STABIA (Stabiae)
Città antica, sita all'incirca dove oggi è Castellammare di Stabia, sul Golfo di Napoli. Stabia appare per la prima volta nella storia durante la guerra sociale, allorché, il 30 aprile dell'89 a. C., fu espugnata da Silla e distrutta. Poiché la città come abitato esisteva da molto tempo, come lo dimostrano alcune tombe del sec. IV rinvenute a poca distanza dal castello angioino, mentre d'altra parte Stabia non compare mai come entità politica e anche monete di Stabia ci sono ignote, appare plausibile l'ipotesi che Stabia facesse parte di una lega capeggiata da Nocera. Dove sorgesse la città osco-sannita non è determinabile con sicurezza, mancando ogni rudere; ma poiché Plinio dice che la città distrutta da Silla si sparse in ville e queste sorgevano - come attestano le rovine abbondanti, belle e ben scavate - sulla collina di Varano, un chilometro circa ad oriente di Castellammare, l'abitato, sia prima sia dopo la distruzione sillana, dovette sorgere all'incirca su questo colle. Distrutta la città con le sue ville dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d. C. (a Stabia trovò morte Plinio il Vecchio), essa risorse sul luogo dell'attuale Castellammare (v.).
Bibl.: Su Stabia in genere, Philipp, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III A, col. 1925; G. Cosenza, Stabia, Trani 1908. Sulla appartenenza di S. alla lega nucerina, J. Beloch, Campanien, 2ª ed., Berslavia 1890, pp. 240-242; G. De Sanctis, Storia dei Romani, II, Torino 1907, p. 268. Sulle tombe del sec. IV, A. Maiuri, in Not. degli scavi, 1933, pp. 332-336. Sulle ville seppellite dal Vesuvio, M. Ruggiero, Gli scavi di Stabia, Napoli 1881.