SPINELLO (Spinelli)
Famiglia di artisti aretini dei secoli XIV e XV, della quale i membri più importanti sono, in ordine cronologico:
Spinello di Luca Spinelli, detto S. Aretino. Pittore, nato fra il 1350-52 ad Arezzo, e ivi morto nel 1410, fu con Agnolo Gaddi il maggior maestro della scuola fiorentina sul finire del Trecento. Proviene dalla scuola degli Orcagna, che rammenta in alcune opere giovanili, come nella Trinità (Arezzo, Pinacoteca), nell'Annunziazione (Arezzo, Annunziata) e nel San Giovanni (cappella medicea di S. Croce, Firenze); ma s'approfondì nello studio di Giotto (frammenti dei distrutti affreschi nel Carmine di Firenze) formando così lo stile della sua età migliore, pur sempre goticamente agitato (affreschi all'Antella e a S. Miniato di Firenze, 1387).
Lo studio del Lorenzetti e del maestro del Trionfo della Morte lo spinge sempre più in un indirizzo gotico (affreschi del Camposanto di Pisa, 1391-92, del Palazzo comunale di Siena, 1407); ma questo suo goticismo non perde mai il fondamento della visione spaziale e realistica.
Niccolò di Luca Spinelli, detto Niccolò d'Arezzo, scultore ed orafo, fratello del precedente, nato ad Arezzo fra il 1350-1352, morto a Firenze fra il 1420-27. Partecipò, nel 1401, al concorso per la seconda porta del Battistero fiorentino. Mentovato ancora dal Ghiberti, venne confuso dal Vasari con Niccolò di Piero Lamberti detto il Pela. Non si conoscono opere sicuramente sue; gli sono ascritte con riserva da taluni studiosi alcune sculture del duomo di Arezzo.
Parri di Spinello, pittore, figlio di S. Aretino (nato nel 1387, morto ad Arezzo nel 1453) aiutò il padre negli affreschi di Siena (1407), ma nella sua formazione artistica ebbero parte più importante quei pittori fiorentini che seguirono l'indirizzo di Lorenzo Monaco. Mentre a Firenze si svolge la prima fase del Rinascimento, il maestro provinciale, misero e malaticcio, continuò in un goticismo arretrato ch'egli accentuò liricamente e con gusto raffinato. Opere principali: Crocifisso e santi (Arezzo, San Domenico), Madonna della Misericordia (S. Maria delle Grazie), Madonna della Misericordia (1435-1437, Pinacoteca). Particolare importanza ha un gruppo di suoi disegni finissimi (Uffizî), in cui le sue tendenze stilistiche si mostrano ancora piò esagerate che nelle pitture.
Niccolò di Forzore Spinelli, detto Niccolò Fiorentino, uno dei maggiori maestri della medaglia nel Quattrocento (1430-1514). Il padre, orefice ed architetto, che fece un modello per la cupola del duomo di Firenze, era figlio di Niccolò d'Arezzo (v. sopra). Niccolò sembra abbia passato la giovinezza in Borgogna (1468); tornato in patria fece le medaglie di Lorenzo de' Medici, di Alfonso d'Este (1493), di un Ant. de la Lecia e di Ant. Geraldini con altre che gli sono attribuite.
Bibl.: Per Spinello Aretino: G. Vasari, Le Vite, ed. Milanesi, I, Firenze 1878; Crowe e Cavalcaselle, Storia della pittura ital., II, ivi 1897, p. 435 segg.; A. Venturi, Storia dell'arte ital., V, Milano 1907, p. 864 segg.; R. van Marle, The development of the Italian schools of painting, III, L'Aia 1925, p. 577 segg.; G. Gombosi, S. A. eine stilgeschichtliche Studie, Budapest 1926; H. Beenken, in Zeitschr. f. bild. Kunst, 1929, pag. 137 segg.; U. Procacci, in Riv. d'arte, XI (1929), p. 273 segg.; id., in Il Vasari, II (1928), pag. 3 segg.; P. Toesca, La pittura fiorentina del Trecento, Firenze 1929. Per Niccolò d'Arezzo: U. Procacci, Niccolò di Pietro Lamberti, ecc., in Il Vasari, II (1928). Per Parri di S.: G. Vasari, Vita di P. S., a cura di M. Salmi, Firenze 1914; R. van Marle, op. cit., IX, L'Aia 1927, p. 22 segg. Per Niccolò Fiorentino: A. Armand, Les médailleurs italiens, I, Parigi 1883, p. 83 segg.; C. v. Fabriczy, Medaillen der ital. Renaissance, Lipsia s. a.; G. F. Hill, A corpus of Italian medals of the Renaissance before Cellini, Londra 1930.