STAGNO (XXXII, p. 453)
Gli approvvigionamenti mondiali di stagno sono stati gravemente turbati dagli sviluppi della seconda Guerra mondiale in Estremo Oriente, perché nel periodo compreso fra il 1942 e il 1945 due delle principali fonti, la Malesia britannica e le Indie olandesi, sono passate sotto il controllo giapponese e hanno dovuto sospendere ogni rifornimento ad altri paesi. I danni subìti dall'attrezzatura industriale e le difficoltà di carattere finanziario e tecnico inerenti alla ricostruzione hanno ostacolato nel dopoguerra una rapida ripresa della produzione di stagno in Malesia e nelle Indie olandesi, e ciò non ha consentito di ristabilire normali condizioni di mercato per questo metallo. Il razionamento dei consumi, instaurato durante la guerra, è stato quindi mantenuto anche nel biennio 1946-47, durante il quale un apposito organo internazionale (Combined Tin Committee) ha provveduto alla ripartizione delle disponibilità di metallo fra i varî paesi.
La produzione mondiale di stagno era aumentata, da 200.000 t. nel 1937, a oltre 238.000 nel 1940. Durante tale anno, la Malesia e le Indie olandesi avevano contribuito nella misura del 55% (rispettivamente 37% e 18%) alla produzione globale, la Bolivia per il 16% e in minori proporzioni il Siam, il Congo belga e la Nigeria. Nel 1946, soltanto questi due ultimi paesi avevano superato il livello produttivo del 1940: la Malesia e le Indie Olandesi produssero rispettivamente 9600 e 8800 t. (contenuto in metallo dei minerali estratti), contro 86.750 e 45.275 t. ottenute nel 1940. La Bolivia aveva quasi eguagliato la produzione del 1940 (38.500 t.), rimanendo tuttavia al disotto di quella realizzata nel 1945 (43.162 t.), mentre la situazione economica e politica interna aveva limitato l'attività delle miniere siamesi, le cui esportazioni (contenuto in metallo) superavano le 17.000 t. nel 1940. Complessivamente la produzione mondiale di stagno nel 1946 aveva raggiunto le 93.000 t., cifra pari ad appena il 39% di quella ottenuta nel 1940.
Durante il 1947 è stato fatto il possibile per accelerare la ripresa della produzione in Malesia e nelle Indie olandesi. Nuove attrezzature e macchinarî sono entrati in esercizio, elevando la produzione a 27.432 t. in Malesia e a 16.196 t. nelle Indie olandesi e il suo ritmo rispettivamente a 40.000 e a 24.000 t. annue nella seconda metà del 1947, anno durante il quale sono state prodotte complessivamente 126.500 t. di metallo. Nel 1948, la produzione mondiale è salita a 161.800 t. soprattutto per il contributo dato ad essa dalla Bolivia e dai produttori minori.
Il consumo apparente di stagno aveva raggiunto le 117.000 t. nel 1946, cioè il 70% circa di quello registrato nel 1940. Ha superato 136.000 t. nel 1947 e 138.000 t. nel 1948. Negli S. U. e in Gran Bretagna, paesi che disponevano di notevoli stocks, la compressione dei consumi durante il 1946 e il 1947 è stata minore che altrove. Il mercato inglese ha ottenuto quantitativi di metallo pari all'88-90% di quelli consumati nel 1940, mentre negli S. U., che in tempi normali assorbivano circa il 46% delle disponibilità mondiali, il consumo apparente è stato pari al 75-80% di quello registrato nel 1940. In Europa, il Belgio, la Cecoslovacchia, la Danimarca, la Finlandia e la Norvegia hanno ottenuto assegnazioni sufficienti alle più urgenti necessità del consumo, mentre la Francia, la Germania e l'Italia hanno lamentato una forte penuria di metallo. Alla fine del 1947 gli stocks statunitensi ammontavano a 49.000 t. e quelli inglesi a 15.000, cifre superate di poco nel 1948.
Le quotazioni mondiali dello stagno sono praticamente stabilite dalle transazioni fra i maggiori produttori, Bolivia e Malesia, ed i più forti consumatori, S. U. e Gran Bretagna.