali provvedono - eccettuati i casi di partenogenesi - alla riproduzione sessuale (v. riproduzione), attraverso il processo di fecondazione. Scoperti nel 1677 da L. Hamm, e da lui mostrati a A. v. Leeuwenhoeck, che poi li descrisse, gli spermî - sebbene di forma, dimensioni e struttura varie nelle diverse specie di animali - presentano un'unicità di piano di organizzazione. Nella maggior parte dei casi sono cellule flagellate mobili, distinte in due parti principali, la testa e il flagello o coda, fra le quali è più o meno visibile una terza parte, il pezzo intermedio o parte congiuntiva. Gli spermî di alcuni gruppi d'Invertebrati (Nematodi, Miriapodi, alcuni Crostacei) sono invece privi di flagello, e dotati soltanto di lenti movimenti ameboidi.
Gli spermî si muovono per la contrattilità del flagello con la testa in avanti e talora per lente ondulazioni di una sorta di membrana ondulante di cui può essere provvisto il flagello (Anfibî Urodeli). Nella testa, che può di per sé presentare svariate forme, il costituente principale è il nucleo; nella parte terminale si ha un corpo apicale o acrosoma che insieme con il nucleo è rivestito da un'esilissima membrana citoplasmatica; il pezzo intermedio o collo contiene uno o più centrioli o derivati di queste formazioni; nella parte anteriore il centriolo prossimale, in quella posteriore il centriolo distale; dall'apparato centriolare deriva, durante la fecondazione dell'uovo, il centro spermatico. Il flagello consta di una parte principale, nella quale si estende dal pezzo intermedio un filamento assile, e di una porzione terminale esilissima. Negli spermî non flagellati, i quali si suppongono derivati da forme flagellate, i movimenti del tipo ameboide, possono essere più o meno lenti, oppure, come avviene nel caso degli spermî dei Crostacei Decapodi, dovuti a contrazioni di processi disposti radialmente al corpo dello spermio che è sferico, cilindrico o conico; in tutti i casi però i costituenti dello spermio si possono ricondurre a quelli della forma tipica.
Botanica. - Anche nelle piante, quando la riproduzione avvenga per oogamia, l'elemento sessuale maschile si chiama spermio. Gli spermî hanno forma diversa nei diversi gruppi, pur mostrandosi costantemente ricchi di cromatina, poveri di citoplasma e mobili.
Nelle Cloroficee (Alghe verdi) sono ovali, verdi, con due o più ciglia; nelle Feoficee hanno un solo ciglio nel genere Dictyota, mentre nelle Fucoidine sono piriformi, con due ciglia laterali inuguali e presentano un plastidio giallo-aranciato e una macchia oculare rossa. Caratteristica è la forma spirale degli spermî delle Felci, i quali inoltre mostrano più ciglia nell'estremità anteriore, e nell'estremità posteriore una vescichetta contenente piccoli granellini rappresentanti il contenuto della cellula madre. Anche gli spermî delle Cicadine e Ginkgoine tra le Gimnosperme sono forniti di numerose ciglia, la cui produzione è in rapporto col blefaroplasto, speciale corpicciolo che può considerarsi una differenziazione del citoplasma: esso si sviluppa a spirale all'estremità anteriore degli spermî e produce sulla sua superficie numerose ciglia. Nelle Conifere e in tutte le Angiosperme non si hanno più spermî differenziati, ma semplici nuclei spermatici.
Gli spermî si formano sempre in ricettacoli speciali detti spermatangi o anteridî e, appena diventano liberi per la rottura della parete del ricettacolo, vengono attirati chemiotatticamente verso l'oosfera da sostanze particolari che, per es., sono zuccheri nei Muschi e acidi organici nelle Felci; in queste ultime, gli spermî sono attratti da acidi diversi nei diversì gruppi, così quelli dei Licopodî sono richiamati dall'acido citrico, quelli delle Isoëtes dall'acido fumarico e dall'acido malico, che è capace di attirare anche gli spermî delle Polipodiacee.
La funzione dello spermio è importantissima e duplice: evolutiva ed ereditaria; esso infatti dà all'oosfera la capacità di sviluppo, quantunque non si conosca ancora il meccanismo di questa sua azione evolutiva, e poi porta, col suo nucleo, nel gamete femminile e quindi nel nuovo individuo, i caratteri ereditarî paterni.