spregiare
Come ‛ dispregiare ' (v.), è il contrario di ‛ pregiare ', e significa quindi " disprezzare ", " non tenere in nessun conto ": Puossi far forza ne la deitade / ... bestemmiando quella, / e spregiando [" despiciendo ", Serravalle] natura e sua bontade; / e però lo minor giron suggella / ... chi, spregiando Dio col cor, favella, " bestemmiando e dimostrando così il dispregio ch'egli sente in cuor suo per Dio " (Scartazzini-Vandelli, a If XI 48 e 51; la lezione della '21, ['n] natura, per cui cfr. Petrocchi [ad l.], non tocca il valore del verbo).
Il Bosco rileva l'insistenza, nel v. 51, " sul fatto, che a caratterizzare il peccato occorre un disprezzo che non si esprima solo a parole, ma parta dal cuore: la bestemmia oris è tutt'uno con la bestemmia cordis, la prima essendo la manifestazione esterna della seconda " (cfr. " Il canto XIV dell' ‛ Inferno ' ", in Nuove Lett. II 49).
Analogamente in Cv I IV 11 l'uomo buono dee la sua presenza dare a pochi e la familiaritade dare a meno, acciò che 'l nome suo sia ricevuto [" recepito ", cioè " conosciuto "], ma non spregiato, dove tuttavia il valore del verbo è alquanto più attenuato.