spirare
Verbo di esclusivo uso poetico, costruito sia assolutamente sia transitivamente, i cui vari significati dipendono da quello fondamentale di " soffiare ", detto principalmente dei venti: quando turbo spira (If III 30); Come s'avviva a lo spirar d'i venti / carbone in fiamma (Pd XVI 28: un caso d'infinito sostantivato); pur che la terra che perde ombra spiri (Pg XXX 89); la cornice spira fiato in suso (XXV 113).
Per Pd II 8 Minerva spira, e conducemi Appollo, la metafora della nave che provoca l'immagine dà per la sua parte al verbo valore proprio; ma nello stesso tempo s. allude all'ispirazione della sapienza divina necessaria alla poesia del Paradiso (v. oltre).
Al senso di " soffiare " si accompagna quello di " mandar fuori il fiato ", " respirare ", e quindi " vivere ": tu che, spirando, vai veggendo i morti (If XXVIII 131); L'anime... si fuor di me accorte, / per lo spirare, ch'i' era ancor vivo (Pg II 68; altro caso d'infinito sostantivato); e così in Pg V 81 (dove il verbo ha costrutto impersonale) e XIII 132. Ha relazione con questo valore l'esempio di Rime dubbie VIII 13 fin che la vita spira, " ha un soffio " (Contini).
Secondo un'altra accezione il vocabolo traduce in forme sensibili i moti dell'animo, sia che questi trovino sfogo nei sospiri, come in Rime CXVI 28 L'angoscia, che non cape dentro, spira / fuor de la bocca sì ch'ella s'intende, sia che si esprimano con la parola (tua cura / sé stessa lega sì che fuor non spira, Pd IV 18), sicché in alcune occasioni s. mostra perfetta equivalenza con " parlare ": Solvetemi, spirando, il gran digiuno / che lungamente m'ha tenuto in fame (XIX 25); e così XXV 82, XXVI 103.
Per due volte in una diversa costruzione il verbo ha come soggetto reale o virtuale ciò che vien detto: io leva' la fronte / in quella luce onde spirava questo (Pd XXIV 54), e Così spirò di quello amore acceso (v. 82).
Fermo restando il collegamento con l'atto del parlare (lo s. del fiato, realisticamente attribuito alle anime), nell'ultimo esempio il verbo è più vicino al senso di " emanare ", " provenire ", come in Pd II 129 Lo moto e la virtù d'i santi giri / ... da' beati motor convien che spiri (cfr. Cv II VI 9), X 110 La quinta luce, ch'è tra noi più bella, / spira di tale amor, ecc. (non diversamente ai vv. 103-104 Quell'altro fiammeggiar esce del riso / di Grazïan), e XXIII 104 l'alta letizia che spira del ventre / che fu albergo del nostro disiro. Anche come variante, in Pd XXIII 103 Io sono amore angelico, che spiro, in luogo di giro; cfr. Petrocchi, ad locum.
È da intendersi come " levarsi " in If XXXIV 4 Come quando una grossa nebbia spira, con riferimento comunque a nebbia come ‛ fiato '.
Particolare rilievo va dato a un gruppo di occorrenze dove s. è in stretta connessione con la funzione dello Spirito Santo nella Trinità, quale amore vicendevole che trascorre tra il Padre e il Figlio: Guardando nel suo Figlio con l'Amore / che l'uno e l'altro etternalmente spira, / lo primo e ineffabile Valore, ecc. (Pd X 2); la quarta famiglia / de l'alto Padre, che sempre la sazia, / mostrando come spira e come figlia (v. 51); 'l terzo parea foco / che quinci e quindi igualmente si spiri (XXXIII 120, dove si parla dei tre cerchi, simboli delle persone trinitarie; si noti la forma pronominale).
Con soggetti diversi (Dio, Amore, Apollo), e con riferimento a operazioni diverse, sta per " ispirare ": I' mi son un che, quando / Amor mi spira, ecc. (Pg XXIV 53); Entra nel petto mio, e spira tue (Pd I 19); a Dio per grazia piacque di spirarmi / l'alto lavoro (VI 23); la viva giustizia che mi spira (VI 88); l'amor che drittamente spira (XV 2: che ispira al bene).
Vale più propriamente " stillare ", " infondere ", in Pg XXV 71 come al feto / l'articular del cerebro è perfetto, / lo motor primo a lui si volge lieto / sovra tant'arte di natura, e spira / spirito novo, di vertù repleto (con oggetto interno), e Pd VII 142 vostra vita sanza mezzo spira / la somma beninanza.
Infine in If IX 31 piega all'accezione di " esalare ", come suona la chiosa del Boccaccio: Questa palude che 'l gran puzzo spira.