Sport. Azzurri guerreschi
I risultati in termini di medaglie ricevute sono stati buoni per l’Italia: 28 medaglie, una in più di Pechino, ma prevalentemente negli sport di nicchia: tiri, scherma, discipline di contatto (box, judo, taekwondo). Deludono il nuoto e l’atletica.
L’Olimpiade, anticamente, serviva a fermare le guerre. Adesso serve a fermare l’attenzione del mondo su atleti che abbiamo già scordato il giorno dopo averli celebrati. Nessuno ha il coraggio di confessarlo, ma tra quattro anni, alla vigilia di Rio de Janeiro, ci saranno rimasti nella memoria solo i sommi, come Usain Bolt, il dio della velocità in pista, campione, di nuovo, nei 100 m, 200 m e nella staffetta 4x100, o come il cannibale d’acqua dolce Michael Phelps, recordman a cinque cerchi di tutti i tempi: 22 medaglie olimpiche, di cui 18 d’oro. Se non ferma la guerra, l’Olimpiade cattura l’interesse del mondo su 16 giorni di gare in cui si cimentano i più grandi atleti del pianeta. L’Olimpiade stabilisce gerarchie. Ma prima di addentrarci nell’analisi sportiva occorre dire che è stato interessante anche il raffronto tra Pechino 2008 e Londra 2012. Quella di Pechino è stata un’Olimpiade-cicala, organizzata cioè da un’economia forte, rampante, per cui i soldi non erano un problema.
Quella di Londra, che comunque ha avuto un costo pari a 8,921 miliardi di sterline, è stata un’Olimpiade-formica, al risparmio. Gli impianti di Pechino sono ancora tutti là – nello spettacolare ‘Nido d’uccello’ è stata disputata la Supercoppa di calcio italiana – quelli di Londra sono stati tutti smantellati, nessuno resterà com’era, neanche lo stadio Olimpico che è in vendita e che, a seconda delle esigenze dell’acquirente, potrà essere smontato e assemblato nuovamente.
Sono stati i primi Giochi al tempo della crisi. Si è risparmiato su tutto, ma l’Italia non ha lesinato sui premi: 140.000 euro per l’oro, 70.000 per l’argento, 50.000 per il bronzo.
L’Italia è andata lievemente meglio rispetto alle aspettative del CONI: 28 medaglie, una in più di Pechino. Anche in Cina, sul campo, erano state 28, ma una, l’argento del ciclista Davide Rebellin, è stata revocata per doping.
A questo proposito, purtroppo, la spedizione italiana è stata ferita dal caso di Alex Schwazer, campione olimpico dei 50 km di marcia nel 2008, risultato positivo all’Epo durante l’ultimo controllo prima della partenza per Londra.
Un colpo durissimo, soprattutto perché l’atleta altoatesino era sempre stato il simbolo di uno sport pulito. Le medaglie italiane sono state otto d’oro, (tiro con l’arco a squadre maschile: Frangilli-Galiazzo-Nespoli; fioretto femminile individuale: Di Francisca; canoa slalom K1 uomini: Molmenti; fioretto a squadre femminile: Di Francisca-Errigo-Salvatori-Vezzali; tiro a volo fossa olimpica donne: Rossi; fioretto a squadre maschile: Aspromonte, Avola, Baldini, Cassarà; tiro a segno carabina 50 metri: Campriani; taekwondo +80: Molfetta), nove d’argento e 11 di bronzo. L’Italia si conferma un paese forte negli sport ‘guerreschi’: tiri, scherma, discipline di contatto (boxe, judo, taekwondo).
Su 28 medaglie, 19 vengono da questi sport che rappresentano un filone incredibilmente ricco. Come ha detto il presidente uscente del CONI, Gianni Petrucci, «restiamo nel G8 dello sport mondiale». Leader come sempre si sono confermati gli Stati Uniti (104 medaglie, 46 ori) che hanno rintuzzato l’attacco della Cina (88 medaglie, 38 ori). Straripante grazie a un programma avviato otto anni fa e sostenuto dalla lotteria nazionale, la Gran Bretagna (65 medaglie, 29 ori), anche se ora gli atleti britannici temono il ridimensionamento.
Dunque restiamo nel G8 grazieai nostri meravigliosi atleti di nicchia, ai nostri artigiani, un po’ come succede nell’economia reale. Deludono, invece, i due sport principali: atletica (già sconvolta dall’affaire Schwazer) e nuoto. Un bronzo nello stadio Olimpico (Donato, salto triplo), niente, per la prima volta dal 1984, in piscina. Arrogante, litigiosa e perdente la spedizione italiana con la nostra star, Federica Pellegrini, che si ferma a due quinti posti nelle gare – 200 m e 400 m stile libero – di cui era bi-campionessa mondiale; sbaglia tattica nei 100 rana Fabio Scozzoli e affonda.
Le agitate acque azzurre si salvano dal maelstrom grazie al bronzo di Martina Grimaldi nella 10 km nel Serpentine di Hyde Park e per la luccicante avventura del Settebello, la nazionale di pallanuoto, sconfitta in finale dalla Croazia del leggendario Ratko Rudiç. Anche sulla pallanuoto, alla quinta finale olimpica (tre ori), possiamo sempre contare.