SPOROTRICOSI (dal nome del gen. Sporotrichum)
Sono affezioni della patologia umana e comparata prodotte da miceti (funghi) patogeni. Rientrano pertanto nel grande gruppo delle micosi (v.); secondo alcuni autori (V. Puntoni) rappresentano un gruppo sufficientemente differenziato dalle blastomicosi, intendendo queste ultime determinate da miceti gemmanti, ossia che presentano una moltiplicazione per blastospore. Diversamente, accettando il criterio di A. Castellani e di altri autori che comprendono nelle blastomicosi tutte le micosi nelle quali il micete determinante, sempre privo di micelio filamentoso, appare in forma di cellule ovali o rotonde con semplice o doppio contorno, eventualmente gemmanti, è più discutibile la differenziazione delle sporotricosi dalle blastomicosi. Riferendoci al primo criterio di classificazione, le sporotricosi si potrebbero riferire a un gruppo micologico di una certa omogeneità, a quello delle Sporotrichee, secondo la classificazione di Vuillemin, nel quale i generi che più interessano la patologia sono: Sporotrichum Link, 1809; Rhinocladium Saccardo e Marchall, 1885; Trichosporium Fries, 1849; i primi due sono gli agenti delle sporotricosi propriamente dette, il terzo delle cromoblastomicosi (dermatiti verrucose americane, con presenza di corpi rotondi di colorito bruno o nero). In generale le sporotricosi sono affezioni gommose dei tessuti superficiali del corpo; possono simulare affezioni da altra causa (sifilide, tubercolosi, blastomicosi); sono molto diffuse in quanto originate da micelî assai comuni nell'ambiente, abitualmente saprofitici e adattatisi secondariamente a vita parassitica; sono favorevolmente influenzate dalla cura iodica.
La conoscenza della sporotricosi umana è abbastanza recente. Le prime osservazioni vennero dalle Americhe e dalla Francia. La malattia in passato veniva confusa particolarmente con la tubercolosi e con la sifilide. In Italia è tutt'oggi un'affezione rara. Le vie d'inoculazione sono rappresentate da lesioni di continuo della cute o delle mucose. Veicolo d'infezione è in genere un frammento vegetale contenente il fungo e le sue spore. La sede della sporotricosi è varia: ricordiamo la cute, i vasi sanguigni e linfatici, il naso-faringe, l'occhio, i muscoli e i tendini, le ossa e le articolazioni, il polmone, il rene, i genitali maschili e femminili e la mammella. Sono abbastanza frequenti le localizzazioni multiple e anche le disseminazioni in forma di setticemia.
Il granuloma sporotricosico può presentarsi circoscritto (gommoso) o diffuso (infiltrativo): all'esame istologico si nota una zona centrale (ascessuale), una media (tubercoloide) e una esterna (sifiloide). Così abbiamo sporotricomi cutanei circoscritti, simili al sifiloma, o generalizzati in forme gommose, ascessuali, ulcerate; micetomi del piede; osteoperiostiti gommose, ascessuali, ipertrofiche; osteoartrosinoviti sierose, suppurative, ipertrofiche, ecc.
La diagnosi dell'affezione è clinica, istologica, culturale, biologica: importante la sporoagglutinazione e la intradermoreazione alla sporotricosina o tossina dello Sporotrichum. La prognosi è favorevole se l'affezione è diagnosticata a tempo. La cura è in genere conservativa. Consiste principalmente nell'uso dello ioduro di potassio. Da ricordarsi anche i preparati arsenicali e il trattamento röntgenterapico.