spogliare
Ricorre sempre in contesti figurati, sempre però conservando il valore proprio di " svestire ", " togliere " ciò che ricopre o riveste alcunché (Detto 353 ben può dicer " mal ho " / cu' ella [la Povertà] spoglia o scalza), più evidente nella disperata invocazione dei figliuoi a Ugolino (Padre, assai ci fia men doglia, / se tu mangi di noi: tu ne vestisti / queste misere carni, e tu le spoglia, If XXXIII 63), costruita sull'immagine del corpo come ‛ veste ' dell'anima (v. SPOGLIA).
Nell'Antipurgatorio Catone esorta gli spiriti lenti ad affrettarsi a ‛ spogliarsi ' lo scoglio / ch'esser non lascia... Dio manifesto, cioè " a purgarvi di quella macchia che vi toglie la vista, che non vedete Idio " (Landino, a Pg II 122).
Il Cesari rimprovera al Castelvetro di non saper " intendere come dovessero quelle anime spogliar gli scogli, credendoli gli Acrocerauni, o Scilla, o Cariddi. ‛ Gli scogli, dice, si rompono o si forano, non si spogliano! '... Scoglio, vuol dir qui la scorza, ovvero, più propriamente, la pelle che il serpente suole mutare ": chiosa che mette bene in risalto la congruenza dell'immagine espressa dal sintagma ‛ s. lo scoglio '.
Negli altri casi il complemento è un sostantivo astratto: quai catene / trovasti, per che del passar innanzi / dovessiti... spogliar la spene?, " ti dovessi tôrre al tutto la speranza? " (Landino, a Pg XXXI 27). In Vn XXXI 12 40 il verbo assume, contestualmente, il significato di " privare ": d'onne consolar l'anima spoglia / chi vede nel pensero... / quale ella fue; e così, ancora nella forma riflessiva impropria, in Pd XV 12 Bene è che sanza termine si doglia / chi... / quello amor si spoglia, " si priva... dell'amore divino " (Casini-Barbi), di cui, appunto, " si è svestito ", che " ha deposto ". Vedi anche DISPOGLIARE.