spezzare
Col significato proprio di " ridurre in pezzi ", " infrangere ", " rompere ", si riscontra in Rime CIII 12 giungono altrui e spezzan ciascun'arme, e, giacché la canzone è contraddistinta da una concatenazione concettuale e lessicale vincolante gli ultimi versi di una stanza con i primi della stanza successiva, riappare al v. 14 Non trovo scudo ch'ella non mi spezzi.
Identico valore conserva in If XIX 27 sì forte guizzavan le giunte, / che spezzate averien ritorte e strambe, e, al participio con funzione predicativa, in XXI 108 giace / tutto spezzato al fondo l'arco sesto.
In Pd XVI 21 la mente mia... di se' fa letizia / perché può sostener che non si spezza, l'uso è figurato e la voce viene chiosata " non si rompe " (Buti), " a guisa di sacco in cui troppa roba vi si sforzi dentro " (Lombardi). Col significato di " disperdere " viene utilizzata per descrivere un fenomeno atmosferico: ond'ei [il vapor di Val di Magra del v. 145] repente spezzerà la nebbia (If XXIV 149; cfr. " torquet aquosam hiemem et caelo cava nubila rumpit ", Aen. IX 671), nella profezia di Vanni Fucci sulla sconfitta dei Bianchi (che, a detta dell'Anonimo, possono essere prefigurati nella nebbia).
La voce ricompare in Pd V 17 com'uom che suo parlar non spezza; in questo caso, riecheggiando il ‛ sermonem abrumpere ' di Aen. IV 388, acquista il valore di " interrompere ". Infine in Pd XXIX 144 / tanti speculi fatti s'ha in che si spezza, il significato si avvicina a " dividersi ", " moltiplicarsi ", come chiosa opportunamente Benvenuto: " Idest in quibus speculis angelicis distribuitur ".