SPÌTIA TOÙ DRÀKOU (Σπίτια τοῦ δράκου, Case del Serpente)
Gruppo di costruzioni di incerta destinazione e di discussa cronologia, peculiari della Eubea meridionale, delle quali una presso il Monte Ocha e tre presso il villaggio di Stura, sono le meglio conservate.
Costruite interamente in pietra, senza malta né grappe, constano di un unico ambiente rettangolare, coperto da un tetto a falsa vòlta, formato da larghe, piatte lastre di pietra disposte a filari progressivamente sporgenti. Al centro della vòlta così ottenuta, l'apertura rettangolare che ne risultava era coperta da una serie di lastroni rettangolari. La costruzione presso il Monte Ocha, la più completa, presenta nella parete S due finestre e una porta con due larghi stipiti e un architrave composto di due lunghi blocchi; il blocco interno ha l'angolo arrotondato, motivo ornamentale che continua su tutta la parete interna. Il ritrovamento di lastre pavimentali presso la parete N ci fa dedurre che l'ambiente era pavimentato. I muri sono costruiti con blocchi notevolmente piatti, disposti in corsi di varia altezza all'interno, più regolari all'esterno, dove i blocchi sono anche di maggiori dimensioni. All'interno le pietre sono lisciate, anche se non finemente lavorate, mentre all'esterno c'è una specie di voluta rusticità nei blocchi che presentano però tutti l'anathỳrosis. Le altre tre costruzioni dello stesso tipo, quelle presso il villaggio di Stura, si trovano intorno ad uno spiazzo rettangolare: quella N e quella S sono rettangolari, mentre quella E è a pianta quadrata. Costruite ugualmente di blocchi piuttosto piatti, disposti a corsi orizzontali, col tetto a falsa vòlta, mostrano completa analogia strutturale, nonostante l'inferiorità di esecuzione, con la costruzione del Monte Ocha. Secondo antichi viaggiatori costruzioni simili esistevano numerose, sparse in tutta l'Eubea, ma ora non sono più visibili. L'unica conservata, presso Archampolis, notevolmente recente, ci fa dedurre che in questo ambiente geografico queste strutture furono imitate a lungo. Esse sono state variamente datate ad età preistorica, o ad epoca micenea per l'analogia con le false vòlte, che però a Micene non si trovano mai applicate a piante rettangolari, né con le proiezioni dei filari così in vista. Tenendo presente la muratura quasi poligonale e l'uso dell'anathỳrosis, una datazione alta e i paragoni col mondo egeo sono completamente inaccettabili. Possiamo trovare analogie invece in alcune tombe della Tracia (Kirk Kilisse) e della Russia meridionale, assegnate dal Rostovčev al IV sec. a. C. in base a trovamenti di oggetti di arte greca. Una datazione al IV sec. è accettabile anche per le nostre costruzioni, soprattutto in base alla muratura. Esse tuttavia, come forma architettonica non trovano analogie nella Grecia classica ed ellenistica. È incerta la loro funzione; senz'altro non furono destinate a templi o santuarî.
Bibl.: Th. Wiegand, Der Angebliche Urtempel auf der Ocha, in Ath. Mitt., XXI, 1896, p. 11 ss.; M. Rostovtzef, Iranians and Greeks in South Russia, Oxford 1922, pp. 75-77; F. P. Johnson, The "Dragon Houses" in South Eubea, in Am. Journ. Arch., XXIX, 1925, p. 398 ss.