spread
<sprèd> s. ingl., usato in it. al masch. – Nel linguaggio finanziario, la differenza fra due quotazioni di un titolo o tra due tassi di interesse; in senso più specifico, la differenza bid-ask (forbice denaro-lettera) fra i prezzi di vendita (lettera) e di acquisto (denaro) ai quali gli intermediari specializzati (market makers) si vincolano a negoziare per un certo periodo di tempo un determinato titolo. Il default s. (o anche credit s. se riferito alle obbligazioni emesse da uno Strato sovrano) è una misura del rischio di data dalla differenza tra tassi di rendimento di titoli con rischio di insolvenza elevata (obbligazioni di aziende o buoni emessi da Stati con bassa affidabilità) e titoli di pari durata con rischio di insolvenza nullo (tipicamente buoni emessi da Stati considerati pienamente affidabili) ed è riassunto in punti base (100 punti base=1% di differenza fra i tassi di interesse). Alti tassi riflettono i sintomi di timori del mercato circa la solvibilità dell’emittente sull’orizzonte temporale coincidente con la durata del titolo e rappresentano un particolare tipo di premio finalizzato a compensare il maggiore rischio di default che devono assumere i possessori di quel titolo. Nel secondo decennio del 21° sec., a seguito della ‘grande crisi’ partita dagli Stati Uniti nel 2007, ha assunto un notevole rilievo lo s. fra i titoli decennali emessi in euro dagli Stati europei, in particolare la differenza fra i Bund tedeschi, considerati come titoli privi di rischio di insolvenza dell’emittente, i BTP italiani e i Bonos spagnoli che, a partire dall’inizio dell’estate del 2011, hanno subito una brusca impennata in seguito all’esplosione della crisi del debito sovrano in Europa (v. ). I successivi provvedimenti della Banca centrale europea (BCE) presi nella forma di interventi di e la dichiarazione da parte della stessa BCE di difendere l’integrità dell’euro attraverso un piano di acquisti di titoli sul mercato secondario per importi non predefiniti ex ante, hanno consentito di allentare le tensioni sui mercati e di riportare lo s. tra BTP e Bund sui livelli pre-crisi all’inizio del 2013 (v. OMT e ).