spirale
Processo dinamico (s. salari-prezzi) che porta l’inflazione ad autoalimentarsi. La s. può essere innescata da una politica economica espansiva ‒ mirante a raggiungere un tasso di disoccupazione più basso di quello ‘naturale’ – che ha l’effetto di rompere l’equilibrio distributivo (➔ BRW; PRW) perché spinge i lavoratori a chiedere salari reali più elevati. Dal momento che la contrattazione tra imprese e lavoratori (o loro sindacati) riguarda i salari monetari, saranno questi i primi ad aumentare. Se le imprese non intendono ridurre i propri margini di profitto, all’incremento salariale segue un aumento dei prezzi e, quindi, una crescita dell’inflazione o, quantomeno, un’inflazione positiva se questa era inizialmente nulla. L’innalzamento dell’inflazione verrà, in misura maggiore o minore, incorporato nelle aspettative degli operatori, con la conseguenza che i lavoratori domanderanno ulteriori aumenti dei salari monetari al fine di ottenere il potere di acquisto reale desiderato. A questa seconda fase di crescita salariale seguirà un incremento dei prezzi che potrebbe anche determinare un’accelerazione dell’inflazione. Soltanto quando l’equilibrio distributivo viene ripristinato, cioè quando la politica economica cessa di essere espansiva e le aspettative degli operatori si stabilizzano (e risultano verificate) la s. salari-prezzi si può arrestare. L’indicizzazione (➔) dei salari ai prezzi contribuisce a rafforzare la s. salari-prezzi, accorciando l’intervallo di tempo che trascorre tra l’innalzamento dell’inflazione e quello dei salari monetari.