spigolo
La porta del Purgatorio ha s. di metallo, sonanti e forti (li spigoli di quella regge sacra, / che di metallo son sonanti e forti, Pg IX 134) che si distorcono, ossia girano a fatica e ‛ rugghiando ' nei cardini al muoversi del battente. Come si deduce dal testo gli s. sono solidali col battente e mobili, mentre i cardini non partecipano del movimento.
Il vocabolo potrebbe dunque indicare i perni (" subbielli " per il Buti) che facendo corpo con la porta le permettono di ruotare nei cardini. Anche etimologicamente l'interpretazione è ammissibile poiché s. deriva dal latino spiculum, diminutivo di spica (donde anche ‛ spicchio ') e ha in origine il senso di " punta " (" punte di ferro che posano in terra, sulle quali si regge l'uscio e gira la porta per aprirsi ", spiega il Tommaseo).
Il Porena osserva che in VE I XVIII 1 è contenuta una frase (totum hostium cardinem sequitur, ut, quo cardo vertitur, versetur et ipsum) che, implicando la nozione di un cardine girevole, contrasterebbe con quanto più su affermato. Né la difficoltà si supera pensando a s. come " bandelle " (Venturi) a occhio, anch'esse solidali con l'uscio, destinate a infilarsi sui cardini, dal momento che ciò non porterebbe affatto alla mobilità dei cardini stessi, sempre esclusa in modo perentorio dal v. 133. Ma forse D. nel De vulg. Eloq. pensava ad altro tipo di porta.
È da ricordare infine la proposta del Porena, sotto certi aspetti persuasiva, d'intendere s. nel senso oggi vulgato (parte acuta, sporgente della linea d'incontro fra due facce di un solido), ma in funzione di sineddoche: gli s. della porta per tutta la porta; dunque è la porta intera che, girando nei cardini, rugge.
Per i possibili suggerimenti di Isidoro e di Uguccione e per le analogie con luoghi classici e biblici, v. E. Raimondi, Semantica del canto IX del Purgatorio, in Metafora e storia, Torino 1970, 119-120.