spugna, spungo
La forma spugna ricorre una sola volta, in rima, in Pg XX 3 Contra miglior voler voler mal pugna; / onde contra 'l piacer mio, per piacerli, / trassi de l'acqua non sazia la spugna. Qui D. " fa... una similitudine, cioè che la volontà sua era come una spugna, e che li desideri ch'elli avea di sapere altre cose da quello spirito rimaseno non sazii come rimane la spugna quando si cava dell'acqua inanti che sia tutta piena " (Buti; per un'immagine analoga si confrontino i primi versi del canto successivo: La sete natural, ecc.).
La rima in -ugna ricorre, oltre che nel presente passo, solo in If VI 26-30 (le pugna: agogna: intende e pugna).
Spungo è lettura introdotta dal Petrocchi in Pg XXV 56 (secondo le principali edizioni, compresa la ʼ21 e il Casella, fungo; per tutta la questione, si veda Petrocchi, ad l. e Introduzione 208-210): Anima fatta la virtute attiva / qual d'una pianta... / tanto ovra poi, che già si move e sente, / come spungo marino, nelle parole di Stazio che spiega a D. " il passaggio dell'embrione da un suo stato di vita organica e come vegetale alla organicità animale " (Petrocchi, Introduzione 209). La forma ‛ spungo ' può essere dovuta tanto a un incrocio tra ‛ spugna ' e ‛ fungo ' (cfr. il versiliese spunghi o spungi, il nome di una specie di funghi); oppure continuazione diretta del greco σπόγγος (che, secondo il Wartburg, si trova già, come spongus, in Giovenco, poeta spagnolo del IV sec.)..
Una conferma per la lezione adottata dal Petrocchi viene dalle opere naturali di Alberto Magno, dove si parla costantemente di " spongia marina " (De Animalibus I I 3, IV I 1, ecc.; e cfr. B. Nardi, Studi di filosofia medievale, Roma 1960, 52-53); particolarmente risolutivo per il passo in questione appare Quaestiones de Animalibus VII II ad 1, dove si distingue accuratamente proprio tra il ‛ fungo ', che " est medium inter vivens secundum vitam perfectam plantae et nullo modo vivens, cuiusmodi est lapis " e la ‛ spugna ' " similiter... inter animal et plantam... medium ".
L'anima acquista, grazie alla virtute attiva, moto e sensibilità, dapprima come una pianta poi come un animale marino, lo spungo appunto, che per il Buti (come per il Lana, il Landino e il Daniello, tra gli altri) è " una coagulazione di schiuma d'acqua marina... e fassi vivo e movesi e sente, ma non ha le membra formate ", mentre altri interpretano " calcinegli, ostriche o cappe marine " (Chiose Vernon; e cfr. anche il Serravalle e il Tommaseo).