stagflazione
Situazione di un’economia che soffre contemporaneamente di un’elevata inflazione (➔ p) e di una crescita bassa o nulla (➔ stagnazione) del prodotto.
Questa combinazione di fenomeni si è manifestata nella maggior parte dei Paesi avanzati per la prima volta all’inizio degli anni 1970, a seguito del primo aumento, deciso dall’OPEC (➔), dei prezzi del petrolio, espressi in dollari. Il conseguente incremento dei costi di produzione in tutti i processi utilizzatori, in modo diretto e indiretto, del petrolio e quello dei prezzi al consumo legati al petrolio stesso, a partire dalla benzina, hanno provocato una caduta della domanda aggregata (➔), con effetti negativi sulla crescita economica. Il rialzo dei prezzi del petrolio, cui si sono associati presto quelli delle altre materie prime, ha poi innescato un innalzamento persistente del livello generale dei prezzi, e dunque elevata inflazione, per la presenza in molti Paesi di meccanismi di indicizzazione (➔) ai prezzi di salari (per es., la scala mobile in Italia), per pensioni, tariffe e prezzi amministrati.
La contemporanea presenza di inflazione e stagnazione ha messo in crisi lo schema di politica sino ad allora prevalente, incentrato sulla curva di Phillips (➔ Phillips, curva di), secondo cui una maggiore inflazione è associata a un minore tasso di disoccupazione, e quindi a una maggiore crescita economica. L’interpretazione che ha guadagnato terreno, in reazione ai problemi posti dalla s., è stata quella monetarista (➔ base monetaria; monetarismo) che, introducendo le aspettative d’inflazione, distingue tra un fascio di curve di Phillips, aumentate dalle aspettative, inclinate negativamente nel breve periodo, con non neutralità della moneta, e una di lungo periodo, verticale, con neutralità della moneta (➔ moneta, neutralità della).
La politica monetaria ha dunque effetti nel lungo periodo solo sull’inflazione, non sul livello di attività economica. Il caso della s. si spiega, in questo schema, come la conseguenza di un evento imprevisto (shock) di offerta, nel senso che l’incremento del prezzo del petrolio, fattore indispensabile per la produzione, riduce la normale capacità produttiva dell’economia. Una politica monetaria espansiva, che cerchi di contrastare la minore crescita economica stimolando la domanda aggregata, finisce solo per rendere possibile il finanziamento delle transazioni economiche a prezzi più alti, con ciò alimentando l’inflazione anche attraverso il gioco delle aspettative, senza riuscire a incidere sulla capacità produttiva. Ridurre o eliminare i meccanismi di indicizzazione ai prezzi, siano essi stabiliti per legge o incorporati in consuetudini e in regole implicite sul mercato del lavoro, aiuta a contenere la propagazione dell’aumento iniziale dei prezzi che si avrebbe attraverso la rincorsa prezzi/salari.