spezzafame
(spezza-fame), s. m. e agg. inv. Preparato alimentare che riesce a diminuire lo stimolo della fame, producendo una temporanea sensazione di sazietà; che presenta tali caratteristiche.
• L’unità d’Italia in una torta. Certo, Pasqualina e Casatiello sono strutturalmente diverse, perché diverse sono le regioni madri delle ricette originarie. Ma il concetto della torta salata pasquale attraversa lo stivale intero, delizia spezza-fame da spendere nel giorno consacrato al rito del pic-nic: nel Lunedì dell’angelo, non esiste prato che possa prescindere dalla teglia rotonda con il suo appetitoso contenuto. (Licia Granello, Repubblica, 24 aprile 2011, p. 38, Domenicale) • Ovviamente, per snack non si intende un trancio di pizza unta o una ciambella alla crema: servono spezza-fame che sazino ma siano sani e poco calorici, come un frutto, uno yogurt, qualche pezzetto di verdura cruda. (Alice Vigna, Corriere della sera, 28 aprile 2013, p. 52) • Gli italiani lo adorano in quanto rappresenta il dessert sfizioso e leggero per eccellenza ma anche perché si rivela perfetto come spezzafame per interrompere con gusto una caldissima giornata estiva. Stiamo parlando del gelato: nel Belpaese tutti, dai bambini agli adulti, ne vanno ghiotti, tanto che gli italiani ne mangiano circa dodici chili a testa ogni anno (Giornale di Brescia, 8 luglio 2017, p. 36).
- Composto dal v. tr. spezzare e dal s. f. fame.
- Già attestato nella Repubblica del 9 gennaio 2002, p. 6 (Sara Strippoli), nella variante grafica spezza fame, usato come agg.
> scaccia-fame.