FALCHI, Stanislao
Nato a Terni il 29 genn. 1851 da Vincenzo e da Teresa Lazzari, sin dalla prima giovinezza rivelò uno spiccato talento musicale e divenne allievo di C. Maggi e S. Meluzzi, che lo avviarono allo studio della composizione. Pur vivendo in un ambiente culturalmente ricco e animato da interessi artistici, il F., per poter raggiungere una preparazione più approfondita, decise di trasferirsi a Roma, dove gli studi musicali conoscevano una vivace ripresa nel clima di rinnovamento culturale degli anni successivi all'Unità d'Italia.
Nel 1877 fu inaugurato il liceo musicale di S. Cecilia, articolato in numerosi corsi: il F. ricevette l'incarico di insegnante di canto corale e nel 1882 di canto normale, nomine che gli conferirono un particolare prestigio. Sarà poi direttore di canto corale in varie scuole di Roma dal 1883; coronando una splendida carriera didattica, avrà la cattedra di contrappunto, fuga e composizione nel 1890 nel conservatorio di S. Cecilia.
Fra i suoi numerosi allievi ricordiamo: B. Molinari, noto direttore d'orchestra, A. Bustini, valido insegnante di composizione, M. Di Veroli, che fondò a Londra una scuola di canto italiano, F. Mantica, studioso di musica antica italiana, in particolare delle composizioni di E. de' Cavalieri e G. Caccini, A. Palombi, autore di un Manuale teorico pratico di armonia, V. Tommassini, musicologo ed autore di testi su R. Wagner e C. Debussy, don L. Refice, insegnante presso la Scuola pontificia di musica sacra, ed infine il direttore d'orchestra V. Gui.
Nonostante l'impegno didattico, il F. non trascurò la composizione di opere teatrali. Prima sua creazione fu Lorhèleia, opera in un prologo e quattro atti su libretto di P. Calvi (Roma, teatro Argentina, 4 dic. 1878): non ottenne il successo sperato anche se la critica riconobbe al F. un buon talento e un'ottima tecnica compositiva; mancava in questo primo lavoro ogni tentativo di rinnovamento e di originalità, nonostante avesse pagine interessanti scritte con abilità e padronanza dei mezzi espressivi.
In seguito il F. continuò a dedicarsi alla composizione, ma lungo un itinerario ormai al di fuori della realtà musicale di quegli anni. Il 1881 fu l'anno dell'ouvertureGiulio Cesare per la tragedia di W. Shakespeare, e nel 1883 fu eseguita al Pantheon la sua Messa di requiem per sole voci, composta in occasione dell'anniversario della morte di Vittorio Emanuele II. Solo dopo alcuni anni decise di presentare un'altra opera: il 12 marzo 1887 venne messa in scena al teatro Apollo di Roma Giuditta, libretto di R. Brigiuti e F. Mancini, ma nemmeno questo lavoro ebbe successo: i giudizi più decisamente negativi vennero da G. D'Annunzio (La Tribuna, 14 marzo), il quale criticò il tentativo di artificiale originalità musicale e invitò i compositori a tornare ai modelli dell'opera seria italiana del '700.
Amareggiato, il F. si dedicò alla direzione d'orchestra, partecipando attivamente all'organizzazione dei primi concerti dell'Accademia di S. Cecilia. Decise quindi di affrontare nuovamente il pubblico teatrale con l'opera Tartini o Il trillo del diavolo (libretto di U. Fleres, Roma, teatro Argentina, 29 genn. 1899).
La rappresentazione ottenne un enorme successo: "La critica si trova questa volta all'unisono col pubblico. L'opera è di genere intimo: è un bozzetto, non gonfia di complicazioni passionali, non affastellata di cozzanti contrasti; procede liscia come conveniva al tenue argomento" (La Tribuna, 31 genn. 1899).
Consolidata in tal modo la propria posizione, il F. diventò direttore del liceo musicale di S. Cecilia nel 1902, carica che manterrà sino al 1915.
Durante questi anni avvennero numerosi cambiamenti. Innanzitutto, fu stabilito un nuovo regolamento del liceo, in base al quale fu dato grande potere nella scelta dei programmini, nel bando dei concorsi e nella vigilanza del personale, alla commissione amministrativa presieduta da Enrico di San Martino Valperga e composta da rappresentanti del ministero della Pubblica Istruzione, del Comune di Roma, della Provincia e dal F., nonché al comitato tecnico, formato da illustri personaggi del mondo musicale italiano, fra i quali, oltre al F., ricordiamo O. Respighi, A. Vessella, G. Sgambati, E. Pinelli, A. Magnani. Se, quindi, il liceo musicale ricevette una impostazione nuova e conforme alle esigenze della cittadinanza romana, non fu peraltro trascurata l'idea che la città dovesse diventare un centro di vita musicale internazionale. E questo avvenne grazie alla istituzione di commissioni accademiche per l'organizzazione dei concerti, cui parteciparono il San Martino Valperga, in qualità di presidente, R. Biffoli, E. Pinelli, B. Molinari: il F. ne fu membro dal 1907 al 1914. Grandi nomi animarono la vita musicale romana: R. Strauss, F. Busoni, G. Mahler, V. d'Indy, A. Toscanini, W. Landowska, B. Walter e tanti altri.
Nel 1915 il F. fu costretto ad abbandonare la carica di direttore del liceo per motivi di salute. Trascorse qualche anno a Terni e, dopo aver donato i propri beni alla Congregazione della Carità, tornò a Roma, dove si spense il 15 nov. 1922.
I suoi manoscritti sono stati donati dal presidente della Congregazione della Carità A. Zingarini all'istituto musicale G. Briccialdi di Terni.
Pubblicò: Berceuse, per due violini, viola, violoncello e contrabasso, Leipzig s. d., num. edit. 1748; Inverno, melodia per canto e pianoforte, testo di M. Pettini, Milano s. d., n. e. 100727; Luna fedel ..., ballatella per canto e pianoforte, testo di A. Boito, Milano s. d., n. e. 37992; Mattinata, melodia per canto e pianoforte, testo di G. Carducci, Milano s. d., n. e. 100728; Mentivi!, melodia per canto e pianoforte, testo di R. Salustri, Milano s. d., n. e. 36818; Chantez! Chantez!, melodia per canto e pianoforte, testo di V. Hugo, Milano s. d., n. e. 25466; Se io fossi re, melodia per canto e pianoforte, testo di V. Hugo, Milano s. d., n. e. 25468.
Fonti e Bibl.: Terni, Istituto musicale "G. Briccialdi", fondo S. Falchi non catal.; A. Gasco, S.F., in La Critica Musicale, V (1922), pp. 274 ss.; Regia Accad. di S. Cecilia, I concerti dal 1895 al 1933 (Ricordi del presidente conte Enrico di San Martino Valperga senatore del Regno), Roma 1933, I, pp. 13, 24, 27; II, pp. 50 ss.; R. Giazotto, Quattro secoli di storia dell'Accad. naz. di S. Cecilia, II, Roma 1970, pp. 399, 419, 421, 423 s.; M. Rinaldi, Due secoli di musica al teatro Argentina, II, Firenze 1978, pp. 1092 s., 1260 s.; A. De Angelis, Diz. univ. dei musicisti, Roma 1928, pp. 196 ss.; La musica a Roma nel sec. XIX, Roma 1935, pp. 50, 72, 99, 102, 148, 186; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, II, p. 515; Encicl. d. spettacolo., IV, col. 1799; Encicl. della musica Ricordi, II, p. 161; Diz. enc. univ. d. musica e d. musicisti, Le biografie, II, p. 693.