squilla
In Pg VIII 5 l'ora... che lo novo peregrin d'amore / punge, se ode squilla di lontano / che paia il giorno pianger che si more, nella descrizione del sentimento di tristezza che pervade all'ora del tramonto il novo peregrin " si audit campanam pulsantem a longe... quae campana... videatur deplorare... diem, quae recedit et declinat " (Benvenuto), una " campana " che col suo suono pare " dolersi e lamentarsi del giorno che viene meno " (Buti; e cfr. Serravalle, Daniello, ecc.).
Per alcuni commentatori si tratta della " campana piccola, a compieta fino all'ora del finiente dì " (Ottimo; Lana, Anonimo, e fra i moderni il Novati e lo Zanini, e anche Scartazzini-Vandelli e Barbi), secondo altri della campana dell'Ave Maria (Daniello, Venturi, Cesari; e anche Tommaseo, Dizionario: " suono dell'Avemaria sì della mattina come della sera "); e il Lombardi: " mesto suono e quasi da morto (come tra i cattolici si pratica nel suonare su l'imbrunire dell'aria l'‛ Ave Maria ', ed in alcuni paesi anche il ‛ De profundis ') ". V. AVE MARIA.
Per quanto l'uso di suonare la campana dell'Ave Maria fosse sancito con una bolla da papa Giovanni XXII nel 1318, già esso non era sconosciuto in precedenza (era infatti stato adottato nel 1316 nella chiesa di Saintes in Francia, nella diocesi di Maguelone, ora Montpellier: cfr. Busnelli, cit. in bibliografia, p. 99 n. 2), come testimonia il Serravalle: " in Gallia sic pulsatur de sero talis campana, quod sonus ille videtur quasi planctus diei cessantis "; e documenti più antichi: uno del Tirolo, del XIII secolo, l'altro di un sinodo provinciale ungherese del 1307, nei quali si accenna all'uso, largamente diffuso, di suonare la campana in modo speciale: tre colpi brevi a piccolo intervallo. Per questo suono particolare era facile distinguere la campana dell'Ave Maria da quella di Compieta, anche perché, come risulta da un decreto sinodale del vescovo di Lérida, del 1308, l'ora dell'Angelus era successiva a quella di Compieta. Pertanto, il suono dell'Ave Maria doveva essere diffuso anche in Italia, e quindi noto a D., se i vescovi ungheresi riuniti in sínodo proclamarono che esso " firmiter observatur in plurimis locis " fin dal 1307. A tal proposito, una conferma si ha dall'epitafio di Bonvesin de la Riva, morto fra il 1313 e il 1315, quindi anteriore alla bolla del 1318, che ci attesta che egli " primo fecit pulsari campanas ad Ave Maria Mediolani et in comitatu " (Contini, Poeti I 669).
In Rime CIII 69 S'io avessi le belle trecce prese... / con esse passerei vespero e squille, il termine allude, con analoga problematicità, " se non all'Avemaria della sera... all'ultima ora canonica, compieta " (Contini).
Bibl. - F. Novatl, Indagini e postille dantesche, Bologna 1899, 141; R. Esser, Das Ave-Maria-Läuten und der Engel des Herrn in einer geschichtlichen Entwicklung, in " Historisches Jahrbuch " XXIII (1902) 23, 247, 775; G. Busnelli, recens. a C. Zanini, Gli angeli nella D.C., in " Bull. " XVII (1910) 99-100.