stabilizzatore
stabilizzatóre [agg. (f. -trice) e s.m. Der. di stabilizzare (→ stabilizzante)] [LSF] Apparecchio, dispositivo o sostanza che ha la capacità di rendere stabile o più stabile qualcosa; in vari casi significa regolatore automatico. ◆ [ALG] Particolare sottogruppo: v. invarianti, teoria degli: III 283 e. ◆ [MCC] Dispositivo che, costituito da masse mobili, superfici idrodinamiche e aerodinamiche opportunamente disposte, serve a rendere regolare il moto di un veicolo terrestre, un natante o un aeromobile (in partic., per navi: casse antirollanti s., pinne s., s. giroscopici). ◆ [ELT] S. di corrente: dispositivo per mantenere costante l'intensità della corrente in un circuito al variare, entro certi limiti, della forza elettromotrice e dell'impedenza del circuito; a parte certi tipi, di uso molto particolare e quasi obsoleti (per es., resistori a filamento di ferro in ambiente d'idrogeno), derivano in genere da s. di tensione. ◆ [ELT] S. di frequenza: nome generico di dispositivi per compensare le variazioni di frequenza di un oscillatore, che vanno da semplici termostati a complessi sistemi di regolazione automatica a controreazione (controlli automatici di frequenza). ◆ [FTC] [ELT] [EMG] S. di tensione: dispositivo per mantenere costante la tensione ai capi di componenti circuitali al variare, entro certi limiti, dell'intensità della corrente assorbita. (a) S. di tensione continua: nell'elettronica, per carichi non molto grandi, nel passato si sono largamente usati tubi a scarica in gas (stabilovolt e altri) che hanno reso preziosi servizi, ma attualmente si usano soltanto s. elettronici con dispositivi a stato solido; per modeste applicazioni si usano diodi Zener, la cui caratteristica tensione-corrente presenta una larga zona a tensione costante, mentre per la maggior parte delle applicazioni si usano reti sul tipo di quella schematizzata nella fig., dove la resistenza di un transistore in serie al dispositivo di carico è regolata automaticamente, per confronto con la tensione costante V₀di un diodo Zener mediante un amplificatore operazionale, in modo che la tensione d'uscita Vu resti costante (entro qualche permille); s. di questo tipo, capaci di erogare a tensione costante (in una vasta gamma di valori normalizzati) correnti di intensità di qualche ampere, sono realizzati in forma estremamente compatta, esternamente simile a quella di un transistore di potenza. Nel-l'elettrotecnica, cioè per carichi di potenza relativ. grande, si usano dispositivi elettromeccanici, analoghi agli s. a motore per tensioni alternate (v. oltre), nei quali un motore viene fatto agire su un regolatore di corrente (nei casi semplici un reostato e nei casi più complessi un apposito dispositivo a stato solido) in modo da mantenere a un valore costante la tensione d'uscita. (b) S. di tensione alternata:per correnti deboli si usano s. elettronici concettualmente simili a quelli per tensioni continue (v. sopra) mentre per correnti intense si usano s. elettromeccanici, costituiti da un autotrasformatore il cui cursore è comandato da un motore elettrico a sua volta azionato, mediante un apposito relè differenziale, dalla differenza tra la tensione in atto e una tensione di riferimento (fig. 1), oppure s. a ferro saturo, o magnetici o statici, che sfruttano la variazione dell'impedenza di un induttore a nucleo ferromagnetico al variare dell'intensità della corrente, in conseguenza della forte non linearità della curva di magnetizzazione del nucleo vicino alla saturazione (fig. 2).