SPOSALIZIO DEL MARE
. Costituiva la cerimonia veneziana più caratteristica di quella "stagione" primaverile che aveva la sua integrazione festosa nella "Fiera" che si svolgeva in piazza San Marco, e nell'apertura dei teatri di prosa e di musica. Il giorno dell'Ascensione (o in altro giorno festivo) il doge s'imbarcava, con il patriarca, la Signoria e quasi tutto il corpo dei patrizî, al molo sul "Bucintoro" e, scortato da una folla innumerevole di barche, e da altri vascelli, si avviava all'imboccatura del porto di San Niccolò di Lido. Qui giunto, il doge versava un vaso d'acqua benedetta, quindi gettava in mare il simbolico anello benedetto dal patriarca, pronunciando le parole Desponsamus te, mare nostrum, in signum ven perpetuique dominii.
Con tutta probabilità lo sposalizio del mare si innesta su una cerimonia a carattere strettamente religioso, e molto più semplice, quella della "benedizione del mare" (benedictio maris) che potrebbe ricollegarsi, come rito propiziatorio, alla partenza da Venezia della flotta di Pietro Orseolo II (fine di maggio del 1000) per la famosa spedizione dalmatica. Nei rituali della basilica dì San Marco si hanno le formule più antiche di questa benedictio maris, per la quale si recitavano caratteristici Oremus. In questi più antichi rituali non è cenno della cerimonia della desponsatio maris. In epoca imprecisata si accoppia alla funzione della benedizione del mare quella dello sposalizio, che viene messo in rapporto con il ciclo leggendario relativo alla venuta a Venezia di Alessandro III, alla battaglia di Salvore, all'incontro fra il papa e il Barbarossa, ecc. Com'è noto, sullo sfondo degli avvenimenti storici relativi alla pace di Venezia fra papato e impero, rampollarono amplificazioni leggendarie miranti, soprattutto, a dare una base di legittimità e una giustificazione giuridica a quell'egemonia veneziana sull'Adriatico, sul "Golf0", che la repubblica esercitava ormai di fatto. Poiché il ciclo leggendario intorno alla pace di Venezia del 1177 si viene formando tra la fine del Duecento e gl'inizî del Trecento e ha il suo pieno sviluppo nel sec. XIV, è probabile che nello stesso periodo di tempo la primitiva benedictio maris si sia ampliata e integrata con la desponsatio. In processo di tempo, la desponsatio, per il suo significato essenzialmente politico, in connessione col grande avvenimento della pace di Venezia, assorbì e quasi annullò la cerimonia religiosa della benedizione.
Finché Venezia si affermò dominatrice nei mari, la simbolica cerimonia mantenne tutto il suo prestigio; quando Venezia dovette cedere e ridursi alla difensiva di fronte ai Turchi, lo sposalizio del mare conservò solamente un valore di attrattiva.
Bibl.: M. Pasqualigo, Orationes duae Marci Paschalici... altera de scientiarum laudibus, altera vero de Veneta sponsaliorum mairs ratione, Venezia 1548; G. Lorenzi, Dissertatio de Desponsatione maris Adriatici, aliisque ad eam pertinentibus vel cum ea convenientibus, in Josephi Laurentii Lucentis Polymathia sive variae antiquae eruditionis libri sex, Lione 1666 (dissertaz. II, p. 4); G. Kirchmann, De Annnulis Liber singularis, Francoforte 1678, cap. 19°; G. Renier-Michiel, Origine delle feste veneziane, ristampa, Venezia 1916; W. Lenel, Die Entstehung der Vorherschaft Venedigs an der Adria, Strasburgo 1897, p. 12 segg.; H. Kretschmayr, Geschichte von Venedig, Gotha 1905, II, pp. 268, 442-43, 468-469; M. Sanudo, Le vite dei dogi, a cura di G. Monticlo, in nuova ediz. dei Rerum Ital. Script., XXII, iv. V. anche la bibl. sotto bucintoro; venezia.